Fuori commercio
Il restauro di Palazzo Giustiniani a Roma
Autori: Ippoliti Alessandro
Formato: 21 x 29,7 cm
Legatura: Rilegato
Pagine: 242
Anno edizione: 2003
ISBN: 9788849200263
EAN: 8849200269
UB. INT. : T440B V16i
Contenuto
I lavori di restauro di palazzo Giustiniani, di cui si parla in questo volume, si inseriscono nel quadro delle numerose operazioni che il Senato della Repubblica ha promosso nel corso degli anni per il recupero e la conservazione del proprio patrimonio immobiliare.
L’attenzione a coniugare il rispetto dei valori artistici e storici, espressi dai propri palazzi, con la ricerca della funzionalità necessaria alle esigenze del lavoro parlamentare e
Infatti, da sempre, parte del patrimonio culturale dell’Amministrazione del Senato, patrimonio che ha trovato alimento e stimolo nella sensibilità artistica ed istituzionale dei Presidenti Amintore Fanfani e Giovanni Spadolini, che desideriamo qui ricordare anche per essere stati, durante il loro mandato, illustri ospiti del l’appartamento presidenziale che si trova proprio all’interno di palazzo Giustiniani.
Il pregio artistico e l’interesse storico delle sedi del Senato sono testimoniati dall’importanza delle loro origini — basti pensare a palazzo Madama, prestigiosa dimora romana della famiglia Medici — e dal valore degli artisti che, nel corso dei secoli,
vi hanno lavorato, da Giulio Romano, architetto di palazzo Cenci-Maccarani, a Francesco Borromini, autore di alcuni elementi architettonici di palazzo Giustiniani, a Cesare Maccari, pittore, in tempi più recenti, degli affreschi raffiguranti notissime scene di storia romana, realizzati nella sala di palazzo Madama che dall’artista prende il nome.
In questo panorama, palazzo Giustiniani occupa un posto di assoluto rilievo; frutto di un’opera di ristrutturazione di fabbriche preesistenti, la costruzione del palazzo
e legata al trasferimento a Roma della potente famiglia genovese dei Giustiniani che alla fine del Cinquecento, cacciati dai possedimenti della Repubblica nell’Egeo per l’invasione dei Turchi, si stabiliscono nella citta ponendo la propria residenza in via del-la Dogana, centro finanziario e burocratico della Roma papale.
Finanzieri, dignitari pontifici, mecenati e collezionisti d’arte i Giustiniani raccolgono nel palazzo una importantissima collezione di sculture, tra cui molte di epoca romana, e di dipinti tra i quali figurano numerose opere del Caravaggio di cui Vincenzo Giustiniani fu uno dei più convinti sostenitori.
Il patrimonio artistico viene poi disperso nei secoli successivi, per effetto di cessioni e di vendite operate dagli eredi della famiglia; alcune tra le opere pia significative torneranno pero nel palazzo nella primavera del 2001, in occasione di una mostra organizzata dal Senato, in collaborazione con il Ministero° dei Beni Culturali e con l’Università di Roma, con l’obiettivo di riportare nella sede originaria, sia pur per un breve periodo, l’antica collezione.
Il Senato acquisisce Pala del palazzo prospiciente via della Dogana negli anni Trenta; a quegli anni risalgono alcuni importanti interventi, quali la realizzazione del sottopasso che lo collega alla prospiciente ala di palazzo Madama, anch’essa oggetto, nello stesso periodo, di consistenti modfiche dovute all’ampliamento della strada, e la ristrutturazione dei locali del secondo piano nei quali, sotto la presidenza Federzoni, viene realizzato l’appartamento presidenziale.
Nel breve periodo che va dal referendum per la Repubblica alla promulgazione della Costituzione repubblicana, il palazzo viene scelto dal Presidente De Nicola come sede provvisoria del Capo dello Stato e, proprio nella Biblioteca dell’appartamento presidenziale, che sarebbe successivamente divenuta l’ufficio del Presidente del Senato nell’esercizio delle funzioni di Capo dello Stato supplente, viene fermata i127 dicembre 19471a Carta Costituzionale.
L’acquisizione del palazzo da parte del Senato della Repubblica si completa nel 1988, con l’occupazione dell’ala prospiciente via Giustiniani e piazza della Rotonda.
Il restauro delle coperture e delle facciate rappresenta l’ultimo di una lunga serie di interventi, realizzati negli ultimi venti anni con l’obiettivo di recuperare i locali del palazzo, degradati dal tempo e dall’uso, riportandoli ad un decoro coerente con l’antica dignità, sia pur nel rispetto delle esigenze di funzionamento di un moderno Istituto parlamentare.
