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Finestre sul paesaggio

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 160

Anno edizione: 2006

ISBN: 9788849209815

EAN: 8849209819

UB. INT. : T408D V03b

Contenuto

L’architettura oggi è piú che mai un’architettura di relazioni anziché di puri oggetti, di spazi relazionali dinamici anziché di scene statiche.
È spesso un progetto come geografia, ossia si assume il compito di commentare e arricchire le forme della geografia.
È spesso un progetto come mediatore fra contesti morfologici diversi, ossia un progetto che si assume il compito di mettere in relazione o comunque di sottolineare le differenze fra diverse situazioni morfologiche e proprio da queste intersezioni trae vita.
È spesso un progetto di spazi intrecciati e complessi, che dialogano strettamente con la struttura articolata e rarefatta della città e del territorio contemporanei.
Lo spazio ha da sempre un ruolo centrale nella composizione architettonica, cosí come nelle esperienze artistiche contemporanee. È sempre piú importante indagare la concezione dello spazio architettonico e il ruolo del vuoto nella composizione di un sistema di relazioni significative fra edificio e luogo e, in particolare, nelle strategie e nelle tecniche di soluzione dei rapporti interno-esterno.
C’è tutto un filone dell’architettura contemporanea che progetta per vuoti, che insegue come risultato primo dell’operazione progettuale la realizzazione di spazi architettonici “materici” prima ancora che di oggetti architettonici volumetricamente pensati, la realizzazione di involucri e di interni prima che di masse e di esterni. L’architettura e la città cosí concepite sono, prima d’ogni cosa, sistemi di relazioni fra spazi, concatenazioni di spazi. In questo senso si può istituire un sottile rapporto di sintonia fra la concezione dello spazio che lega alcune ricerche rinascimentali e quella che è alla base delle ricerche sullo spazio moderno, nonché delle sperimentazioni di molti autori contemporanei, non solo nel campo dell’architettura ma anche dell’arte.
Il paesaggio ha ormai assunto una centralità inusitata nella costituzione morfologica della città contemporanea.
Le aree “vuote”, un tempo spesso concepite come lacune nel tessuto della città compatta, diventano oggi sempre piú occasioni fondanti della nuova forma urbana.
Le aree di margine, di interstizio, di risulta, possono diventare aree strutturanti la nuova città-paesaggio. Non piú città-città o città-territorio o città diffusa, ma città-paesaggio, ovvero una città tendenzialmente conformata dal paesaggio e dai suoi elementi caratterizzanti, in cui il progetto del vuoto può diventare prevalente sul progetto del pieno, in cui anzi lo spazio vuoto è potenzialmente il pieno, la materia stessa della costruzione urbana.
Una città, quindi, che ritorna a fare della geografia il carattere fondante della propria forma, in cui l’architettura si ripropone quale strumento di “collaborazione con la terra” e di “misurazione della terra” e non piú come elemento oppositivo, in quanto artificiale, alla natura dei luoghi.
Nell’azione progettuale sulle aree urbane di margine, ai confini fra città e territorio naturale e agricolo, nei pressi di infrastrutture di grande scala, in margine a elementi geografici rilevanti (aree fluviali, marittime, pendici montane ecc.), in presenza di aree dismesse da installazioni industriali, minerarie, ecc., il riferimento primario dell’architettura non sembra allora piú essere tanto la consueta attenzione per la morfologia urbana e lo spazio urbano tradizionale, quanto un diretto rapporto con le forme del paesaggio “terrestre”. In questo senso sembra necessario aggiornare gli strumenti di analisi e di progetto che nella nostra tradizione italiana sono stati elaborati con un’attenzione speciale alla morfologia urbana, e che devono ormai mettere in campo anche la morfologia del paesaggio (urbano e naturale).
I testi proposti in questa collana tendono a definire strategie intese a “fondare” un progetto in un luogo, tenendo conto primariamente degli aspetti relazionali tra architettura e luogo, e piú specificamente tra architettura e paesaggio, che possono informare di sé il progetto stesso e diventarne quindi fattori decisivi nel processo ideativo.

Nel settembre 2000 il Comune di Fermignano (Pesaro-Urbino), patria di Donato Bramante, e la facoltà di architettura dell’Università Iuav di Venezia, organizzarono un seminario internazionale di progettazione della durata di due settimane, al titolo Fermignano: architetture fra città e paesaggio, cui partecipò un folto gruppo di studenti di architettura provenienti da università spagnole, slovene e italiane.
Il presente libro riproduce, nella forma di un’antologia, le lezioni sul tema dei rapporti fra architettura e paesaggio proposte dai docenti invitati, con l’integrazione di alcuni saggi più recenti.
Nell’appendice è riportata una sintetica documentazione della sperimentazione progettuale compiuta sulla città di Fermignano durante il workshop e nelle parallele esperienze didattiche all’Iuav di Venezia.

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