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Experimenta

Collezione Farnesina nuovi artisti italiani - Farnesina collection new Italian artists

Facing English text

Formato: 24 x 33 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 232

Anno edizione: 2008

ISBN: 9788849214864

EAN: 8849214863

UB. INT. : T405H V13a V41f V27a

Contenuto

INTRODUZIONI AL VOLUME

Il progetto della Collezione Farnesina – Experimenta segue il solco già tracciato con successo dalle precedenti esperienze espositive della Collezione Farnesina, inaugurata nel 2000 presso la sede del Ministero degli Affari Esteri, e della sua versione itinerante: la selezione di opere che con il titolo di Viaggio nell’arte italiana 1950-80. Cento opere dalla Collezione Farnesina, ha riscosso ampio successo di pubblico e di critica nelle capitali dell’Europa orientale e del Sud America. Con questo passo ulteriore, che sono felice ed orgoglioso di presentare, il Ministero degli Affari Esteri assume con sempre maggiore convinzione il ruolo di promotore delle arti visive italiane, proponendosi di esplorare un territorio sin qui poco battuto: quello animato dalle più giovani generazioni di artisti del nostro Paese. La Farnesina, in tal modo, vuole sostenere concretamente la creatività di autori che rappresentano la qualità del nuovo panorama artistico italiano, un contesto che merita di essere maggiormente conosciuto e apprezzato anche a livello internazionale. A spingerci in questa direzione non è solo la fiducia nella vitalità dell’arte contemporanea italiana e nella qualità della sua più recente produzione, ma anche la consapevolezza che l’arte e la cultura costituiscano uno dei canali più potenti ed efficaci attraverso i quali l’Italia si presenta al mondo. Nell’odierno scenario internazionale, caratterizzato dall’emergere di nuovi grandi protagonisti, da una competitività crescente e dalla necessità di impostare forme di dialogo rafforzato con civiltà diverse e lontane, la dimensione culturale, infatti, si afferma sempre più come una componente fondamentale della nostra politica estera. In questo spirito, la Collezione Farnesina – Experimenta, dopo la sua prima presentazione al pubblico presso il palazzo della Farnesina, affronterà un percorso espositivo internazionale che le permetterà, ne siamo certi, di ottenere i successi che merita e di svolgere un ruolo importante nella promozione all’estero dell’immagine del “sistema Italia”.

FRANCO FRATTINI
Ministro degli Affari Esteri

È con viva soddisfazione che ci accingiamo a presentare un nuovo capitolo di quella che può certamente essere definita una storia di successo: la pubblicazione del catalogo della raccolta di opere della “Collezione Farnesina – Experimenta”. Proseguendo nel solco di una giovane ma ormai consolidata tradizione il Ministero degli Affari Esteri ha infatti voluto sviluppare ed approfondire il suo impegno per la diffusione e la conoscenza dell’arte contemporanea italiana, raccogliendo una nuova ampia collezione composta dalle opere di artisti delle ultime generazioni. La rassegna di opere riprodotte in questo catalogo nasce, infatti, come naturale evoluzione del percorso avviato con la “Collezione Farnesina”, la grande raccolta storica dedicata all’arte italiana del Ventesimo secolo che dal 2000 è presente all’interno del Palazzo della Farnesina e da cui è stata tratta un’esposizione itinerante che, presentata in ben undici Paesi tra Europa ed America del Sud, ha raccolto lusinghieri riscontri. Proprio il successo incontrato lungo questo cammino ci ha confermati nella bontà delle scelte compiute, nell’efficacia delle metodologie adottate, e ci ha spinti a muovere questo ulteriore più coraggioso passo in direzione del futuro. Per la cura dei professori Maurizio Calvesi, Lorenzo Canova, Marco Meneguzzo e Marisa Vescovo è stata approntata questa nuova “Collezione Farnesina – Experimenta” in cui, secondo un principio di rappresentazione antologica, un ampio numero di artisti emergenti sono stati chiamati a comporre, in corale e talvolta dissonante concorso, l’immagine variegata e multiforme del più attuale panorama artistico italiano. Coerentemente con i principi che hanno guidato le scelte critiche dei curatori, la collezione comprende artisti dalle poetiche diverse e talvolta divergenti, artisti che si servono di tutti i linguaggi, dalla fotografia alla pittura, dalla scultura all’installazione, dal video alla performance, ma che presentati l’uno accanto all’altro, come li ritroverete in questo catalogo, riescono a restituire intere tanto la complessità quanto la vitalità delle esperienze creative ed artistiche che il nostro Paese oggi accoglie e produce. Il presente progetto supera, dunque, il semplice proposito di offrire una rappresentazione complessiva della più recente riflessione artistica e cerca, più ambiziosamente, di contribuire alla promozione fattiva e concreta degli autori che con la loro poliedrica creatività rappresentano efficacemente l’avanguardia della produzione artistica italiana.

