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Mattia Preti un ponte tra Italia e Malta – Mattia Preti a bridge between Italy and Malta

Il dipinto con San Giorgio e il drago dopo il restauro - The painting with St. George and the dragon after restoration

A cura di: Mercalli Marica

Facing English text

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 96

Anno edizione: 2005

ISBN: 9788849207873

EAN: 8849207875

UB. INT. : T460C V13g V16c V42i

Contenuto

Il restauro dell’opera San Giorgio e il drago di Mattia Preti ospitato nella Co-Cattedrale della Valletta, rappresenta un significativo successo nell’ambito della collaborazione fra il Governo Italiano e quello Maltese nel settore dei Beni Culturali ed è, anche, una testimonianza preziosa della perizia dei tecnici dell’Istituto Centrale per il Restauro, che lo hanno salvato dal degrado.
Nella mia veste istituzionale, in rappresentanza del Governo Italiano, ebbi modo, nel febbraio del 2004, di assicurare che, in breve tempo, si sarebbe concluso il restauro di quest’opera del grande artista calabrese per poter, poi, proseguire con gli altri restauri programmati dal V Protocollo italo-maltese: l’organo dell’Oratorio della Co-Cattedrale di San Giovanni Battista, importante e raro esempio di arte organaria, probabilmente siciliana, della fine del XVI secolo; il restauro della Cappella d’Italia, sempre nella Co-Cattedrale, che riguarderà le pareti decorate con intagli in pietra maltese, dorati e dipinti, risalenti al XVII secolo; l’altar maggiore, in marmi policromi e le statue in marmo, disegnato dal Carapecchia, uno dei più dotati architetti del Barocco romano, allievo di Carlo Fontana. Ed, infine, il monumento al Gran Maestro Gregorio Carafa, attribuito a Ciro Ferri, allievo di Pietro da Cortona, con le due tele delle lunette raffiguranti Scene della vita di santa Caterina.
L’Italia, anche grazie alla sua costante attività in gran parte del mondo, nel campo degli interventi conservativi e di restauro delle opere d’arte, ha raggiunto livelli di eccellenza tali da essere stata scelta dall’UNESCO quale· paese di riferimento per coordinare azioni di tutela del patrimonio culturale minacciato da eventi bellici, terroristici o di calamità naturali. Una sorta di “caschi blu della cultura” che operano, così come di recente a Bam, in Iran – a seguito del terremoto – ed ancor prima a Baghdad – dove il Governo Italiano sta sostenendo la riorganizzazione del Museo Nazionale iracheno – e in Afghanistan, per poter assicurare con tempestività i primissimi interventi e la messa in sicurezza del patrimonio minacciato e per coordinarne poi l’integrale recupero.
Una posizione, quindi, dell’Italia in primissima linea sul terreno della cooperazione internazionale e in particolare in un settore, la cultura, fondamentale per costruire percorsi di pace e di comprensione tra i popoli.
Ciò a maggior ragione se tali azioni vengono condotte nei confronti di un popolo, quello Maltese, con cui corrono vincoli di antica e consolidata amicizia.
Anche quest’opera testimonia l’antico legame tenendo presente che fu realizzata a Napoli, a metà del 1600, da Mattia Preti su commissione del Gran Maestro dell’Ordine di Malta e poi trasferita a La Valletta.
L’applicazione del “V Protocollo” segna quindi non solo un atto formale di cooperazione tra i nostri due Paesi, ma s’inserisce con coerenza nel progetto italiano di valorizzazione del turismo culturale che, oltre ad una straordinaria potenzialità di sviluppo economico, favorisce la realizzazione di operazioni di recupero, valorizzazione e fruizione del Patrimonio culturale a beneficio del rafforzamento della comune identità mediterranea.

on. Nicola Bono
Sottosegretario per i Beni e le Attività Culturali

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