Il processo prende avvio nel 1979, allorché si pone mano al restauro dei locali del primo piano, tra i quali la grande Galleria — che in origine ospitava le opere più prestigiose della collezione di Vincenzo Giustiniani — mortificata in tempi recenti al ruolo di camerata della caserma dei Carabinieri allocata nel palazzo; l’iniziativa viene immediatamente premiata dalla scoperta degli splendidi affreschi che decorano le pareti della sala, oggi impropriamente detta degli Zuccari per l’iniziale erronea attribuzione dei dipinti.
L’opera prosegue con il restauro dello scalone monumentale e, ne11984, con la risistemazione dell’appartamento presidenziale, propiziato dalla decisione del Presidente Cossiga di non soggiornare nel palazzo; l’intervento, deciso per esigenze di adeguamento impiantistico e funzionale di una residenza che risentiva dell’impronta stilistica e tecnologica degli anni Trenta, viene condotto nel rigoroso rispetto della facies originaria, che ne colloca il clima estetico in una sorta di neorinascimento tipico di quegli anni.
Contemporaneamente, in alcuni locali del piano terreno, viene realizzata la nuova sede del Centro Elaborazione Dati del Senato; si tratta di un’operazione assai particolare, che vede il recupero, secondo i pia rigorosi criteri del restauro, di locali assai degradati, anche se caratterizzati da particolari architettonici quali le cornici di imposta delle volte, che denunciano in maniera evidente l’intervento borrominiano, affiancato dall’inserimento franco e diretto di elementi moderni — il pavimento galleggiante, i filari luminosi, le apparecchiature elettroniche — determinati dalle necessità tecnologiche.
Nel 1988, con l’acquisizione dell’ala che corre lungo via Giustiniani, prende avvio il restauro di questa zona del palazzo; opera assai difficoltosa per il degrado e la balsa qualità della fabbrica, che nasce in epoca successiva al corpo principale del palazzo, dall’accorpamento di stalle e modesti edifici preesistenti nell’area. L’intervento pone particolari problemi sotto il profilo strutturale; la facciata interna poggia infatti su preesistenze di epoca romana, mentre quella lungo la strada e fondata sul terreno. Questa situazione ha provocato, nel tempo, lo scorrimento delle due facciate compromettendo la stabilità degli orizzontamenti, soprattutto di quelli a volta che hanno richiesto una lunga e meticolosa opera di consolidamento. La conclusione dei lavori consente, nel 1996, di sistemare nei locali del primo piano la sede dell’Archivio Storico del Senato, riunificando una notevole mole di documentazione di grande interesse storico, che diviene così accessibile agli studiosi.
Parallelamente, si compie un altro passo decisivo per la riqualificazione del palazzo: il trasferimento della Tipografia Bardi, incaricata della stampa degli atti parlamentari del Senato, che da decenni occupa con le proprie attrezzature gran parte del piano terreno. Prende così avvio un’altra fase del restauro, delicatissima per le sue implicazioni strutturali, che porterà a realizzare nei locali la nuova sede dell’Archivio Legislativo e della Libreria del Senato.
Giungiamo infine all’intervento descritto da questo volume, magistralmente realizzato dal Provveditorato alle 00.PP per il Lazio sotto la sorveglianza dell’Amministrazione del Senato e con la consulenza della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali di Roma, a testimonianza della bontà di un metodo di lavoro basato sulla collaborazione tra diverse strutture dello Stato che, ciascuna per la propria competenza, hanno contribuito alla realizzazione del pregevole lavoro che possiamo apprezzare percorrendo via della Dogana Vecchia.
La cura con la quale e stata eseguita l’opera si rileva dalla ritrovata leggibilità del cornicione, nel quale si possono oggi distinguere gli emblemi araldici della famiglia Giustiniani, dall’accurata esecuzione delle cornici e dei fregi in finto travertino, dalla scelta della tonalità del colore, frutto di attente indagini strati grafiche volte a ritrovare traccia delle coloriture originali, dal sapiente restauro del portale che caratterizza l’ingresso principale del palazzo.
I dettagli dell’intervento sono ben descritti in questo volume, che si inserisce nella tradizionale prassi del Senato di documentare le sue operazioni più importanti mediante pubblicazioni destinate ad offrire agli studiosi ed ai cultori della materia una informazione qualificata e completa.
Anche di questo contributo di documentazione, che si pone a coronamento dell’intervento, vogliamo qui ringraziare l’impresa S. C. R., esecutrice dei lavori di restauro che, con la promozione di questa pubblicazione, ha confermato il proprio spessore professionale e culturale.
I Senatori Questori
Lorenzo Forcieri, M.Rosaria Manieri, Luigi Grillo
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