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La medicina è malata

Il racconto della crisi di un'arte

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 96

Anno edizione: 1999

ISBN: 9788874489985

EAN: 8874489986

UB. INT. : T455H V34h

Contenuto

Se la Medicina è malata, ogni uomo è malato, almeno potenzialmente. È l’allarme immediato suscitato dalla lettura di questo libro che denuncia la prospettiva di una cultura medica sempre più specialistica. L’abuso della tecnica e dell’analisi del articolare viene criticato, chiedendo al medico il recupero di una visione unitaria dell’uomo. Senza riserve sulle ragioni della ricerca, da non disgiungere dall’esercizio costante del pensiero critico e intuitivo.

Roberto Gramiccia è un medico quotidianamente impegnato nel suo lavoro. Vive a Roma, e della capitale è partecipe dell’ambiente artistico e creativo, occupandosi da studioso di arti visive. Anche da ciò nasce la sua certezza di vivere la Medicina
come Arte, la più antica e la più necessaria per l’uomo. È autore di saggistica scientifica e umanistica.

Questo libro è da leggere oltre, meglio dentro, le sue apparenze. Roberto Gramiccia denuncia la malattia di sé stesso, Medicina sulla Medicina, lui medico, con un processo di autoanalisi sul limite dell’inedito nella saggistica contemporanea. Lui stesso diventa la Medicina. Lui stesso si visita. Lui stesso intuisce, e quindi ragiona sulla diagnosi. C’è del magico in una tale operazione che il medico-scrittore traduce in libro: questo, “La Medicina è malata”. È operazione che, modernissima fino al futuribile nelle sue proiezioni, raccoglie in sintesi l’intero arco della Medicina-Arte-Religione. Arco che non ha inizio ­ quando il primo uomo curò un altro uomo, nel terrore del Male-Morte? ­ e non ha fine: perché ricerca e necessità rendono le strade dell’arte medica pari alla durata dell’uomo nell’universo. Roberto Gramiccia riesce a dare un brivido sulla pelle di ciascun lettore che sia attento a sé stesso, al suo Corpo-Anima, o viceversa, il quale resterà a lettura finita convinto, anche tra le diverse sensazioni, di questa necessità collettiva: alla Medicina possiamo e dobbiamo chiedere tutto, nel possibile, ma anche tutto dobbiamo dare.
Il libro entra nelle pulsazioni della società. “La Medicina è malata” si colloca così, pure letterariamente, perché Gramiccia è anche uno scrittore, nella narrativa scientifica, che è anche una delle nostre glorie letterarie. Vuole l’autore individuare un confine di crisi, da superare, della civiltà scientifica: giunta a penetrare, tramite la tecnica, il particolare della materia, e della mente, ma sull’orlo di perdere il filo dell’unità dell’uomo, in sé stesso e quale comunità. Gramiccia apre un lampo di allarme sull’urgenza di raggiungere l’unità del cerchio, vedendo il particolare nell’universale. E’ un autore di estrema attualità, su questa posizione di lotta, con umiltà e coraggio, come si conviene ad un uomo che scruta il mistero della salute.
Ma, cos’è la Salute? E’, forse, la Bellezza? Tante risposte. Gramiccia proietta il Mito e l’Arte. Le sue implicite conclusioni, sottopelle nel libro, sono sconvolgenti eppure limpide. La Bellezza è il culmine della Salute. A tale salutare conclusione può avviarsi il lettore, che proverà anche il piacere della narrazione, essendo il libro una sorta di romanzo di una lunga storia di cui, con il nostro Corpo-mente, siamo ognuno protagonista.
Giuseppe Selvaggi

Roberto Gramiccia è nato a Roma. Dopo studi classici, si laurea a pieni voti in Medicina e Chirurgia presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Successivamente, operando una scelta a favore delle discipline più squisitamente globali, si specializza in Medicina Interna e in Geriatria e Gerontologia. Nel frattempo partecipa attivamente alle vicende sociali e alle battaglie civili degli anni ’70. Si avvicina all’Arte contemporanea, dapprima come collezionista, e quindi come studioso. Negli anni ’80 diventa amico di molti degli artisti che animano la scena romana e nazionale. Collabora con giornali e riviste specializzate, occupandosi indifferentemente di Medicina e di temi umanistici. Contribuisce alla stesura di “Angiologia”, un importante testo scientifico interdisciplinare, pubblicato nel 1991. Idea e cura prestigiose Mostre di Arte contemporanea, come quella in onore di Tano Festa, “Festa per Tano”. Dopo una lunga attività ospedaliera, dal 1994 inizia ad interessarsi, in forma pressoché pionieristica, di un nuovo filone sanitario: quello del Sistema integrato delle Cure a domicilio, fondando il suo impegno su di una visione critica ed olistica della Medicina, emancipata dalle lusinghe semplificatorie della cultura tecnocratica. In particolare la sua attenzione è rivolta ai malati più fragili ed alla necessità imprescindibile di tener conto, nel curarli, della complessità della loro unità antropologica. Diventa responsabile, in una popolosa Azienda Sanitaria Locale, la Roma G, del Servizio interdisciplinare di Assistenza Sanitaria Domiciliare.

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