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‘800 Danese

Architettura di Roma e paesaggi di Olevano Romano

Formato: 21 x 29,7 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 208

Anno edizione: 2006

ISBN: 9788849210385

EAN: 8849210388

UB. INT. : T315A V01a V12a V31e

Contenuto

Sono ormai passati quasi 30 anni da quando è stata esposta in Italia una rappresentativa raccolta dell’arte dell’età d’oro della pittura danese. Ci riferiamo all’esposizione Pittori danesi a Roma nell’Ottocento a Palazzo Braschi, allestita in occasione della visita ufficiale in Italia di Sua Maestà la Regina di Danimarca Margrethe II e di Sua Altezza Reale il Principe Consorte; mostra che fu realizzata sotto l’alto patrocinio della Sovrana stessa e di S. E. il Sen.Giovanni Leone, allora Presidente della Repubblica Italiana. L’esposizione durò poco più di un mese, dal 9 novembre all’11 dicembre 1977. Dipinti appartenenti al Museo di Belle Arti di Copenaghen, ad istituzioni pubbliche e a collezioni private furono presentati nel museo civico romano. Nel frattempo queste opere hanno ottenuto una rinascita dovuta a nuovi studi e ricerche ed hanno raggiunto un riconoscimento sul piano internazionale grazie ad alcune mostre tenutesi a Parigi (1965 e 1984-85), a Londra (1984), a Los Angeles e New York (1994), ad Ottawa (1999-2000) e ad Amburgo (2000). Riteniamo giusto che questi quadri ritornino, per una nuova esposizione, nel Paese e nella città che ospitò i giovani artisti danesi – quando il viaggio in Italia era de rigeur – e che fu per loro fonte d’ispirazione e di incitamento.

Sulla simbiosi tra il passato e il presente, vorrei aprire una piccola parentesi su un particolare che tengo a sottolineare in questa occasione: la residenza preferita per il soggiorno romano dei genitori della nostra sovrana, re Frederik IX e la sua consorte la regina Ingrid, era l’Hotel Hassler nella Piazza di Trinità dei Monti. Oltre cento anni fa, gli artisti dell’età d’oro danese attraversavano più volte al giorno quella piazza, giungendo dal quartiere intorno a piazza Barberini, via di S. Isidoro, via Sistina ecc. per recarsi a consumare i loro pasti all’Osteria la Lepre o al Caffé Greco.

Anche in questa occasione abbiamo ricevuto in prestito le opere dalle collezioni pubbliche. Tra i tesori del nostro patrimonio nazionale abbiamo dovuto operare una cernita, rispettando i limiti definiti dall’ambito tematico, come ben si presta a questo tipo di presentazioni. Ci siamo mossi su due strade: una che ci porta nel cuore di Roma, cioè i prospetti e le vedute dei luoghi più famosi, un’altra che ci porta verso la campagna e le montagne nei suoi dintorni. Uscendo dal Complesso del Vittoriano, dove la mostra è allestita, ci si trova circondati non soltanto dalle vestigia dell’Antichità, ma anche dagli edifici del Medioevo, del Rinascimento e del Barocco. Questo era l’ambiente che attirava i pittori. Meta preferita durante l’estate erano invece le montagne fuori Roma, dove il caldo era meno opprimente e la popolazione locale ancora più ospitale.
Molte sono le persone e le istitutizioni da ringraziare in questa occasione. Per primi i musei danesi. Senza la loro generosa disponibilità non sarebbe stato possibile allestire questa mostra. Ringrazio i miei collaboratori in Italia che durante il periodo di preparazione della mostra non hanno mai perso di vista l’importanza e il significato di uno scambio culturale tra i due Paesi che fortunatamente, sin dall’Ottocento, è rimasto ininterrotto. Ringrazio lo staff della Reale Ambasciata di Danimarca a Roma che ha con pazienza cercato di facilitare i contatti fra gli organizzatori in Italia e le autorità danesi.

