Il restauro della Crocifissione di Guido Reni nella Basilica di San Lorenzo in Lucina
The restoration of Guido Reni’s Crucifixion in the Basilica of San Lorenzo in Lucina
Facing English Text
Formato: 24 x 30 cm
Legatura: Filorefe
Pagine: 92
Anno edizione: 2025
ISBN: 9788849254051
EAN: 9788849254051
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La celebre Crocifissione laurentina fu dipinta da Guido Reni nel 1637 nel capoluogo emiliano, su commissione dell’importante famiglia bolognese Angelelli. A causa delle tragiche vicende che segnarono la famiglia, prima l’assassinio del capostipite Andrea Angelelli, seguito dalla morte prematura del figlio Francesco, il dipinto fu peregrino tra Bologna e Roma e qui rimase definitivamente a partire dal 1669 quando, grazie al lascito testamentario della vedova Angelelli, la Marchesa Cristiana Duglioli, fu donato alla Basilica di San Lorenzo in Lucina e prese l’attuale collocazione. A più di cinquant’anni dall’ultimo intervento conservativo, risalente al 1976 ad opera del restauratore romano Ermete Domenico Crisanti, il restauro attuale, affiancato in ogni sua fase da un’accurata campagna diagnostica, ha consentito di conoscere dettagli inediti relativi alla tecnica esecutiva e ai materiali costitutivi impiegati dall’artista bolognese, che, comparati con studi analoghi condotti su altri dipinti conservati in collezioni internazionali, portano ad una maggiore conoscenza della figura di questo importante artista.
The famous Crucifixion in San Lorenzo in Lucina was painted by Guido Reni in 1637 in Bologna, commissioned by the eminent Bolognese family, the Angelelli. As a result of the tragic events that marked the family, first the murder of its head, Andrea Angelelli, followed by the premature death of his son Francesco, the painting travelled backwards and forward between Bologna and Rome, before settling permanently in the papal city in 1669 when, thanks to the bequest of Angelelli’s widow, the Marchesa Cristiana Duglioli, it was donated to the Basilica of San Lorenzo in Lucina, and placed where it hangs today. More than fifty years after the last conservation work, carried out in 1976 by the Roman restorer Ermete Domenico Crisanti, the current restoration, accompanied at every stage by an in-depth campaign of diagnostic investigation, has revealed previously unknown details of the painting technique and the materials employed by Guido Reni. These findings, when compared with similar studies carried out on other of his works in international collections, have led to a greater and more profound understanding of this important artist.
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