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Huang Rui. Pechino 2008: il tempo, gli animali, la storia

Beijing 2008: Animal time in Chinese history

A cura di: Termine Emanuela

Formato: 24 x 17 cm

Legatura: Spillato

Pagine: 32

Anno edizione: 2008

ISBN: 9788849214000

EAN: 8849214006

UB. INT. : T810C V13c

Contenuto

La Cina e sala 1 (di Mary Angela Schroth)

Sala 1 non è estranea all’arte contemporanea in Cina. Il mio coinvolgimento iniziò nel 1980, quando dirigevo lo spazio Nouveau Mixage in Francia: il poeta editore marsigliese Julian Blaine, che era appena ritornato dalla Cina, aveva pubblicato un’edizione di Dock(s) dedicata agli artisti, i performer e i poeti incontrati a Pechino. Nonostante non fossi ancora mai stata in Cina, ricordo come divorai questo enorme catalogo, con i fotoreportage delle sovversive performance di artisti e poeti come Ma Desheng, che bandiva le sue stampelle (era disabile) e recitava una poesia con Blaine e gli altri. L’edizione era già esaurita allora e devo fare affidamento sulla mia memoria, ma ricordo Blaine che, catturandoci nei suoi racconti, ci informava sui risvolti politici che avevano le azioni del gruppo chiamato Xingxing (Stelle), davvero i primi artisti sperimentali in Cina.
Qualche notizia era già arrivata alla stampa francese, in particolare il caso del diplomatico Emanuel Bellefroid, che aveva nascosto un’artista del gruppo, Li Shuang, nell’Ambasciata di Francia (Gli Xingxing erano regolarmente censurati e soggetti a intimidazioni).
Si era negli anni immediatamente successivi alla fine della Rivoluzione Culturale e questi artisti, molto prima di Tiananmen, manifestavano spesso a favore della democrazia e della libertà di espressione artistica.
Qualche anno dopo, quando in Italia iniziavo a spingere il programma di Sala 1 verso i nuovi territori intellettuali e geografici, la situazione in Cina non era migliorata. Verso la fine degli anni Ottanta, con Germana Mamone, sinologa italiana all’epoca sposata con l’artista Sheng Qi, concepimmo un progetto per Sala 1 che prevedeva una mostra collettiva curata dal giovane (e allora sconosciuto) Hou Hanru e includeva tra gli altri il gruppo New Measurement. Ma come per molti dei nostri pionieristici progetti, la Sala 1 era in anticipo sui tempi, e malgrado i nostri sforzi nessuno a Roma dimostrò il minimo interesse per il progetto.
Ma le cose cambiavano e la Cina stava cambiando: giovani sinologi come Monica Dematté erano dinamici curatori e la Biennale di Venezia del 1993 finalmente ci permetteva uno sguardo più ampio su alcuni aspetti artistici. Nel 1994 mi capitò di incontrare l’artista Yon Pei Ming a Villa Medici, grazie a Jacques Vielle che esponeva a Sala 1; quale modo migliore di presentare Ming a Roma se non attraverso H.H. Lim? Difatti, in seguito nacque tra loro un forte sodalizio.
A Teheran per la Biennale d’arte contemporanea del 2004 (ero invitata dalla direttrice artistica Farah Oussouli che aveva esposto l’anno prima a Sala 1), incontrai l’artista Xu Deng, direttore dell’accademia sperimentale di Hangzhou, la più importante della Cina, e responsabile della Biennale di Shanghai. Questo incontro fu fondamentale per i miei progetti futuri con la Cina.
Sempre nel 2004 un incontro casuale a Viterbo da parte dell’allora curatrice Antonella Pisilli ci portava alla produzione della mostra “GuangYIN – Tempi di Donne”, un piccolo ma interessante gruppo di artisti cinesi a cura di Monica Piccioni. Contemporaneamente presentavamo questi artisti ad Anna Imponente, che stava curando l’edizione del Premio Michetti a Francavilla a Mare, incentrandola sugli artisti asiatici. Imponente scelse Danwen e Hai Bo, quest’ultimo risultato poi vincitore del primo premio e dell’acquisizione della sua opera per il Museo.
