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Il Chiostro di Santa Maria sopra Minerva

espressione della dottrina e della devozione dell’Ordine domenicano nell’architettura e nella decorazione

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 128

Anno edizione: 2025

ISBN: 9788849253474

EAN: 9788849253474

UB. INT. :

Contenuto

Il chiostro del Rosario, adiacente al lato Nord della Basilica di Santa Maria sopra Minerva, fu realizzato negli anni 1559-1566, per volere di Vincenzo Giustiniani, Maestro generale dell’Ordine, dall’architetto Guidetto Guidetti, al quale subentrò poi Cipriano da Prata. A pianta quadrangolare, a due ordini di arcate su pilastri (doppi negli angoli), coperti al piano terreno da volte a crociera, il chiostro, orientato secondo le direzioni N-S e E-O, con ingresso dalla piazza della Minerva, si struttura su 5 assi vuoti sui 4 lati, fiancheggiati da 24 pilastri sui quali si innestano le 7 campate per ciascun singolo lato (prima e ultima di snodo) riproponenti, i primi, il ritmo delle ore del giorno, le seconde quello settimanale. Sono stati mantenuti inoltre due monumenti funebri quattrocenteschi, rimessi in valore come preziose reliquie nel nuovo contesto. Il tema principale della decorazione è costituito dai Misteri del Rosario, devozione legata all’Ordine dei frati predicatori che la promosse fin dal XIII secolo, cui dettero rinnovato impulso, dopo il concilio di Trento, Pio V e lo stesso Vincenzo Giustiniani. Il secondo è costituito dalla raffigurazione di 32 sante, santi, beate e beati dell’Ordine, richiamato nello stemma delle volte delle campate, insieme a quelli del Giustiniani e del vescovo Andrea Fernandéz de Córdoba y Cavajal, primo committente della decorazione, al quale subentrò il card. Francesco Tarugi e poi il Generale Nicolò Ridolfi. Quest’ultimo affidò il coordinamento dell’impresa a Giovanni Luigi Valesio e alla cerchia dei suoi collaboratori. Il terzo tema sul fronte ovest illustra cinque scene legate alla vita spirituale di S. Tommaso d’Aquino. Si tratta di un programma che manifesta in architettura e in pittura il rinnovato trionfo delle finalità dell’Ordine, vale a dire la salvezza delle anime mediante la predicazione e l’insegnamento, in continuità con i grandi eventi del XVI secolo: la riforma protestante e il Concilio di Trento, nella cui ultima sessione del 3 dicembre 1565 era stato emanato il decreto sull’arte sacra. Il decreto, a fronte della negazione da parte dei luterani del valore delle immagini sacre, ne ribadiva il loro impiego in funzione del culto e con esso quello verso Maria. Di qui, anche, il fiorire della preghiera del Rosario della Vergine, soggetto di infinite pale d’altare e alla Minerva, ove viene associata alla vittoria di Lepanto, di un intero ciclo pittorico. Non solo: a fronte dei protestanti che deploravano il culto dei santi e negavano il valore delle opere ai fini della salvezza, nei sottarchi del chiostro, furono dipinti 32 beati e santi, resi riconoscibili tramite il loro nome e gli attributi che danno risalto alla loro azione su questa terra o alla modalità cruente del loro martirio, e persino le visioni, fenomeni, questi, rifiutati dalle chiese d’oltralpe e qui riproposti a sottolineare l’interconnessione di tutti i temi rappresentati.

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