Il rinnovo urbano nella didattica dell’urbanistica

Tra le discipline che per prime «sentirono» i fermenti sociali che, appunto nel ’68, sarebbero poi maturati ed esplosi, si può senza dubbio collocare l’urbanistica. Questa viveva già una sua crisi particolare. Finita la fase di sostegno e di ricerca d’un rapporto privilegiato con le istituzioni pubbliche, che si sviluppò per quasi tutti gli anni ’50 e, definitivamente cadute le speranze riformatrici aperte dal centro-sinistra, l’urbanistica italiana doveva fare i conti con se stessa. Doveva, cioè, ammettere la sua impotenza di fronte allo sfruttamento capitalistico del territorio, sia per un difetto di socializzazione dei problemi che voleva risolvere, che per l’inadeguatezza degli strumenti di cui disponeva.