Acquisti e doni nei Musei Comunali 1997-2005
Autori: Tittoni Maria Elisa
Formato: 28 x 21 cm
Legatura: Filorefe
Pagine: 208
Anno edizione: 2006
ISBN: 9788849209358
EAN: 8849209355
UB. INT. : T512B V12a
Contenuto
Poco meno dieci anni fa, al Palazzo delle Esposizioni, fu realizzata la mostra “Acquisti e Doni nei Musei Comunali. 1986-1996”. Quell’evento espositivo, che rispecchiava la varietà e l’eterogeneità delle raccolte artistiche del Comune di Roma, rappresentò un tappa importante per il successivo lavoro di sviluppo svolto sul patrimonio museale della Capitale. Oggi, finalmente, le ricchezze della nostra città possono trovare nel Sistema dei Musei Civici un valido strumento per la miglior conservazione e promozione di quel variegato insieme di opere d’arte esposto nelle nostre collezioni. In questi anni l’impegno dell’Amministrazione si è profuso in diverse direzioni, con obiettivi che potevano sembrare ambiziosi, ma che io credo si possano considerare felicemente raggiunti: molti musei chiusi da tempo, come il Museo di Roma a Palazzo Braschi, sono stati “restituiti” ai cittadini e ai turisti che visitano la nostra città, e altri sono stati istituiti ex novo come il Museo della Casina delle Civette a Villa Torlonia. Si è iniziato a colmare il vuoto che ha circondato per anni la divulgazione scientifica con la riapertura all’Eur del Planetario e del Museo Astronomico e la nuova vita del Museo di Zoologia al Bioparco; è di questi giorni, inoltre, il riordino di alcune sale dei Musei Capitolini e la collocazione del Marco Aurelio sotto la cupola progettata da Carlo Aymonino: una straordinaria piazza-agorà col cielo di vetro dove antiche statue bronzee dialogano con gli imponenti resti del Tempio di Giove. È stato fatto è molto grazie all’impegno di tutti, ma la valorizzazione piena del nostro patrimonio si ottiene anche attraverso il suo continuo ampliamento e aggiornamento. L’Italia è stata la culla del mecenatismo e quella generosa attitudine sembra oggi rinascere grazie alla fiducia e al legame col territorio che le istituzioni museali hanno saputo conquistarsi in questi ultimi tempi, come testimoniano le numerose donazioni ricevute. Occorre continuare su questa strada, affiancando l’impegno dell’Amministrazione ad investire nella politica di acquisizione di opere d’arte. Questa mostra assume, quindi, anche un valore di invito. È un’esortazione ai collezionisti ad aprirsi sempre più ad una dimensione collettiva, a condividere la propria passione individuale col piacere di molti. È anche, questa mostra, un impegno che il Comune conferma rispetto a un modello di qualità nella fruizione che guida e continuerà a guidare le nostre azioni. Sapendo che sono anche i segni e gli esempi lasciati da noi contemporanei a costituire la memoria delle generazioni future.
Walter Veltroni
Negli ultimi anni, nel quadro di un’attenzione sempre più forte dimostrata dal grande pubblico nei confronti delle problematiche inerenti i beni culturali, un ruolo sicuramente centrale hanno assunto soprattutto quelle iniziative di valorizzazione dei tesori d’arte del nostro paese che si sono via via espresse con operazioni di recupero di immobili degradati, riapertura di musei inaccessibili da anni e riscoperta, mediante riformulazioni degli allestimenti museali o realizzazione di attività espositive, di opere abitualmente custodite nei depositi e note solo agli specialisti. In questa complessiva opera di “riemersione” di un patrimonio artistico così capillarmente diffuso in Italia – e a Roma in specie – da divenire spesso, paradossalmente, “invisibile” ai nostri occhi, un aspetto a volte misconosciuto è quello legato alle attività che rendono l’istituto museale un organismo vivo e pulsante e non solo un deposito di memorie, storicizzato e chiuso una volta per tutte, di una civiltà artistica. Uno dei compiti fondanti del Museo è infatti quello di conoscere e valorizzare le proprie collezioni che, malgrado abbiano una data di nascita e un’origine ben individuabili, sono complessi assimilabili proprio ad un organismo umano che, una volta consegnato al mondo nella sua forma costitutiva iniziale, non può far altro che accrescersi, svilupparsi e caratterizzarsi sempre più assecondando ed esplicitando le sue inclinazioni originarie. L’attività di acquisizione di nuove opere d’arte rientra pertanto nelle potenzialità che ogni museo esprime nel suo rapportarsi con il mondo, dialogando con il mercato antiquario come con i moderni mecenati nel suo sforzo incessante di esprimere compiutamente e nella loro ricca complessità i valori di cui è portatore; e in questo senso sono assolutamente lieto di portare all’attenzione del pubblico, romano e non, l’intenso lavorìo che ferve in questa direzione nel circuito dei musei del Comune di Roma, siano essi di lunga e gloriosa tradizione come di prossima istituzione.
Una sapiente politica di acquisizioni unita alla munificenza di moderni, generosi donatori, ha portato in meno di due lustri nelle raccolte comunali ora veri e propri capolavori, ora tasselli comunque di grande importanza nella ricomposizione complessiva della trama delle collezioni dei singoli musei. Si tratta di un patrimonio della cui consistenza, dopo l’ampia rassegna del 1996 a Palazzo delle Esposizioni, potrà agevolmente rendersi conto il lettore che voglia immergersi vasto e variegato ventaglio di tipologie ed epoche che il ricco apparato illustrativo del volume offre in tutto il loro splendore.
Gianni Borgna
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