GIAMPIERO MASSOLO
Segretario Generale
Ministero degli Affari Esteri

Dietro l’ambizioso progetto espositivo della “Collezione Farnesina – Experimenta” che questo catalogo rappresenta, maturato e portato a compimento con entusiasmo e intenso lavoro dalla Direzione Generale per la Promozione Culturale, c’è la volontà del Ministero degli Affari Esteri di spingere il proprio impegno per la promozione dell’arte contemporanea italiana verso territori sin qui meno esplorati come quello della produzione artistica degli anni più recenti. Dopo l’impegno, ed il successo, della “Collezione Farnesina”, la grande raccolta storica dedicata all’arte italiana del Ventesimo secolo, questo nuovo progetto intende approfondire il medesimo percorso e perseguire così due obiettivi contigui che, tuttavia, non necessariamente coincidono: diffondere la conoscenza dell’arte italiana contemporanea; promuovere e sostenere gli artisti che partecipano a questa collezione e che, mettendo a frutto tensioni creative e linguaggi espressivi anche molto diversi, concorrono a tracciare il quadro ricco e variegato della creatività italiana nell’ambito più attuale delle arti visive. La collezione di opere scaturita da questo progetto delinea, infatti, un percorso culturale avventuroso e sorprendente, in cui la giustapposizione di punti di vista anche radicalmente diversi, di tecniche e di linguaggi talora simili talora lontani, riesce a dipanare la trama di un racconto a più voci, offrendoci una rilettura trasversale della realtà tumultuosa in cui siamo immersi. Questo progetto ha permesso di offrire una tribuna a coloro che, liberi dai vincoli più stretti dell’industria culturale, rappresentano le arti figurative del nostro Paese delineando un quadro d’insieme in cui emergono, tanto elementi della feconda storia artistica italiana quanto i riferimenti al presente storico e ai temi principali del dibattito culturale in corso. Questa collezione finisce così per costituire una testimonianza preziosa dello “stato dell’arte” nel nostro Paese. Saluto dunque con entusiasmo questa nuova iniziativa che, dopo la sua inaugurazione presso la prestigiosa sede del Ministero degli Affari Esteri, è destinata a seguire la vocazione internazionale della “Collezione Farnesina” con una serie di mostre che saranno realizzate utilizzando la rete degli Istituti Italiani di Cultura, secondo l’ormai collaudata metodologia della circuitazione. Desidero, infine, ricordare che la realizzazione di un progetto così impegnativo non sarebbe stata possibile senza la disponibilità degli artisti, dei prestatori ed il fattivo sostegno offerto da Enel a cui va il nostro ringraziamento.

GHERARDO LA FRANCESCA
Direttore Generale
per la Promozione e la Cooperazione Culturale

