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Luoghi e architetture del Mediterraneo

Viaggiatori alla scoperta del Genius Loci

Formato: 22 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 320

Anno edizione: 2006

ISBN: 9788849210071

EAN: 8849210078

UB. INT. : T806E V03i

Contenuto

Collana La nuova alleanza: Architettura & Ambiente diretta da Paolo Portoghesi e Rolando Scarano

La nozione di viaggio, se si esclude il significato comune di spostamento fisico in una porzione di spazio geografico, si presenta assai vasta. Tra i molteplici viaggi non materiali – o se vogliamo “immaginari” – abbiamo scelto di intraprenderne uno dalle caratteristiche singolari: una sorta di viaggio alla seconda potenza ovvero un viaggio nei viaggi. Come in ogni viaggio che si rispetti, esiste un itinerario e una meta, che nel nostro caso possiede la caratteristica peculiare di coincidere con il punto di partenza, dal momento che non è collocata all’estremità di un’ipotetica linea, ma lungo un cerchio ideale che comprende l’intero bacino mediterraneo. Nel caso specifico, si tratta dunque di un “periplo” – che secondo l’etimo è una “navigazione circolare” – non intorno a un continente o a un’isola, ma lungo i “bordi” di un ambito geografico circoscritto che è quello del Mediterraneo, un “mare chiuso” per definizione. Del resto, la tradizione del periplo è connaturata alla civiltà marinara mediterranea e, a ragione, può essere considerata il simbolo che esprime la sua unità geografica e culturale, poiché alla fine si ritorna sempre nello stesso punto da cui si era partiti, dimostrando con ciò che ogni luogo che si affaccia su questo mare è un punto appartenente alla stessa circonferenza.
Delimitato l’ambito geografico e chiarita la modalità “geometrica” dell’itinerario, resta da definire lo scopo del viaggio che, intimamente legato a un’idea unitaria della civiltà mediterranea, ha la finalità di conoscere e comparare le forme differenti eppure simili di luoghi naturali, insediamenti e architetture presenti in un ambiente dalle stratificazioni millenarie. Si è partiti dall’ipotesi che nella letteratura di viaggio nel Mediterraneo, ossia nelle tante relazioni, memorie e diari delle personalità che qui si sono spinte, siano stati registrati – anche se molto spesso in forma embrionale e a volte in maniera del tutto “inconscia” – alcuni caratteri costanti che in seguito serviranno a identificare quella particolare “totalità ambientale”, quel vasto ambito paesaggistico, insediativo e architettonico che viene oggi definito “ambiente mediterraneo”.
Prende così progressivamente forma nei viaggiatori – anche sotto gli impulsi provenienti a metà dell’Ottocento dalla cultura romantica d’oltralpe, che afferma il mito, dalle ascendenze più remote, di un’architettura delle origini, nata in accordo con le leggi della natura e all’insegna di una sauvagerie di stampo rousseauiano – la consapevolezza dell’esistenza nel Mediterraneo di un’architettura nativa, più tardi frettolosamente liquidata dagli storici ufficiali con la qualifica di “minore”, di grande forza figurativa: le case dei contadini, gli insediamenti spontanei, alcuni tipi edilizi perpetuatisi da millenni, ovvero tutte quelle costruzioni dove non compariva la mano dell’architetto. L’interesse verso queste manifestazioni, con l’implicito riconoscimento del loro valore, si ritroverà intatto anche nel secolo successivo, in molte personalità dell’ambito letterario e artistico, e in alcuni protagonisti del Movimento Moderno come Le Corbusier, la cui esemplare lettura dell’architettura mediterranea, pur con i limiti ideologici, mira in realtà a dimostrare la bontà dei principi architettonici moderni che per l’appunto si ritrovavano integri e applicati in maniera del tutto naturale nelle costruzioni spontanee. Questa attenzione all’architettura “senza architetti” ha riportato alla luce alcune qualità “strutturali” profonde in essa contenute, attualmente oggetto di un rinnovato interesse da parte della cultura progettuale, impegnata a chiarire la natura dell’immenso patrimonio dell’architettura mediterranea, i suoi “valori” e i suoi insegnamenti, da inserire ancora come elementi vitali nel progetto dello spazio di vita contemporaneo.

