De Rerum Natura

Due volumi indivisibili.
Telèsio, Bernardino. Cosenza 1509 – ivi 1588. Primogenito di sette figli, lasciò giovanissimo Cosenza per seguire lo zio Antonio prima a Milano, poi a Roma, dove nel corso del “sacco” del 1527 fu fatto prigioniero. Studiò a Venezia e a Padova prima di trascorrere un lungo periodo di meditazione in un convento benedettino. Rimasto vedovo, rifiutò l’offerta dell’arcivescovato di Cosenza fattagli da Pio IV, e più tardi un incarico di filosofia. Ritiratosi a Cosenza, incrementò l’attività dell’Accademia cosentina. Nei suoi scritti, soprattutto nel De rerum natura iuxta propria principia, sua opera fondamentale, affermò di voler coltivare un “sapere totalmente umano”, seguendo “esclusivamente il senso e la natura, che, sempre coerente a se stessa, fa sempre le stesse cose allo stesso modo, ed opera sempre egualmente”. Perciò contrastò non tanto con Aristotele, quanto con aristotelismo rinascimentale, e fondò in un certo senso l’empirismo moderno, influendo notevolmente sui filosofi successivi, specie su T. Campanella e G. Bruno. Il suo pensiero, infatti, suscitò fervidi entusiasmi e, d’altra parte, fiere opposizioni, specie a opera di I. A. Marta, che contro il T. scrisse un “Propugnaculum Aristotelis adversus principia” B. Telesii (Roma, 1587).