Desidero inoltre ringraziare alcune persone che mi hanno incoraggiato a perseverare in questo ambizioso progetto. Marianne Nordby, che ha preparato gran parte del materiale per l’elenco delle opere in catalogo, che ha stabilito molti dei contatti indispensabili per il mio lavoro e che mi ha aiutato a tenere alto il morale nei momenti più difficili. La dott.ssa Gertrud With, che è stata un’ottima e utile assistente nei contatti con i musei danesi e durante l’allestimento della mostra.
Ringrazio il mio amico Raimondo Gessa che mi ha sostenuto sin dall’inizio e durante tutto il processo di realizzazione della mostra, in parte per i suggerimenti linguistici, ma anche per le informazioni su certi aspetti peculiari riguardanti l’Italia e la Danimarca. Moltissimi consigli, non solo riguardo l’eleganza della forma linguistica ma anche sul contenuto del testo li ho ricevuti dalla dott.ssa Caterina Testa e dal professore Sandro Barbagallo. Ringrazio tutti di cuore.

In ultimo vorrei esprimere la mia riconoscenza al lavoro scientifico e pionieristico di Domenico Riccardi, specialmente per i suoi studi fondamentali sugli artisti tedeschi che soggiornarono ed operarono ad Olevano nella prima metà dell’Ottocento. Senza il supporto delle sue ricerche, da Lui ampiamente illustrate, avrei dovuto spendere molte più energie per orientarmi nella topografia della zona.

L’Amministrazione Provinciale di Roma è impegnata da anni nella riqualificazione e valorizzazione del proprio territorio, e si adopera con eventi e manifestazioni affinché sia divulgata la conoscenza delle sue ricchezze culturali ed ambientali. In quest’ottica va letta la scelta di proporre al pubblico un’antologia di dipinti eseguiti alla metà dell’Ottocento da artisti danesi che, dopo aver concluso gli studi presso l’Accademia d’Arte di Copenaghen, hanno sentito l’esigenza di venire in Italia per completare la propria formazione culturale e svolgere il tirocinio artistico. La loro scelta cadde su Roma, la città dove da sempre la storia, l’arte e l’antichità si intrecciano, e sulla sua campagna che offriva spunti e suggestioni, e costituiva una preziosa fonte di ispirazione. Olevano, in particolare, affascinò i giovani pittori con la mitezza del suo clima, la bellezza del suo paesaggio, la genuinità della sua gente, tanto che alcuni di questi pittori elessero la cittadina dei Monti Simbruini a propria residenza stabile.
Negli stessi anni in Francia altri artisti lavoravano “en plein air” sulle rive della Senna e nei dintorni di Parigi, sperimentando una nuova pittura fatta di tocchi veloci e di luci vibranti che avrebbe dato vita all’Impressionismo.
Le opere selezionate per questa mostra appartengono oggi a diversi musei della Danimarca, nonché a collezioni private e ad antiquari; gli acquerelli, gli olii e i disegni in esposizione erano stati commissionati o acquistati da una clientela raffinata di collezionisti ed amanti del “genere” paesaggistico, che attraverso queste raffigurazioni conservavano un ricordo dell’Italia; di lì a poco la diffusione della nuova tecnica fotografica avrebbe fatto concorrenza alle vedute pittoriche di questi artisti, superandole anche in termini di capacità evocativa e documentaria.
Riproporre oggi le vedute di Roma e dei dintorni realizzate dai maestri dell’800 danese significa per l’Amministrazione sottolineare la forza d’attrazione che il suo territorio ha esercitato in passato sugli artisti europei, e costituisce l’auspicio che Roma e la sua provincia mantengano al presente la stessa centralità nella vita culturale contemporanea.

