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Annuario di progettazione architettonica

Riprogettazione, ristrutturazione dell'area Ex Mattatoio

Autori: Roma Tre

Formato: 15 x 21 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 144

Anno edizione:

ISBN: 9788849206661

EAN: 8849206666

UB. INT. : T422C V00f

Contenuto

“Ti va di raccontarmi il tuo progetto?”.
Sono passati un pò di anni da quando, passando casualmente in Facoltà durante un esame di progettazione, interessata ad uno dei progetti esposti, ho visto la faccia un pò perplessa della persona a cui avevo rivolto questa domanda. Di qui la riflessione che spesso, molto spesso, riusciamo a farci chilometri per vedere la mostra di questo piuttosto che di quell’architetto, mentre sempre, quasi sempre, non osserviamo quello che ci è più vicino. È difatti inusuale andare a vedere gli esami dei laboratori di progettazione dei nostri colleghi che spesso sono delle vere e proprie mostre di “piccoli architetti”, provati, stanchi, ma che di sicuro ci mettono l’anima.
A questo scopo un annuario, nel senso di una raccolta ragionata dei prodotti dei corsi di progettazione, diventa uno strumento utile per risvegliare l’interesse reciproco tra gli studenti, uno stimolo a scoprire cosa faccia il proprio vicino di aula. Uno strumento per i nuovi iscritti, che spesso si trovano inseriti in un laboratorio soltanto per la lettera iniziale del proprio cognome e non per scelta, che permetta di individuare fra i professori, fra i temi o i metodi didattici quelli che più possono risultare affini alla propria indole e ai propri interessi.
Uno strumento fatto dagli studenti per gli studenti, senza influenze esterne.
Questa mia iniziativa era rimasta nel cassetto per qualche anno, arenatasi fra le faccende burocratiche (aspettare l’uscita del bando per i finanziamenti dell’ateneo per le iniziative studentesche, la non coincidenza dei termini con l’inizio dei laboratori), fin quando i Tspoon, che erano a conoscenza della mia idea, mi hanno proposto di riaprire quel cassetto. Abbiamo organizzato un gruppo di lavoro, costituito da studenti dell’ultimo anno: una giuria che fosse presente ad ogni appello di tutti gli esami di progettazione e che selezionasse alcuni progetti sulla base di criteri indipendenti dalla valutazione accademica. La selezione dei progetti è iniziata con gli appelli di gennaio e febbraio, mentre la risposta dell’ateneo alla richiesta di finanziamento sarebbe stata comunicata solo in marzo. Risposta che però è stata negativa in quanto, per ottenere quei finanziamenti è necessario rispondere a un determinato numero di requisiti. Il requisito non rispettato era quello del mancato coinvolgimento di più Facoltà, poiché il progetto riguardava soltanto quello di architettura. Il lavoro era già stato avviato ed il progetto suscitava l’interesse dei professori e creava aspettative negli studenti. I tanto agognati finanziamenti ci sono stati così concessi direttamente dalla Facoltà. Ma sarebbero bastati per sole mille copie. Di qui la decisione di vendere la pubblicazione, sia per poter stampare le copie mancanti che per andare a costituire un fondo che possa essere la base economica per l’annuario del prossimo anno accademico.
Il lavoro è stato molto interessante, anche se coordinare sedici teste pensanti, ognuna con i suoi impegni, idee e problemi, non sempre è stata impresa facile. E a questo proposito vorrei particolarmente ringraziare Davide Sacconi che ha sgravato il mio impegno nei mesi in cui ero occupata a completare la mia tesi di laurea ed Enrico Bonafede, il nostro grafico, che pur non essendo direttamente legato alla facoltà, ha lavorato gratis come tutti noi.
L’architettura è lavorare in gruppo, è collaborazione; ma da persone differenti, con idee diverse e diverse formazioni sono spesso scaturite discussioni costruttive, per noi e per il prodotto che alla fine presentiamo. Discussioni da cui è emerso che questo progetto poteva significare molto di più di quanto si pensasse all’inizio, che poteva prendere altre direzioni, altre interpretazioni. Che può essere la base per la presa di coscienza dello studente in relazione all’importanza del suo ruolo all’interno del dibattito collettivo.

Jana Kuhnle

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