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Giuseppe Uncini. Carte

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 48

Anno edizione: 2005

ISBN: 9788849209150

EAN: 8849209150

UB. INT. : T802E V13c

Contenuto

Giuseppe Uncini nasce a Fabriano nel 1929. Nel 1953 si trasferisce a Roma su invito dello scultore Mannucci che lo accoglie nel suo studio dandogli la possibilità di frequentare Afro, Burri, Cagli, Capogrossi, Colla, De Kooning, Leoncillo, Marca Relli e Turcato. Nel 1957 inizia il ciclo di opere chiamate Terre, tavole realizzate con oli e tempere, tufi, sabbia, cenere e terre dove si avverte una chiara attenzione materica. La svolta nell’evoluzione artistica di Uncini è del 1958 con la creazione del primo Cementarmato, un’opera/oggetto costruita con il cemento. Combinando cemento e ferro, Uncini concretizza la sua idea di costruire oggetti nel senso di comporre e scomporre, combinare e giustapporre, aprire e chiudere, concretizzare e materializzare lo spazio ed il segno; segno come presenza, spazio come misura. Il cemento, materia che chiaramente si identifica con l’idea della costruzione, si articola in superfici che spesso riportano l’impronta delle casseforme, mentre i ferri strutturano lo spazio e lo disegnano. Si susseguono diverse mostre che vedono insieme la così detta Giovane scuola romana: Uncini, Festa, Lo Savio, Angeli e Schifano.
La sua prima importante personale è del 1961, alla Galleria l’Attico di Roma. Nel 1962, con Biggi, Carrino, Frascà, Nato, Pace, e Santoro fonda il Gruppo Uno che si scioglierà nel 1967.
La ricerca di Uncini prosegue dal 1962 al 1965 con i Ferrocementi, dove il cemento gettato a creare superfici neutre si contorna di un tondino in ferro che talvolta prosegue all’interno dello spazio, sottolineando la contrapposizione spaziale tra linea e superficie.
Seguono nel 1965 il gruppo di lavori Struttura spazio che saranno poi presentati alla XXXIII Biennale di Venezia del ’66, oggetti geometrici in acciaio o alluminio lucido che nella loro tridimensionalità scultorea fanno da precursori delle grandi installazioni successive, le Ombre in cui l’artista costruisce materialmente sia l’oggetto che la sua ombra.
Nel 1968 Palma Bucarelli gli commissiona la Porta aperta con ombra che verrà esposta a divisione di due ambienti nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
L’incontro con la Galleria Christian Stein a Torino (personali nel 1968, 1971 e 1975) e con lo Studio Marconi a Milano (personali nel 1973, 1976, 1980 e 1995), segnano una tappa importante nella carriera dell’artista.
Segue la serie di opere dei Mattoni, in cui la massiccia struttura architettonica creata da muri in mattoni dialoga e si confronta con la propria ombra, anch’essa costruita e resa volume.
Gli anni ’80 sono segnati dalle Dimore, superfici che danno l’idea di un paesaggio architettonico: edifici, porte, finestre, soglie e loro ombra portata. Seguono alle Dimore i Muri d’ombra e gli Spazi di ferro, che espone alla galleria Mara Coccia di Roma.
Nel 1984 Uncini è nuovamente alla Biennale di Venezia con una sala personale. Nel 1990 partecipa alla rassegna L’altra scultura a Madrid, Barcellona e Darmstadt. Con le opere Spaziocemento nel ’94 Uncini inizia la collaborazione con la Galleria Fumagalli di Bergamo. Prosegue il suo lavoro con la serie dei Tralicci e dei Muri di cemento, opere che rimandano alla storica serie dei Cementarmati riprendendone l’essenzialità e il rigore.
Nel 1999 espone al PS1 di New York in Minimalia. Da Giacomo Balla a… Nel 2001 una importante retrospettiva sul lavoro di Uncini si tiene alla Stadtische Kunsthalle di Mannheim. Sempre nel 2001 è la partecipazione alla mostra La scultura italiana del XX secolo che, in occasione de L’anno dell’Italia in Giappone 2001, ha fatto tappa in cinque musei: Yokohama Museum of Art, Yokohama; Kagoshima City Museum of Art, Kagoshima; The Museum of Modern Art, Ibaraki; Museum of Contemporary Art, Sapporo e Shimane Art Museum, Shimane.
Nel settembre 2002 sono allestite due importanti personali a Milano alla Galleria Christian Stein e alla Galleria Giò Marconi, mentre a cavallo tra il 2002 ed il 2003, la Galleria Fumagalli di Bergamo, accanto ad alcuni pezzi storici propone una serie di gioielli, in oro, argento e brillanti, realizzati dall’artista con la tecnica della fusione a cera persa. Sempre nel 2003 Uncini partecipa a Nella materia. Dal Futurismo a Kiefer alfabeti nell’arte del Novecento – Da Burri a Kounellis metalli e ossidazioni presso il Palazzo della Permanente di Milano.
Nel 2005 è presente alla mostra La scultura italiana del XX secolo organizzata dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro (Milano). A Roma, una sua scultura viene collocata nel giardino dell’Acquario Romano, sede della Casa dell’Architettura, nell’ambito del progetto annuale 5 installazioni. Attualmente Uncini è tra gli artisti riuniti nell’esposizione Burri. Gli artisti e la materia 1945-2004 allestita presso le Scuderie del Quirinale.
Giuseppe Uncini vive e lavora a Roma e a Trevi (PG).

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