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Fernanda Mancini

Il pensare le immagini è il luogo e il tempo delle icone - Das Denken von Bildern als Ort und Zeit der Ikone

A cura di: Apa Mariano

con parte dei saggi in tedesco

Formato: 22 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 96

Anno edizione: 2018

ISBN: 9788849236866

EAN: 9788849236866

UB. INT. : T449F V13a V44d

Contenuto

Mit einigen Beiträgen in deutscher Sprache

Un praticare l’arte come esperienza del pensiero, come eccitazione di una mistica visione. Fernanda Mancini tra Roma e Berlino, tra Monaco e Varsavia, ridisegna l’Europa dell’Avanguardia con i sentimenti, la disciplina e le passioni della Poesia. Nel corso degli anni il ricercare nelle terre e nelle acque delle arti e il confabulare con l’arte e il trovare dell’arte, han condotto Fernanda Mancini ad una sua coerente e giustificata compagine critico estetica, pervenendo ad una felice rappresentazione di uno spazio d’arte dove l’emozione conduce a maturità di espressione la plurale disponibilità delle proprie intuizioni. Non si tratta di rincorrere le quantificate cataste accumulate dai calendari degli inquadramenti storico critici; si tratta per l’artista nella propria coscienza di far maturare un disincanto che traduca la bonaccia nichilista in frescura aurorale, là dove lo sguardo raccoglie i suoi tutti degli inizi. Ciascun artista ambisce alla identità della propria forma, del linguaggio e dello stile, che dimostri il proprio vedere. Così Fernanda Mancini realizza uno scomparto di cicli iconografico iconologici volti a definire, in una prospettiva di ampio respiro, la qualità di una eccellenza che infine proclama nei propri lavori la propria specifica unità. Il lavoro è sostenuto da una solida impalcatura filosofica. Affinando il pensare filosofico alla lettura di scritture “epico/epocali” – da Rilke a Mann, ad esempio – Fernanda Mancini evita le domande della tradizione concettualisticamente tautologica e si innerva per sentieri che, tra il trascorso heideggeriano del sentiero interrotto ed eventualmente anche comunque dove l’essere risulta del sentiero ritrovato, svelano l’intrico felice dell’essere l’arte un Bosco Sacro dove, se pur inconsciamente, si rincorrono le sapienze di Puvis de Chavannes o i funambolici deliri misticheggianti di Joséphin Péladan; da cui i sali caldissimi delle saune francesi, a Parigi in Estate, che nell’opera di Fernanda Mancini si convertono nelle fredde stanze tedesche – con gli Inverni di Weimar e München – dove pensano e respirano Wolfgang Goethe e Franz von Stuck: così che l’insieme della ricerca di Mancini sembra quasi come pervenuta ad una sua originale riscrittura del rivisitato Wilhelm Meister.
dalla presentazione di Mariano Apa

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