In Calabria

Da sempre la scienza ufficiale ha teorizzato il carattere quasi naturale e dovuto dell’arretratezza meridionale di cui la questione criminale rappresenta la “ragion pura” contro ogni politica di alternativa al sottosviluppo. Cesare Lombroso, che è indubbiamente riabilitato dai nuovi sostenitori della Calabria come grande corpo criminale, in questo suo prezioso libro recensisce con occhi di scienziato positivo la povertà storica di questa area meridionale e indica, dal di dentro della sua scienza infelice, ben altra risposta all’urgente sfascio sociale che il domicilio coatto, come si usava allora e come si torna a perorare oggi.

Cesare Lombroso (Verona 1835 – Torino 1909) coniuga la grande fama, che lo accompagnò per tanta parte della sua vita e fino alla morte, con l’altezzoso e spregiatore silenzio di cui è stato circondato da scuole scientifiche di altro segno, che, fingendo scandalo ed esagerando alcune non commendevoli proposizioni del padre dell’antropologia criminale, in buona sostanza, rimproverarono al positivismo e a questo intellettuale positivo di promuovere una cultura attiva, al servizio dell’inesorabile e destinata trasformazione della vita civile della società italiana.