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Concerto Sconcerto. Danilo Maestosi

A cura di: Siniscalco Carmine

Formato: 21 x 29,7 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 32

Anno edizione: 2010

ISBN: 9788849218718

EAN: 8849218710

UB. INT. : T504B V12h

Contenuto

Danilo ha cominciato ad esporre nel 1999, ad oggi ha partecipato a prestigiose collettive in spazi pubblici e privati, in Italia e all’estero, e tenuto personali in gallerie romane e non solo, e nel Complesso del Vittoriano, sempre a Roma, dove oggi si presenta per la terza volta. Lavora per cicli questo intellettuale che spazia dalla penna al pennello, dalla carta alla tela, dall’inchiostro al colore. I termini qui usati possono essere scambievolente utilizzati per l’una e l’altra delle sue attività: Danilo scrittore ha infatti uno stile ricco di colore e affabulatorio, nelle sue critiche e presentazioni sempre interessato alla personalità dell’artista e non soltanto alla sua opera, e Danilo pittore scrive e racconta storie che hanno talvolta un riferimento autobiografico, come nella serie dedicata a LA VIA DELLA SETA, altre volte affrontano temi sociali ed ecologici o comunque legati ad eventi e drammi storici, quali le opere nate per le PARABOLE e per la SHOAH, ed altre volte ancora sono sensibili interpretazioni ed esteriorizzazioni di sensazioni ed emozioni. Quali appunto le opere esposte in questa personale al Complesso del Vittoriano, ciascuna dedicata ad una composizione musicale, dalla sinfonia al jazz, dalla melodia alla cacofonia: la nota diventa qui pennellata, l’accordo una velatura, l’allegro un rutilante vortice di colori, l’adagio una solenne campitura, un requiem un drammatico mosaico di neri falciati da lampi luminosi, un pezzo folk un inseguirsi di vernici vivaci e ballerine, una messa l’offerta sacrale di una trascendente tavolozza. Danilo è motivato dalla musica, e questo lo si sente anche nelle opere che appartengono ad altri cicli pittorici, per il movimento quasi ritmico delle sue pennellate ed i segni che a volte appaiono nelle sue composizioni, nelle opere più recenti graffiti catramati che si sovrappongono a stesure colorate, accompagnandone le ondulazioni e le non-forme delimitate dal nero pece che sulla tela diventa colore. Non è di certo pittura figurativa quella che oggi ci riserva Danilo Maestosi, né lo era quella di ieri, delle prime esposizioni, anche se in queste si sarebbe potuto, volendolo, trovare più decisi elementi di richiami alla figurazione. Ma che importanza ha dare una definizione e classificare quella che è l’espressione di una sensibilità dalle varie sfaccettature e personalità, tradotta sulla tela in una lirica astrazione che insegue talvolta simulacri di forme appena accennate o suggerite? È importante invece individuarne la sincerità, che è la qualità dell’uomo, scrittore e pittore, riservato e severo nei giudizi, ma anche disponibile al dialogo ed attento, un artista che merita di essere approfondito e seguito in un percorso artistico rispettoso delle regole ma indipendente, aperto alle innovazioni ma fedele allo stesso tempo ad una tradizione che rispetta la ricerca e la manualità. [dalla presentazione di Carmine Siniscalco]

Danilo Maestosi,1944, romano. Giornalista professionista dal 1966 ha lavorato come esperto di archeologia, architettura, spettacolo, ambiente, arte per varie testate: Tempo, Paese Sera, Rai (Per voi giovani, Primafila, etc.), Ansa, e Messaggero, con cui continua a collaborare come critico d’arte. Dirige una rivista per cinefili on-line “Cinema del silenzio”. Dipinge da sempre ma ha cominciato ad esporre dal 1999.

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