Nello stesso anno, la Sala 1 organizzava un viaggio culturale in Cina, con l’aiuto di Wu Zeen di Nuove Esperienze e sotto la cura della stessa Monica Piccioni. Dato l’interesse del gruppo per l’arte contemporanea, in quell’occasione abbiamo potuto incontrare molti artisti importanti. Immaginate la mia grande gioia nel salutare, presso l’Art District 798, Huang Rui, co-fondatore del gruppo delle Stelle, con il quale avevamo condiviso il nostro “artista in comune” Blaine.
La Sala 1 proseguiva sul sentiero cinese, delegando la cura dell’edizione di Videozoom Cina a Maria Grazia Costantino, che coinvolgeva il centro Bizart di Shanghai insieme con altri artisti per questa importante rassegna. Inoltre, Sala 1 ha avuto il grande piacere di sostenere (grazie alla società JetLog) uno di questi artisti, Yang Zhenzhong, mentre era a Roma per realizzare un lavoro commissionato per la Biennale di Venezia 2007.
Durante la collaborazione con Stefano Scialotti per la produzione di un documentario sulla Biennale di Shanghai, rimasi colpita dai lavori di Mu Shen e Shao Yinong (che Marco Delogu mi spinse a esporre nel Festival Internazionale della Fotografia di Roma nel 2004). Fu anche un piacere intervistare a lungo Xu Deng in questa occasione. Ma forse l’incontro più significativo fu quello con Lu Jie, fondatore del progetto “Lunga Marcia” e creatore del Great Paper Cutting Project, probabilmente il più importante work-in-progress concepito in Cina. Abbiamo potuto presentare la “Fondazione Lunga Marcia” in Puglia quando Rosalba Branà incorporava la documentazione su questa realtà nel suo progetto, insieme con Videozoom Cina, per il Palazzo Pino Pascali.
Fu durante il mio secondo viaggio in Cina nel 2005 che offrii a Huang Rui la possibilità di una mostra alla Sala 1, proposta subito accettata. Seguirono due visite a Roma ma fu soltanto durante il secondo sopralluogo che l’idea per il suo progetto unico “Beijing 2008: Time Bricks” (rinominato “Animal Time in Chinese History”) prese forma. È stato allora che l’idea del mattone, l’idea del tempo, e della storia, non solo italiana ma anche cinese, è nata.
Questo progetto, sicuramente il più ambizioso nella storia di Sala 1, è stato reso possibile da una serie di circostanze fortuite e collaborazioni: fin dall’inizio, l’esperienza formidabile e l’amicizia di Adriana Forconi, per nulla estranea all’ambito dell’arte e della cultura contemporanea cinese, è stata fondamentale per questa mostra. Già da molto tempo fan del Museo delle Mura di Roma, siamo profondamente in debito con la sua direttrice, Alberta Ceccherelli, per la sua estrema pazienza e la comprensione dell’importanza di quest’opera per questi spazi monumentali, certamente unici in Italia. Grazie all’entusiasmo e all’immediato sostegno di Federica Pirani dell’Ufficio Mostre e di Renata Sansone di Zètema, la Sala 1 ha potuto confermare una collaborazione ufficiale con il Comune di Roma e l’Assessorato alle Politiche Culturali così come con la Soprintendenza comunale ai Beni Archeologici. Un partner importante è anche la Facoltà di Studi Orientali dell’Università Sapienza di Roma con la quale, grazie al Professore Filippo Salviati, abbiamo creato un programma per gli studenti intorno a questa mostra. La sinologa e artista Iris Manca è presente nel ruolo di regista e autrice di un film sul “backstage” del progetto. A Euromoving 2000 spetta il merito di aver gestitito tutte le 29 tonnellate di materiale nelle 155 casse arrivate da Pechino: senza il loro aiuto sarebbe stato impossibile far pervenire le opere. Un grandissimo riconoscimento va all’architetto Francesco Pezzini di Sala 2 Architettura, partner di lunga data della Sala 1 e impagabile per l’allestimento della mostra insieme con Salvatore Caccamo della Secar ’95.
A Huang Rui naturalmente va tutta la nostra gratitudine per aver creduto fin dall’inizio in questo ambizioso progetto e averlo portato avanti con grande tenacia in tutti questi mesi.

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