Come una Fenice o una salamandra risorte dopo il passaggio attraverso la sparizione nel fuoco, nonostante le molte difficoltà strutturali che la affliggono, l’arte italiana mostra ancora la sua capacità di rinascere e di trovare un nuovo senso e nuove forze per affrontare la complessità del momento storico presente.
La Collezione Farnesina Experimenta rappresenta dunque un rinnovato e concreto segnale della volontà del Ministero degli Affari Esteri di sostenere l’arte contemporanea italiana non soltanto nelle sue esperienze storiche più consolidate, come succede da anni con la grande Collezione Farnesina, ma anche nelle generazioni che si sono affermate dagli anni Novanta a oggi. Gli artisti di questo progetto di valorizzazione dell’arte italiana a livello nazionale e internazionale (che riprende e amplia la collezione Arte italiana per il XXI secolo realizzata nel palazzo della Farnesina nel 2003-2004) si mostrano infatti come il conseguente e innovativo sviluppo di una situazione che merita di essere meglio proposta e apprezzata a livello internazionale. La collezione comprende dunque autori che si servono di tutte le diverse forme espressive che contraddistinguono l’arte di oggi non soltanto in Italia, dal video alla pittura, dalla fotografia al digitale, dalla scultura al disegno e all’installazione, nella volontà di registrare come spesso gli artisti usino tecniche diverse per avvicinarsi a interessi e tematiche comuni.
Il panorama raccoglie personalità attive in tutta Italia, dal Sud al Nord, senza dimenticare artisti che hanno deciso di trasferirsi o di lavorare per lungo tempo all’estero, in un contesto dove si possono notare non di rado delle interessanti caratteristiche che in un certo senso rappresentano l’ultima propaggine della grande tradizione dell’arte italiana composta da molte scuole legate ai diversi volti del genius loci del nostro Paese. Questo elemento che da un lato fa preferire meno la nostra arte a chi non riesce a uscire da un contesto omologato e mondializzato, costituisce invece l’importante segnale di una “biodiversità” di ecosistemi culturali che merita di essere maggiormente promossa nel mondo, ricordando che l’Italia non è solo la terra di Giotto, Michelangelo Buonarroti o Caravaggio, ma anche quella di Boccioni, Balla, Pino Pascali e Alighiero Boetti. Così si può registrare allora come molti artisti presenti in collezione lavorino con le nuove tecnologie, realizzino opere installative, utilizzino i linguaggi antichi del disegno, della pittura e della scultura rinnovandoli con l’immensa quantità di stimoli provenienti dal mondo contemporaneo, ma sempre con un elemento mentale che fonda la coscienza di un lavoro che non vuole avere esiti puramente “retinici”, naturalistici o narrativi, ma che cerca di sviluppare quella severa capacità di riflessione che ci parla del presente e, molto spesso, del futuro con una visionaria e potente capacità metaforica di intuizione e anticipazione.
Su queste tracce che a volte sembrano perdersi ma che ritornano costantemente alla luce, si muove una parte importante dell’arte delle ultime generazioni italiane, nella quale le maggiori esperienze del Novecento sembrano rielaborate e trasformate in un dialogo fecondo con la tradizione che si coniuga all’utilizzo cosciente delle sollecitazioni mediatiche con uno sguardo ancora e costantemente progettuale. In questo contesto si segnalano dunque l’opera di un numero importante di artisti attivi con il video, la pittura, la scultura, l’installazione, la fotografia e che orientano il proprio lavoro sul denominatore comune e coerente del disegno che rappresenta uno strumento concettuale su cui si basano riflessioni inquiete e complesse. Non a caso, ad esempio, si può notare come sempre più spesso la pittura e la scultura confinino con un video di animazione e con ricerche digitali in 3D, allargate al territorio virtuale della rete, costruiti attraverso una serrata elaborazione “pittorica” dove ogni fotogramma è “dipinto” o meglio composto da un disegno preparatorio: il colore della pittura e la presenza della scultura che scorrono per fissarsi sul supporto divengono così il colore e la plasticità che plasmano i fotogrammi trasmessi dal monitor. Il corpo fluido dell’immagine in movimento ritrova dunque la sua anima “antica” nell’elemento del disegno, quello che da Michelangelo a Vasari, da Federico Zuccari fino al classicismo, e a una certa arte concettuale, è sempre stato ritenuto l’elemento mentale e “divino” che sostiene l’edificio della stesura e della significazione dell’opera finale. Pertanto forse proprio l’elemento grafico può rappresentare il termine di congiunzione che lega le differenti forme espressive, il territorio di confine dove il progetto e le tecniche si uniscono. In questa dinamica “tattile” che vede il corpo dell’artista coinvolto direttamente nel dialogo con la carta o con un ambiente elettronico, il disegno rappresenta il territorio dove si compie il rapporto tra il pensiero e l’azione, tra l’altro, il progetto è un’opera che nasce grazie all’interfaccia di una matita o di un mouse che riescono ancora a dare un senso alla memoria condensata nelle tracce della grafite o nei bit immateriali dei segni elettronici. È interessante notare come gli artisti si pongano allora in una posizione “differente”, in una relazione consapevole con i media, senza dimenticare quella che può essere vista come una