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Segni e simboli di Roberta Buttini

Artista sapiens et habilis

Formato: 21 x 29,7 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 80

Anno edizione: 2014

ISBN: 9788849228076

EAN: 8849228074

UB. INT. : T426H V14g

Contenuto

Roberta Buttini è nata a Villafranca in Lunigiana (MS) nel 1940. Probabilmente questa sua origine ha influenzato il suo interesse per l’antropologia e le attività umane arcaiche. Un interesse che trova modo di esprimersi compiutamente nelle arti figurative.
Negli anni ’60, il suo lavoro si esprime attraverso il linguaggio tradizionale della pittura, ancora legata agli insegnamenti accademici; dal ’70, con una pittura rigorosa e precisa affronta le tematiche della condizione umana, evidenziandone i vincoli determinati dalla cultura tecnologica.
Successivamente orienta la sua ricerca sulla evoluzione umana e sulle conquiste ad essa collegate, la sua arte che si fa più concettuale, si avvale di oggetti, manufatti, fotografie e molteplici materiali per avventurarsi nella sperimentazione polimaterica e assemblaggio “artigianale” di reperti. Nel corso degli anni ’70, la scoperta di uno straordinario frammento litico risveglia in lei l’interesse per l’antropologia: pur non rinnegando il suo trascorso in campo concettuale, la sua arte sembra farsi più vicina e più partecipante alle vicende umane legate alla materia e alle occorrenze primarie della specie: nascono alfabeti arcaici, armi primordiali, manufatti tecnologici. Inizia una nuova stagione di arte fortemente evocativa che alla ricerca dei mezzi espressivi affianca una costante riflessione sui destini dell’umanità.
Con il nuovo millennio il suo interesse si stende a prospettive storiche e culturali di grande ampiezza, dove si confrontano forme di comunicazione contemporanea con stilemi della protostoria. Prodotti della tecnologia industriale vengono combinati con reperti naturali ed artigianato primordiale. La narrazione è sempre sostenuta da contributi pittorici ad olio, ad acquerello, ad inchiostro, integrati da campiture materiche (metalli, tessuti, fibre) per creare un suggestivo gioco di piani visivi che diventano anche strumenti per celare, isolare o evidenziare gli elementi più pregnanti della narrazione.

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