Calabria Antica

Reggio, Locri, Crotone: dentro questo triangolo attorno a un cuore greco è disposto il viaggio, scientificamente attrezzato e storiograficamente assestato, che Carmelo Turano compie in Calabria antica. Tutto parte dalla storia e tutto è ricondotto alla storia: ciò che è, ciò che non è più, viene rivisitato e recuperato in duro cimento, sempre vittorioso, con fonti e testimonianze, le quali, seppure circondate da millenario e ossesso caudatarismo, mai hanno la forza di ammutolire l’autore o quanto meno di costringerlo ad una fideistica accettazione. È in questo modo che il libro cresce, insegna un metodo, apre finestre storiche, sottrae avanzi, iscrizioni, monumenti e riti alla schiavitù dei se e dei forse, dell’ipotesi e della supposizione. E, infine, costruisce un quadro della Calabria antica e sommersa, né antiquaria né reliquaria, vissuta come civiltà, che ancora parla, non come nostalgia, che manca l’appuntamento col presente.

Carmelo Turano (Reggio Calabria 1923) ha al suo attivo fecondanti e sodi studi sulla Calabria antica che è venuto esplorando con metodo rigoroso, di continuo alimentato da una salda preparazione filologica e archeologica, storica e geografica dei luoghi della Calabria dove l’arte depose i suoi monumenti, la letteratura i suoi miti, la mano dell’uomo le trame urbanistiche, il voto dell’anima i tempi, il nomadismo guerriero i segni della storia.