visione contemporanea accresciuta da diversi codici lasciati in eredità dalle sperimentazioni del Ventesimo secolo. Questa nuova concezione può riferirsi dunque alla dimensione analitica di un’arte vista come strumento di indagine che dialoga con le molte possibilità offerte dagli intrecci iconici contemporanei. In questo senso, si può notare come la pittura e la scultura, pur mantenendo vivi i loro legami millenari e i loro riferimenti storici, non possano fare a meno di avere uno sguardo “elettronico” legato alle comunicazioni di massa, agli schermi televisivi, ai monitor dei computer e alle proiezioni video e cinematografiche contemporanee. Non a caso, come sappiamo, gli artisti hanno avvertito da tempo la necessità di abbandonare una posizione sterilmente difensiva della grandezza del passato, ma hanno compreso la necessità di rafforzare le potenzialità creative e comunicative del loro lavoro allargando ad esempio la pittura e il disegno al dialogo con il video (Federico Solmi, Andrea Mastrovito), ribadendo e intensificando l’apertura “ambientale” della scultura verso l’installazione (Stefano Arienti, Nicola Bolla, Enrica Borghi, Francesco Carone, Letizia Cariello, Loris Cecchini, Filippo Centenari, David Fagioli, Lara Favaretto, Flavio Favelli, Luca Matti, Luigi Mulas Debois, Luca Pancrazzi, Perino e Vele, Saverio Todaro), servendosi del disegno come base per un progetto digitale di sconfinamento planetario nell’oceano del web (Giuseppe Stampone), o, nello stesso momento, concependo la fotografia in un colloquio fecondo con l’eredità della storia dell’arte (Gea Casolaro, Matteo Basilé, Carlo Benvenuto, Marco Bolognesi). Molti artisti italiani tuttavia si muovono in questo campo con una visione attiva, dove tutti i dati sono vagliati e ricomposti con una densità di stile e di pensiero che comprende elementi concettuali inseriti in uno stratificato tessuto simbolico. In questo caso le opere, nella loro funzione di selezione dei dati percettivi, possono svolgere un ruolo conoscitivo fondamentale per accompagnare lo spettatore in una fondamentale opera di riduzione di complessità come accade nella rigorosa progettualità delle recenti esperienze aniconiche delle ultime generazioni che lavorano più in senso tridimensionale (Emanuela Fiorelli, Licia Galizia, Paolo Radi) o pittorico (Alberto Di Fabio, Andrea Nicodemo, Davide Nido, Antonello Viola) cercando di dare un nuovo senso alla dimensione sensoriale e al nostro rapporto fisico e psicologico col mondo. A tutto ciò gli artisti aggiungono comunque un fondamentale elemento di riflessione e di intuizione unito a una visione enigmatica e perturbante dove si potrebbe intravedere la traccia del passaggio della Metafisica. Questo del resto costituisce una sorta di elemento distintivo del codice genetico di una certa area dell’arte italiana che, in modi diversi ma complementari, ad esempio con il Futurismo e la stessa Metafisica, ha saputo lanciare uno sguardo spesso profetico al presente e all’avvenire in modo ottimistico o inquieto, con una posizione capace di avvertire crisi, tensioni e contrasti in modo emblematico (Angelo Bellobono, Daniele Galliano, Alessandro Scarabello), non di rado declinato sul filo dell’ironia (Alessandro Bazan, Marco Cingolani, Piero Golia, Francesco Impellizzeri, Laboratorio Saccardi, Antonio Riello). Non a caso il lavoro di molti di questi artisti delle ultime generazioni è stato spesso ispirato dai maggiori romanzieri della letteratura distopica e della nuova fantascienza e da un certo tipo di cinema legato ai loro romanzi dove trapela una premonizione incerta e angosciata del futuro (Bianco-Valente, Marco Colazzo, Fabrice De Nola, Mauro Di Silvestre, Stefania Fabrizi, Pierluigi Pusole). In ogni caso nella loro interpretazione possono giocare un ruolo significativo anche non solo la psicanalisi e la psicologia del profondo, ma anche teorie filosofiche, l’antropologia e la loro azione può giungere anche alla collaborazione con studiosi delle comunicazioni di massa, con scienziati che si occupano dei problemi ambientali e del clima, di intelligenza artificiale o di biotecnologie. Da questi interessi nasce un panorama che denuncia tuttavia una visione non tranquillizzante che dà vita a creazioni dominate da un senso enigmatico di sospensione minacciosa, di allarme o di straniamento attraverso uno sguardo simbolico che può dirigersi verso la metropoli riletta anche in senso visionario (Andrea Aquilanti, Andrea Di Marco, Roberto Falconieri, Jonathan Guaitamacchi, Giorgio Ortona, Mauro Reggio, Marco Verrelli), verso il volto e il corpo umano (Andrea Martinelli, Massimo Livadiotti, Federico Lombardo) come segnali della crisi e della rinascita dell’identità personale e collettiva. Non a caso, molti artisti (Francesco Cervelli, Francesco De Grandi, Fulvio Di Piazza, Davide Coltro, Silvano Tessarollo) avvertono infine il pericolo corso dagli ecosistemi, i rischi che gravano sull’avvenire del pianeta e della natura ma cercano di andare oltre la semplice denuncia, rappresentando terre e foreste che si trasformano in luoghi emblematici dove le immagini raggiungono quella dimensione più stratificata che rappresenta bene la perenne capacità delle arti visive di interpretare e ri-formare il mondo attraverso la forza simbolica del loro sguardo e della loro rappresentazione.

LORENZO CANOVA
Università del Molise

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