Gioventù Ribellle / Rebel youth
Immagine di una rivoluzione / Images of a revolution
A cura di: Pizzo Marco, Martinez Emanuele
Facing English text
Formato: 24 x 22 cm
Legatura: Filorefe
Pagine: 64
Anno edizione: 2011
ISBN: 9788849221992
EAN: 8849221991
UB. INT. : T444C V14d V42e V24f
Contenuto
Poco meno di vent’anni di egemonia e dominazione napoleonica avevano fortemente inciso sulla mentalità di una generazione di Italiani, che da quel periodo avevano avuto una bandiera, una consolidata coscienza nazionale e la possibilità di conoscersi meglio sia entro gli ampi confini territoriali che li comprendevano, sia sotto le armi in ogni parte d’Europa. Quella generazione aveva goduto di rilevanti riforme in campo politico, amministrativo e giudiziario, e si era ritratta dal legame con Napoleone solo di fronte al continuo bagno di sangue e alle crescenti tasse che l’Impero imponeva per uno stato di guerra che non aveva avuto soluzioni di continuità Quella generazione aveva avuto il tempo per educare la successiva ai valori positivi che aveva riscontrato nel periodo rivoluzionario e nell’età napoleonica: in diversa e variegata gradazione aveva apprezzato i principi di libertà e fratellanza, e il modo di applicarli al governo della comunità. Che cosa restava di tanto fervore alla nuova generazione dopo il Congresso di Vienna? Poco o nulla: il ritorno dell’ancien régime non contemplava che assai limitate concessioni a quanto emerso in quasi quattro lustri di profonde trasformazioni sociali, politiche, amministrative ed economiche. Per tale gioventù, che crescerà e maturerà negli anni tra il 1815 e il 1848, non vi era altra scelta che divenire “ribelle”, non potendo accettare il ritorno a valori e princìpi che gli stessi genitori avevamo posto in discussione o subito passivamente senza aderirvi. Lo spirito romantico dell’epoca incanalò la ribellione di questa gioventù, nobile o borghese che fosse, nell’iniziativa personale, nella testimonianza o nel sacrificio individuale, ma gli esempi che questa Mostra presenta ci indicano con chiarezza come quei sacrifici non furono compiuti invano. [dal testo introduttivo di Romano Ugolini, Presidente dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano]
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