Cibi e Sapori nell’Italia antica
Progetto di valorizzazione diffusa. Novembre 2004 - Novembre 2005
A cura di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Formato: 21 x 29,7 cm
Legatura: Spillato
Pagine: 48
Anno edizione: 2004
ISBN: 9788849206692
EAN: 9788849206692
UB. INT. : V25f
Contenuto
Il cibo nella storia dell’uomo ha da sempre un’importanza fondamentale che trascende il semplice bisogno fisico per divenire elemento di aggregazione fortemente legato alla spiritualità: resta tuttora un argomento di grande attualità sotto il profilo culturale, economico e sociale. Nel ricco ed evoluto mondo occidentale, forse per la prima volta, il cibo assume in certo qual modo un valore negativo, in quanto responsabile della perdita di quella “forma” fisica che è divenuta sinonimo di bellezza ed efficienza. Resta però ancora vivo il suo carattere sociale e ludico, carattere che è facile cogliere, ad esempio, nei messaggi pubblicitari, dove l’alimentazione risulta costantemente legata al piacere ed allo “stare insieme”. Per i popoli primitivi la sopravvivenza era strettamente connessa alla capacità di procurarsi gli alimenti necessari, in ambienti spesso ostili, con gli scarsi mezzi disponibili. Si comprende così lo stretto legame che è sempre esistito fra cibo e religiosità: il cacciatore dedicava parte della sua preda alla divinità che lo aveva aiutato nella caccia, l’agricoltore si propiziava gli dei con l’offerta di prodotti della terra, affinché gli concedessero raccolti abbondanti. Ancora ai nostri giorni le feste religiose e civili, così come le ricorrenze familiari, vengono celebrate con la preparazione di cibi particolari, che vengono consumati in gruppo. Il cibo inoltre ha già nell’antichità un forte connotato politico: la distribuzione gratuita di derrate è stato uno dei sistemi più frequenti adottati da personaggi influenti per guadagnarsi il favore popolare. La lotta dell’uomo per la conquista del “pane quotidiano”, le modalità di approvvigionamento di volta in volta adottate, l’ideologia del banchetto, il nascere dell’arte culinaria”, l’analisi dei provvedimenti presi a favore degli strati sociali più bisognosi nonché delle norme di igiene alimentare dettate per la prevenzione di determinate malattie, contribuiscono a rendere un’immagine sfaccettata ed attuale del mondo antico. Le innovazioni tecniche che vengono. adottate in agricoltura testimoniano la capacità dell’uomo di adattare l’ambiente naturale alle sue necessità: si pensi, ad esempio, alle metodologie d’irrigazione dell’Egitto faraonico che costituiscono ancor oggi un modello di interazione uomo-natura. Il valore simbolico assegnato al cibo risulta poi evidente per la presenza di immagini ad esso legate in sogni, profezie e maledizioni; e, ancora, il cibo è un soggetto sempre presente nell’arte fin dalla più remota antichità: anche dopo l’avvento del cristianesimo il tema del banchetto funebre, sublimato nella raffigurazione dell’agape celeste cui partecipa l’anima del defunto, rimane una delle decorazioni più frequenti in ambito funerario. Particolarmente ricco di possibilità di approfondimento risulta quindi il tema “Cibi e sapori nell’Italia antica”, scelto quest’anno dalla Direzione Generale per i Beni Archeologici per la serie di manifestazioni di valorizzazione diffusa: tale iniziativa, voluta da Giuseppe Proietti, ha già avuto un significativo e lusinghiero risultato nelle sue precedenti edizioni, dedicate allo sport ed alla moda. Gli appuntamenti culturali previsti per quest’anno spazieranno fra le più disparate tematiche relative alla nutrizione nel mondo antico, con particolare riferimento alle civiltà del bacino del Mediterraneo. Gli Istituti impegnati in quest’opera di comunicazione hanno messo in luce impegno e volontà di cooperazione, presupposti indispensabili per ogni attività di studio, dando altresì prova delle grandi potenzialità delle strutture centrali e periferiche del Ministero che, partecipando attivamente al dibattito culturale, si collegano alle realtà più attuali del nostro tempo.
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