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Circonferenza cosmica – Cosmic circumference

Facing English text

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 80

Anno edizione: 2006

ISBN: 9788849211504

EAN: 8849211503

UB. INT. : T811G V12g V41e

Contenuto

Circonferenza cosmica è il titolo di una mostra di quattro artisti, Bizhan Bassiri, Mario Lamorgese, Maurizio Mochetti e Marco Tirelli, ispirati a quelle forme geometriche che hanno sempre occupato un posto speciale nella mente umana: il circolo e la sfera.
Fin dall’antichità l’uomo immaginava la Terra piatta, come un disco, circondata da un grande fiume circolare, e coperta da un’immensa sfera cristallina su cui erano fissate le stelle, che la sfera ruotando da est a ovest faceva sorgere e tramontare. Su quella sfera abitavano gli dei, Giove re degli dei, suo padre Saturno, la splendente Venere dea dell’amore, Marte dio della guerra, rosso come il sangue versato dai combattenti e il veloce Mercurio, protettore dei ladri e dei commercianti (senza offesa per questi ultimi). Poi osservando le barche sul mare che sparivano dietro l’orizzonte ci si rese conto della curvatura della Terra : da disco divenne una sfera, una sfera perfetta, anche se oggi dovremmo deludere i nostri antichi predecessori, perché sappiamo che a causa della rotazione attorno all’asse polare è leggermente schiacciata ai poli. Per spiegare i moti dei pianeti (o stelle erranti, dal greco planhthV) gli antichi immaginarono una serie di sfere ruotanti attorno alla Terra che trasportavano la Luna, il Sole , Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. Ci vollero secoli perché l’intuizione di Aristarco, che fossero la Terra e gli altri pianeti a girare attorno al Sole, centro del sistema solare, e non la Terra, fosse accettata. L’inganno dei sensi e la superstizione religiosa, secondo cui Dio aveva creato la Terra per l’uomo e perciò essa doveva essere il centro dell’universo, non il Sole, fecero sì che il sistema copernicano fosse ancora combattuto fino a tre secoli fa. Copernico pubblicò il suo sistema, mostrandolo come una possibile ipotesi per spiegare i moti dei pianeti, non come una certezza, e pubblicò il suo De Revolutionibus Orbium Coelestium solo nell’anno della sua morte, nel 1543, sfuggendo così ai rigori della Chiesa. Galileo, difensore della teoria copernicana, fu invece costretto ad abiurare. Ma anche Copernico non si era del tutto liberato dalle antiche credenze, perché anch’egli mantenne l’idea aristotelica che il cerchio e la sfera fossero figure perfette e pertanto le orbite dei pianeti dovevano essere circolari. Fu Keplero, contemporaneo di Galileo, a dimostrare che le orbite dei pianeti non sono circoli ma ellissi.
L’ellisse: altra figura geometrica che insieme al circolo ha sempre attratto l’attenzione degli artisti di ogni epoca, che insieme al circolo decora chiese e palazzi.
Ma la sfera la ritroviamo ancora nell’antica Grecia , il gioco della sfera, o il gioco della palla a cui giocavano Nausicaa e le altre eroine dell’Odissea, palle di pietra sono state ritrovate in campi da gioco dei toltechi dell’antico Messico, che pure non conoscevano la ruota. Il dio pallone che oggi impera nei campi di calcio, di basket e di pallavolo e la sua moderna modifica in palla ovale, il pallone del rugby o football americano è un altro inno a queste universali figure geometriche.
I bambini del XIX e la prima metà del XX secolo giocavano col cerchio, e i più poveri con i cerchioni smessi delle biciclette.
Dunque in cielo e in terra, nei campi da gioco e nelle chiese, ovunque troviamo queste magiche figure geometriche. E circoli e sfere, ellissi e ellissoidi, archi di ellissi, proiezioni ellittiche di cerchi, immagini di sfere giallastre che al bordo sfumano nel grigio come le immagini del sole visto al telescopio sono le opere che popolano questa mostra.
Anche il nostro universo, quello che conosciamo oggi attraverso i giganteschi specchi circolari dei maggiori telescopi del mondo è fatto di palloni di gas quali sono le stelle, azzurrastre come Rigel della costellazione di Orione, bianche come Sirio o Vega, giallastre come il nostro Sole o Procione del Cane Minore o rosse come Aldebaran del Toro o Betelgeuse ancora di Orione; questi palloni accompagnati da sfere minori, i loro pianeti, popolano la Via lattea, un immenso disco circolare da cui si staccano i bracci spirali. E come la Via lattea altre centinaia di miliardi di galassie popolano l’universo, alcune di perfetta forma sferica, altre ellissoidi più o meno schiacciate, altre ancora, le più belle, con eleganti spirali avvolte attorno a un nucleo sferico.
Lo spazio interstellare praticamente vuoto è immerso nel più assoluto silenzio, anche se le onde radio emesse dalle nubi interstellari, dal Sole e dalle galassie arrivano ai nostri ricevitori e si trasformano in suoni, o meglio in rumori. Dal Sole riceviamo un fruscio continuo interrotto da fischi e crepitii improvvisi che mi rimanda alla drammaticità delle musiche di alcuni compositori contemporanei.
Se l’uomo scomparisse dalla Terra totalmente l’equilibrio ecologico si ristabilirebbe nel giro di pochi anni, le specie in via d’estinzione ricomincerebbero a crescere. Siamo noi i grandi distruttori della vita e dell’ambiente, ma siamo anche noi capaci di immaginare i rimedi. Soltanto ci vuole la volontà di attuarli, e attuarli significa cambiare modo di vita, modo di produrre, impegnare grandi risorse economiche da parte dei governi di tutto il mondo.
Il Sole, il vento, le energie della Terra andrebbero sfruttate di più per produrre energia, per purificare l’atmosfera e gli oceani, per rispettare di più la natura, le foreste , gli habitat naturali di tanti animali, nostri compagni di viaggio su questo pianeta, e che noi sfruttiamo e riduciamo in schiavitù.
Non so quale possa essere il contributo degli artisti per cambiare il mondo in questa direzione, se non la loro sensibilità e capacità di far apprezzare la bellezza, l’importanza di conservarla per le generazioni a venire, per non precipitare in una arida cementificazione dell’intero pianeta, in cui l’unica specie sopravvissuta sia l’uomo tecnologico. (Margherita Hack)

Cosmic circle is the title of an exhibition of four artists, BizhanBassiri,
Mario Lamorgese, Maurizio Mochetti and Marco Tirelli,inspired by
the geometric forms that have always occupied aspecial place in the
human mind: the circle and the sphere.

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