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Musei che reclamano attenzione

I fuochi dello sguardo

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 192

Anno edizione: 2004

ISBN: 9788849206913

EAN: 8849206917

UB. INT. : T463B V04d BRAMP

Contenuto

Con il ristrutturarsi del “Sistema dell’Arte”, che negli ultimi decenni ha visto indebolite alcune sue componenti un tempo fondamentali, il museo d’arte contemporanea ha assunto funzioni e responsabilità inedite. Non solo esso oggi non può più permettersi di acquisire, conservare ed esporre i prodotti dell’attività artistica chiamandosi fuori dai processi che presiedono alla loro promozione e valorizzazione, ma non può più nemmeno limitarsi, nei confronti dell’utenza, alla semplice offerta di un servizio logisticamente efficiente. Istituzione statale o impresa privata che sia il museo oggi, se vuole essere all’altezza della situazione, deve per molti versi reinventarsi. Con questo volume Achille Bonito Oliva inquadra tale problematica nel più vasto contesto della Globalizzazione, chiamando in causa nozioni come quelle di alfabetizzazione collettiva, vaporizzazione dell’arte e morte del pubblico. Nell’ampio saggio che da il titolo alla pubblicazione il celebre critico sottolinea come le tendenze collettive che si celano dietro tali nozioni (e che già vedono emergere significative forme di resistenza), abbiano quale scenario di riferimento quello della megalopoli, ovvero di una realtà urbana sulla quale non ha più senso cercare di intervenire, a livello architettonico, tramite la creazione di un oggetto significante pago della propria spazialità ed estraneo al tempo del corpo sociale. L’indagine sulla rinnovata realtà museale e sul percorso storico attraverso cui si è arrivati ad essa, diviene dunque, grazie anche alle altre sezioni di cui libro si avvale, (dedicate rispettivamente ad un importante convegno internazionale, ad una mappatura dei principali musei e al museo virtuale) un’indagine a tutto campo all’interno della quale strategie culturali, economiche ed architettoniche ci vengono presentate nel loro convergere verso un’unica forma di progettualità finalmente non più rigida e malata di onnipotenza, ma non per questo immune da insidie ed equivoci.

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