Enrico Gasbarra
Presidente della Provincia di Roma

È con orgoglio e soddisfazione che l’Ambasciata di Danimarca a Roma, in stretta collaborazione con la Provincia di Roma, il Comune di Olevano Romano e il Vittoriano di Roma ha preso parte dell’organizzazione della mostra ‘800 Danese – Architettura di Roma e paesaggi di Olevano Romano. Come menzionato nella prefazione al catalogo, quasi 30 anni fa è stata esposta a Roma una raccolta di opere d’arte dell’età d’oro della pittura danese. La mostra di allora, che si svolse dal 9 novembre all’11 dicembre 1977 a Palazzo Braschi, si chiamava Pittori danesi a Roma nell’Ottocento. Tramite questa mostra e numerose altre, che si sono succedute a livello internazionale, e grazie a studi e ricerche sull’età d’oro dei pittori danesi, l’interesse per quell’epoca, per quegli artisti e, ovviamente, per quei paesaggi è andato rafforzandosi col passare degli anni. Oggi, con la mostra attuale, proposta in uno dei luoghi espositivi fra i più ambiti a Roma, siamo lieti di constatare che l’interesse per l’età d’oro danese è quanto mai vivo e forte. Oggi, tale interesse viene sottolineato attraverso la presenza all’inaugurazione, di cui siamo particolarmente orgogliosi, di Sua Maestà la Regina Margrethe II di Danimarca.
In linea con un ambito letterario in continuo fermento, e cioè quello che intende indagare sui diversi aspetti del gran tour di molti artisti europei nell’Ottocento, siamo altresì contenti di poter “invitare gli artisti danesi” a fare ritorno in quei luoghi, anzi nei “loro” luoghi – Olevano Romano, Roma e i dintorni capitolini – che ispirarono loro tanta bellezza artistica e tanta libertà d’animo da produrre quanto possiamo vedere oggi presso Il Vittoriano.
Oltre agli aspetti puramente artistici della mostra, essa segna anche un proficuo contributo nell’ambito dello scambio culturale fra l’Italia e la Danimarca. Tale scambio, obiettivo per noi prioritario e di grande valore, intende essere sempre più, com’è oramai comunemente riconosciuto, un forte e importante veicolo d’integrazione e comprensione reciproche fra i nostri popoli.
Con l’occasione vorremmo ringraziare i già nominati organizzatori della mostra, il Comune di Olevano Romano, Il Vittoriano di Roma e la Provincia di Roma. In particolare va menzionato il Sindaco di Olevano Romano, Guglielmina Ranaldi, il Vice Presidente del Consiglio Regionale, On. Guido Milana, il Direttore di Comunicare Organizzando, Dott. Alessandro Nicosia, nonché il Capo di Gabinetto della Provincia di Roma, Dott. Antonio Calicchia e tutto il suo staff.
Infine, un ringraziamento particolare va fatto al curatore del catalogo della mostra, Dott. Jens Peter Munk, all’instancabile Marianne Nordby, che ha seguito la programmazione della mostra sin dai suoi primi passi, nonché la Dott.ssa Gertrud With che ha tenuto i contatti con i musei danesi.

Flemming Stender
Incaricato d’Affari della Reale Ambasciata di Danimarca in Italia

I grandi esponenti del composito universo artistico scandinavo hanno sempre nutrito un grande trasporto verso il particolare tepore della nostra cultura mediterranea. La loro opera ne ha portato segni permanenti tra Ottocento e Novecento. Il miraggio della liberazione da un ancestrale e irremovibile senso di colpa, per esempio, ricorre frequentemente nei personaggi ibseniani. Tra i protagonisti di questo perpetuo tragitto verso l’Italia (intesa come Capitale della mediterraneità) sono da annoverare gli artisti danesi. In particolare i pittori interpretavano il viaggio culturale a Roma come un passaggio formativo ineludibile nella prospettiva del loro compimento artistico. Altri celebrati viaggiatori nel nostro Bel Paese hanno lasciato nei loro taccuini impressioni e testimonianza di vita; i pittori danesi hanno trasferito la consuetudine del taccuino direttamente nell’avvenenza della loro opera figurativa. E in questa direzione nettissima si sono mossi, peraltro, anche i poeti e i musicisti. La mostra che qui presentiamo raccoglie quindi una documentazione estremamente significativa nella ricostruzione di un periodo importante dell’arte europea. Pregio ulteriore della mostra è quello di raccontare la densa avventura creativa dei pittori danesi che, dal primo Ottocento, soggiornarono a Olevano Romano e che trovarono nell’intreccio di immagini suggerite dal luogo l’occasione per universalizzare l’ansia emotiva che li aveva sospinti a stabilirsi in questo Comune, eletto a laboratorio ideale e parentesi di pace nell’inevitabile tormento artistico.

