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Arte e Natura

sabbie, ghiacci, rocce, giunchi e riflessi...

Formato: 22 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 32

Anno edizione:

ISBN: 9788849205671

EAN: 8849205678

UB. INT. : T439E V12d V15a

Contenuto

rte Natura
Fotografie di Laura Sonnino Jannelli

Da troppo tempo ormai studi e ricerche ci avvertono che la natura, con la sua fauna, la sua flora e le sue specie, con i suoi equilibri ed ecosistemi, è seriamente minacciata. Un sotteso sentimento d’urgenza ci invade allora perché, a ben vedere, la natura siamo noi. Ci accompagna da sempre sullo scenario della vita. I miti raccontano che originammo dalle sue viscere argillose, dai suoi spazi. Rappresenta un ‘creato’ le cui meraviglie hanno alimentato l’animo umano. Quante cose suggeriscono un filo d’erba, una pietra, le forme e i colori dei luoghi. Ovunque, e da sempre, la cultura si è nutrita di natura. Rendere omaggio a questa verità a tal punto intrinseca da essere considerata per scontata e sottovalutata, è oggi vitale. Ci esorta a riflettere. E ci riconforta sapere che la natura è ancora in tanti luoghi varia e ineffabile. Meraviglia la struttura di una sua estetica a tutti gli effetti maestra d’arte nel modellare le forme, tingere riflessi e coloriture, far sorgere linee d’armonia e d’astrazione, forme bizzarre, fantasiose prefigurazioni pittoriche. È dunque pertinente che le sue immagini occupino uno spazio d’arte.

Le fotografie qui esposte sono di Laura Sonnino Jannelli. Sue foto su tradizioni artistiche e genti d’Africa sono state pubblicate nel 1994 in un bel libro edito da Alinari ed esposte in varie gallerie e musei, tra cui Le Musée de l’Homme di Parigi. In questa mostra organizzata alla Galleria Giulia le immagini si concentrano sul particolare tema della natura artefice di forme. Non si tratta, precisiamolo subito, d’un tema scelto con intenzione didattica. Piuttosto, è emerso a poco a poco dall’insieme delle foto scattate da Laura Sonnino Jannelli nel corso degli anni come una costante accanto agli altri temi da lei trattati. Viaggiatrice e fotografa per passione, ha portato avanti la sua vocazione in totale libertà. Gli arditi percorsi effettuati per raggiungere un erg o le dune in Namibia, Algeria, Egitto, Libia, per fotografare i ghiacciai nell’Artide e Antartide, per sorvolare l’Africa dal Sud al Nord, e l’Australia occidentale, e visitare altri luoghi ancora di cui testimoniano le foto qui esposte, non le furono commissionate per un reportage. Se si è ostinata ad attardarsi lungo il fiume Okavango per fotografare i fragili riflessi dei giunchi e se si è pazientemente appostata sulla nave, alle tre della notte, per cogliere i riflessi di una baia nel Mare di Ross in Antartide, non è stato per realizzare un servizio. Le sue fotografie non appartengono all’universo delle riviste patinate e dei reportage professionali. Niente sarebbe più alieno alla sua maniera d’essere. Esse accompagnano, piuttosto, una ragione di vita e di viaggio centrata sulla propria indipendente avventura di fotografa guidata da sensibilità visiva e esistenziale curiosità. Un lusso, si dirà, ma un lusso ben vissuto e produttivo. Dedicato con impegno alla raccolta e catalogazione di un’eccezionale documentazione. Laura Sonnino Jannelli ha infatti costituito a Roma un archivio fotografico di circa 60.000 foto su genti, luoghi, arti, fauna e flora del mondo accumulate in quasi trenta anni di viaggi attraverso i cinque continenti. Con una particolare passione per l’Africa, ma non solo.

Non è un caso se il termine ‘passione’ ricorre spesso quando si parla di Laura Sonnino Jannelli. A dire il vero, ugualmente importante è il termine ‘libertà’. Laura non sopporta costrizioni. Si è lasciata guidare da intuizione, esperienza autodidatta, entusiasmo, disponibilità d’animo e coraggiosa tenacia. Ha ascoltato la propria vocazione.
“Quante di queste foto – racconta –, se avessi ascoltato alcuni compagni di viaggio o fotografi professionisti, non avrei preso!…, perché la luce non era secondo loro quella giusta, perché l’inquadratura era difficile o il dettaglio era considerato irrilevante… Ma io mi sono sempre intestardita… Ho fotografato quello che sentivo importante per me, che m’interessava, che mi dava grande emozione ”. E per fortuna! Quelle che lei chiama ‘mie creature’ – cioè, le sue foto – spesso sorprendono per questo osare con genuina naturalezza. Lo provano le immagini qui esposte. La natura, grandiosa o minimale, intriga e sorprende coi suoi effetti e le sue forme, le sue bellezze; non è scontata, neanche nel caso delle tanto fotografate dune del deserto. Laura Sonnino Jannelli coglie, con immagini aeree inconsuete, l’ampio respiro dell’immensa plasticità dei deserti, il ritmo delle forme sconfinate. D’altronde, il suo sguardo sembra spesso galvanizzato dalle grandi vedute dello spazio e degli orizzonti. Si percepisce che qualcosa commuove e sollecita la fotografa senza troppo badare a perfezionismi tecnici o ricerca d’originalità a tutti i costi. Quel qualcosa commuove anche noi. L’originalità scaturisce dall’imponderabile. Se non si fosse attardata impantanandosi ai margini del lago Gabr’on (Libia) per fotografare attraverso la trasparenza traslucida dell’acqua il volteggiare rosso porpora di piccoli crostacei, non avremmo una foto singolare e luminescente, prefigurazione d’una pittura elettronica o virtuale. E così per le escrescenze rocciose, resti fossili di sorgenti d’acqua dolce, che emergono dal Mono Lake (California). Reputato essere uno dei più antichi laghi del mondo, è stato fotografato innumerevoli volte. Laura Sonnino Jannelli è riuscita, in quanto a lei, a captarne una visione enigmatica riflessa nelle acque immobili; l’effetto, magnifico, ci porta dritti verso un quadro surrealista di Max Ernst. Surreale è la notte polare, scenografico il balletto delle rocce nel Deserto Bianco d’Egitto, espressionismo astratto il confluire di acque e sabbie fotografato dall’alto della Namibia e dell’Australia, un peplo pietrificato la roccia del Lake Powell (Utah), sculture i ghiacci e pitture la terra. E così via. Ma è soltanto un caso. Un meraviglioso caso. Le sollecitazioni estetiche sorgono per affinità di sguardo e misteriose coincidenze. Nessuna forzatura letteraria. D’altronde, Laura Sonnino Jannelli è solitamente poco loquace sulla sua maniera di fotografare e sulla sua esperienza di viaggiatrice spesso solitaria. Il suo approccio è essenzialmente visivo e immediato. Di disarmante onestà. Non intellettuale, né teorico. Pragmatica, si proietta tutta intera nelle foto stesse. Esse sono la sua esperienza, la sua espressione, il suo contatto col mondo. E, per noi che le guardiamo, la sua poetica.

Toni Maraini

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