La nuova alleanza:
Architettura & Ambiente
Collana diretta da Paolo Portoghesi e Rolando Scarano

Una nuova alleanza tra l’uomo e la natura e, quindi, tra l’uomo e l’ambiente della sua vita, tra l’uomo e la terra, è l’obiettivo primario di chi sente profondamente la responsabilità verso il futuro verso le generazioni che verranno e che hanno il diritto di ereditare dalle nostre un mondo non impoverito rispetto a quello che noi stessi abbiamo ereditato dai nostri padri. Il tema della Nuova Alleanza, enunciato con chiarezza nel libro di Ilya Prigogine e Isabelle Stengers, vede nella azione degli architetti, principali agenti di trasformazione della crosta terrestre, uno dei fattori decisivi per tradurre in realtà questa aspirazione, il solo grande ideale che abbiamo visto affacciarsi tra la fine del Novecento e l’inizio del nuovo millennio.
I volumi che la collana ospiterà indagheranno i nuovi strumenti che la tecnologia ha messo a disposizione della società per affrontare i problemi della Nuova Alleanza e le riflessioni teoriche che postulano un sostanziale cambiamento, la necessità di una nuova architettura capace di affrontare i problemi e le malattie della città contemporanea.
“Così la scienza”, hanno scritto Prigogine e la Stengers, “può ora pretendere di essere una scienza umana, una scienza fatta dall’uomo per un mondo umano. Nella nostra società, con il suo vasto spettro di conoscenze tecniche, la nostra scienza occupa la singolare posizione di ascolto poetico della natura – nel senso etimologico della parola, per cui un poeta è un artefice – cioè esplorazione attiva, manipolatrice e calcolatrice ma ormai capace di rispettare la natura che essa fa parlare. Fuori dal dialogo con la natura condotto dalla scienza classica, con la sua visione di una natura robotica, si è sviluppata una visione molto diversa, in cui proprio il fatto che noi interroghiamo la natura è parte dell’intrinseca attività della natura.”
Perché – ci chiediamo – anche l’architettura non può tornare scienza umana, capace di un ascolto poetico della natura, parte essa stessa dell’intrinseca attività della natura? La collana si propone di contribuire alla costruzione di una cultura della Nuova Alleanza.

nella stessa collana
Antonietta Piemontese e Rolando Scarano
ENERGIA SOLARE E ARCHITETTURA
il fotovoltaico tra sostenibilità e nuovi linguaggi
Paolo Portoghesi
Architettura e Memoria
James Steele
ARCHITETTURA E COMPUTER
azione e reazione nella rivoluzione del progetto digitale
Paolo Portoghesi e Rolando Scarano
L’ARCHITETTURA DEL MEDITERRANEO
Paolo Portoghesi e Rolando Scarano
L’ARCHITETTURA DEL SOLE

Alessandra Scarano
è dottore di ricerca in Composizione Architettonica e collabora attivamente in ricerche nazionali ed europee con il Dipartimento di Progettazione Architettonica e Ambientale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Ha collaborato, inoltre, con il Dipartimento
di Conservazione e Storia dell’Architettura e con il Dipartimento Indaco
del Politecnico di Milano, nell’ambito di progetti cofinanziati dal Ministero dell’Università e della ricerca scientifica.
Opera nel Centro Regionale di Competenza INNOVA per lo sviluppo e il trasferimento dell’innovazione applicata ai beni culturali e ambientali della Regione Campania. Ha scritto articoli sulla rivista Abitare la Terra, diretta da Paolo Portoghesi e all’interno di INTBAU (International Network for Traditional Building, Architecture and Urbanism), patrocinato dal principe di Galles e finalizzato allo studio e al supporto dell’ambiente costruito tradizionale.
Dal 2002 svolge attività didattica nella facoltà di Architettura
di Napoli, ed è attualmente titolare di un contratto per attività didattiche integrative presso il Laboratorio di Progettazione Architettonica.

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