Vincenzo Maria Vita
Assessore alle Politiche Culturali della Provincia di Roma

Con lo stesso entusiasmo di chi sa di raggiungere un traguardo importante, così la Comunità di Olevano Romano si appresta a vivere ed interpretare la mostra “’800 Danese. Architettura di Roma e paesaggi di Olevano Romano”, come una tappa significativa della propria storia e di quella viandanza, che ha condotto numerosi artisti dal nord Europa, in un luogo sperduto, dalla gente povera, ma disposta a condividere il poco, fosse anche il solo bicchiere di vino o il suono del flauto.
Basta una semplice passeggiata ad Olevano Romano per comprendere le ragioni di una presenza, quella degli artisti danesi, che dagli inizi dell’800 ha caratterizzato la nostra Comunità locale.
Una presenza che mai nel corso del tempo è venuta meno e che oggi, viene documentata da questa straordinaria mostra che rinsalda vincoli antichi, continuamente rinnovati dall’opera di artisti contemporanei e da un folto numero di cittadini danesi che, prediligono soggiornare nei nostri luoghi.
Il segreto di questa lunga viandanza dimora nella luce, nel paesaggio, nella ospitalità e detta il ritmo dei rapporti fra la nostra terra, la nostra gente e coloro che, con naturalezza, si sentono parte di questa realtà e la fanno propria, lasciando ai colori, il compito di rappresentare le loro emozioni. A tutt’oggi queste emozioni fungono da biglietto da visita della nostra cittadina nei diversi musei del mondo.
Ecco allora, che questo evento non può che significare un doveroso riconoscimento alla storia artistica di un piccolo borgo della provincia romana, che va ben oltre dall’essere solo un luogo geografico.
Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno creduto in questo progetto e ci sono stati accanto nella sua realizzazione, in particolare la Provincia di Roma, l’Ambasciata e i cittadini danesi che vivono tanta parte della loro vita con la nostra gente.
Un rinnovato grazie va ai musei danesi e ai collezionisti privati, allo staff organizzativo del Vittoriano e all’ADM Eventi.
Un saluto cordiale da parte di tutta la Comunità olevanese a Sua Maestà la Regina Margrethe II di Danimarca, la quale ha onorato con la Sua presenza questa nostra mostra.

Guglielmina Ranaldi
Sindaco di Olevano Romano

Nella prima metà dell’Ottocento numerosi artisti danesi, borsisti della regia Accademia delle Belle Arti, vennero a Roma. Qui vissero e lavorarono spesso per lunghi periodi studiando i monumenti antichi e apprezzando la bellezza e l’unicità della campagna romana. Questa rassegna, dopo quella del lontano 1977 a Palazzo Braschi ci mostra opere note e altre meno conosciute generosamente prestate da musei e da collezionisti privati che illustrano gli anni felici del lavoro romano di numerosi artisti danesi. Anche perché alcuni di questi pittori, abbastanza precoci, vennero in Italia quando erano ancora giovani.
L’ammirazione della Danimarca per il paesaggio e l’arte italiana ha radici antiche, quando i committenti dei palazzi e i loro architetti cercavano ispirazione nell’architettura italiana.
Il Museo Thorvaldsen a Copenaghen ne è un valido esempio, rappresentando una delle più incisive testimonianze non solo del proficuo soggiorno dello scultore a Roma (durato quarant’anni), ma anche di quanto l’arte italiana abbia saputo nutrire ed esaltare il talento dei grandi artisti danesi.
Sono quindi particolarmente lieto che questa prestigiosa esposizione, fortemente voluta dal Presidente della Provincia Gasbarra nell’ambito della 3° Festa di Primavera, nonché dagli amici di Olevano Romano, venga organizzata al Complesso del Vittoriano, che presenta ancora una volta un’esposizione dedicata alle innumerevoli bellezze del nostro paese che assumono in questo caso un significato più profondo in quanto ritratte da questi artisti stranieri innamorati di Roma e della sua Provincia. Ed è bello leggere nelle cronache dell’epoca che, dopo lunghi e estenuanti viaggi, una volta giunti alla meta con il passaggio di Porta del Popolo (dove sulla Piazza avevano l’abitudine di incontrarsi dopo intere giornate di studi e di lavoro negli atelier) si sentivano a casa.

Alessandro Nicosia
Direttore Generale di Comunicare Organizzando

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