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Il restauro delle opere d’arte dell’ambasciata d’Italia a Pechino

Chinese/Italian text

Formato: 17 x 17 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 48

Anno edizione: 2012

ISBN: 9788849223262

EAN: 8849223269

UB. INT. : T446B V14d V16f

Contenuto

L’istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (già Istituto Centrale del Restauro) non è nuovo a interventi sui beni di proprietà statale situati presso le Ambasciate italiane all’estero, rammentiamo il restauro del teatrino ligneo siciliano del XVIII secolo all’interno dell’ambasciata italiana a Parigi e i rivestimenti marmorei della residenza di Berlino.
Ma per queste opere conservate nell’Ambasciata d’Italia a Pechino il restauro ha rappresentato non solo un’attività dovuta per la conservazione di manufatti di interesse storico artistico ma anche l’occasione di un nuovo contatto con un paese a cui ci legano tante esperienze che hanno visto tecnici cinesi e italiani lavorare insieme condividendo, seppure con impostazioni diverse, esperienze di restauro divenute occasione di proficui confronti.
Ai restauri di 120 oggetti di ceramica e bronzo effettuati a partire dal 1995, nel Centro per la Conservazione di Xian, realizzato in partenariato con l’IsIAO, con i fondi della Cooperazione italiana del MAE, sono seguiti nel 2004 i cantieri didattici sulle strutture lignee della Casa dei mercanti, la Gilda Shanshan a Luoyang, sui materiali lapidei nelle due grotte situate nel complesso buddista rupestre di Longmen e sui problemi di conservazione dello scavo archeologico di Nanshi.
Ancora un’altra importante occasione di lavoro comune è stato il progetto del Taihedian nella Città Proibita ovvero il Padiglione della Suprema Armonia, lavoro avviato a partire dal 2003, in stretta sinergia con il Dipartimento per la Ricerca e l’Innovazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, articolato in due fasi, una di studio e una seconda con un cantiere operativo che ha visto lavorare fianco a fianco restauratori e allievi dell’Istituto insieme ai colleghi cinesi.
La collaborazione tra restauratori cinesi del Chinese Academy of Cultural Heritage e italiani si è ripetuta anche per il restauro delle opere dell’Ambasciata italiana che ha interessato un gruppo di opere d’arte e manufatti in bronzo, fra le quali rivestono particolare rilievo i tre dipinti settecenteschi su tela, la scultura lignea di scuola italiana del XVIII sec .raffigurante un cavallo e il Paravento in cuoio dorato e dipinto con fiori ed uccelli che qui si presentano. E il prezioso paravento in cuoio ad aver richiesto un intervento conservativo di notevole complessità in considerazione dell’avanzato stato di degrado dell’opera. La collaborazione che si è instaurata tra i restauratori italiani e i loro colleghi cinesi ha permesso di sperimentare un tradizionale metodo di pulitura rivelatosi di estremo interesse. Tutti i lavori si sono potuti svolgere all’interno dell’Ambasciata italiana a Pechino dove è stato allestito appositamente uno spazio ad uso di laboratorio di restauro.
Ringrazio sentitamente l’Ambasciatore S.E. Attilio Massimo lannucci per aver sostenuto l’iniziativa dell’Istituto e il personale tutto dell’Ambasciata per la sempre cortese disponibilità e sollecitudine mostrate nel risolvere i problemi logistici che si sono presentati nel corso del lavoro. I restauri eseguiti all’interno dell’ambasciata di Italia in Cina vogliono anche testimoniare l’eccellenza degli interventi effettuati dall’Istituto ed in particolare la capacità raggiunta dai propri allievi. E stata infatti una diplomata del 53°Corso della Scuola di Alta Formazione dell’ISCR ad aver realizzato, sotto la guida dei restauratori dell’Istituto, tutti gli interventi di restauro, confermando il successo di una delle più importanti finalità perseguite daII’ISCR sia in Italia che all’estero consistente nella formazione dei restauratori-conservatori. In più di 60 anni di attività didattica e di ricerca l’Istituto ha preparato tecnici di altissimo livello, in grado di affrontare i più complessi problemi di restauro e conservazione delle opere d’arte in tutto il mondo. Un impegno perseguito negli anni con rigore e determinazione rafforzata dal successo che i propri diplomati raccolgono nel mondo a conferma del perdurare dell’eccellenza del restauro italiano.
L’auspicio che desidero esprimere è che il lavoro eseguito possa costituire una nuova apertura verso altre esperienze di collaborazione che vedano coinvolti giovani restauratori dei due paesi consentendo di confermare lo stretto legame culturale che lega l’Italia alla Cina.

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