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Galantuomini e cafoni prima e dopo l’Unità

Scritti di G. Fortunato con un saggio di Gaetano Cingari

Formato: 15 x 21 cm

Legatura: Rilegato

Pagine: 210

Anno edizione: 1982

ISBN: 9788874480999

EAN: 8874480997

UB. INT. : T807E V23f R

Contenuto

Nel “Decorso ideale dal 1860 al 1866”, capitolo conclusivo della sua Storia dei moti della Basilicata e delle province contermini nel 1860, Giacomo Racioppi scriveva che “affermato il diritto e il fatto dell’Unità, l’Italia si trovò, il giorno stesso, in faccia a tre questioni che ne dominavano lo svolgimento e la vita: – la questione veneta; la questione romana; l’assimilazione interna”. E aggiungeva che “dalla questione veneta dipendeva la esistenza dell’Unità; dalla romana il complemento dell’Unità; dall’assimilazione interna la durata dell’Unità”. Lo storico e patriota lucano poneva così la questione meridionale. La definiva “assimilazione interna”, ma i suoi caratteri specifici indicavano i contenuti che, di lì a qualche decennio, avrebbero qualificato la storica questione del rapporto tra lo Stato unitario e il Mezzogiorno. Le cause prossime, secondo Racioppi, nascevano dai due vizi fondamentali della unificazione, che era stata “troppo subitanea ed universale nella comprensione” e “troppo stretta e municipale nel concetto”. L’unificazione “non curò d’interessi e di precedenti storici, di consuetudini e d’individualità secolari: perché una fosse la foggia ed uniforme la grandezza del calzare, non le calse che ad un piede stringesse troppo ed allargasse troppo dall’altro”; “come troppo stretta, addivenne municipale e frazionata al modello subalpino”.
(dall’Introduzione)

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