Osvaldo Peruzzi
splendore geometrico futurista
A cura di: Duranti Massimo, Baffoni Andrea
Formato: 21 x 21 cm
Legatura: Filorefe
Pagine: 80
Anno edizione: 2023
ISBN: 9788849246612
EAN: 9788849246612
UB. INT. : T522B VFdS
Contenuto
Osvaldo Peruzzi è stato artista non secondario del Futurismo negli anni Trenta e fino alla scomparsa di Filippo Tommaso Marinetti nel 1944. Personalità originale, fu protagonista dell’evoluzione aeropittorica codificata dal manifesto del 1931. Laureatosi al Politecnico di Milano, maturò in quel clima di modernità il suo linguaggio partendo da suggestioni meccanicistiche e simboliste mutuate da Bruno Munari, documentato da un gruppo di disegni sulle cartoline spedite a un collega di studi, presto evolutesi dal rapporto con i futuristi incontrati alla galleria Pesaro della capitale lombarda dove conobbe Marinetti e aderì al Futurismo. Rientrato a Livorno, dove diresse la vetreria di famiglia, partecipò alle iniziative del movimento in Italia e all’estero, tra cui le mostre sindacali, le Biennali di Venezia e le Quadriennali di Roma. Le sue tele, ricche di colori e forme vivaci, si integrano entro forme geometriche razionali, sovrapponendosi e intersecandosi, rigorosamente ispirate alla sintesi compositiva indicata nei manifesti marinettiane con stesure cromatiche nette. Nei suoi dipinti troviamo suggestioni legate al volo, ma anche alla musica, in particolare al Jazz, al cinema, alla ritrattistica, e ai paesaggi, rurali e urbani. Nel 1941 scrisse la sua dichiarazione di poetica col manifesto “Plastica della essenza individuale” introdotto poi da un testo di Marinetti che commentò così il linguaggio dell’artista: “Le forze dello spazio del mare dell’elettricità e del magnetismo terrestre hanno suggerito e guidato le ondulazioni gli spigoli e le rette delle opere di Peruzzi”.
Fatto prigioniero a Hammamet nel 1943, fu internato nel Missouri a Weingarten camp dove continuò a dipingere e riuscì anche ad allestire mostre. Liberato nel 1945, tornò a Livorno, riprese l’attività della vetreria e definì un nuovo stile pittorico che evita autocitazioni, ma è fondato ancora sulle geometrie dall’acceso cromatismo in un’ottica di “Nuova figurazione dello splendore geometrico”.
Osvaldo Peruzzi nasce a Milano il 25 maggio 1907. L’anno successivo si trasferisce con la famiglia a Livorno dove, nel 1924, consegue il diploma all’Istituto tecnico industriale. Torna successivamente a Milano dove frequenta il Politecnico laureandosi in Ingegneria nel 1932.
Quattro anni prima aveva aderito al Futurismo, avendo conosciuto Filippo Tommaso Marinetti, Enrico Prampolini e Bruno Munari. Dal 1929 intreccia una fitta corrispondenza col collega Armando Silvestri disegnando una serie di cartoline postali che costituiscono gli esordi artistici del futurista livornese. Alla fine del 1932 tiene la sua prima mostra personale nella sala del Bar Taveggia con tredici pastelli ispirati al cinema americano e al jazz.
Nel 1933 partecipa alle mostre Omaggio futurista a Umberto Boccioni, presso la Galleria Pesaro di Milano e a Palazzo Ferroni a Firenze. Partecipa inoltre alla Prima mostra nazionale d’arte futurista di Roma e alla grande mostra collettiva dei futuristi a Livorno. Tra 1933 e 1935 collabora alle riviste La città nuova e Stile futurista, mentre nel 1934 è presente alla Mostra di Aeropittura futurista ad Amburgo e a Les aeropeinters futuristes italiens, Hotel Negresco, Nizza 1934. Nel 1937 è tra gli artisti che rappresentano l’Italia all’Expo’ 37 di Parigi. Partecipa in quel periodo a tutte le più importanti iniziative del gruppo marinettiano.
Nel 1940 è chiamato alle armi. Prosegue comunque la sua attività pubblicando nel 1941 il manifesto Plastica della essenza individuale mentre, l’anno successivo, sue opere figurarono alla III Mostra del Sindacato Nazionale di Belle Arti di Milano e alla XIII Biennale di Venezia.
Nel 1943 il suo studio di Livorno viene bombardato e lui fatto prigioniero ad Hammamet in Tunisia. Deportato negli Stati Uniti nel campo di prigionia di Weingarten (Missouri) riprende a dipingere e allestisce due mostre personali (1943- 44). Una terza esposizione la presenta nel 1945 al Rotary Club di Bonne Terre, sempre nel Missouri.
Tornato a Livorno, riorganizza lo studio e la vetreria che guiderà fino al 1971. Nel 1967 aderisce al manifesto Futurismo-oggi di Enzo Benedetto e scrive nell’omonima rivista. Nel 1981 Marzio Pinottini cura Peruzzi futurista, la prima monografia dell’artista, pubblicata da Scheiviller e dal 1983 ha stretti rapporti con Massimo Duranti che gli curerà numerose mostre a Perugia, Cortina d’Ampezzo e la monografia post mortem Osvaldo Peruzzi l’ultimo futurista in occasione dell’antologica a Latina. Enrico Crispolti nel 1988 cura la mostra a Livorno, Villa Mimbelli. Stringe, in questi anni, un sodalizio con la Galleria San Carlo di Milano, poi con Lidya Palumbo Scalzi dell’omonima galleria d’arte di Latina, con la Narciso di Torino, Arte Centro di Milano, Marescalchi di Bologna e Cortina, Il Gianicolo e Spazio Arte di Perugia e, a Livorno, con le gallerie Giraldi e Guastalla. Nel 1997 Peruzzi dona il suo archivio alla Fondazione Primo Conti di Fiesole e nel
2014 Dario Matteoni cura il Catalogo generale dell’opera pittorica dell’artista per Electa. Osvaldo Peruzzi muore a Livorno nel 2004.
Massimo Duranti, critico d’arte, giornalista, accademico dell’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia e socio della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria, è impegnato da anni come critico militante e storico del Futurismo. Ha curato innumerevoli mostre e cataloghi, in Italia e all’estero, pubblicato saggi e tenuto lezioni e conferenze nelle principali città italiane, a Londra, New York, Coira, Minsk. Collabora con riviste d’arte e periodici. È curatore della Raccolta Gerardo Dottori di Palazzo della Penna del Comune di Perugia. Nel 2005 ha fondato gli Archivi Dottori, del quale è presidente, e nel 2006 ha curato e pubblicato, per i tipi di EFFE Fabrizio Fabbri Editore, il Catalogo generale ragionato dell’artista. Dal 2022 è presidente dell’Archivio Tato.
Andrea Baffoni è Storico e Critico d’arte. Dal 2004 è membro del comitato scientifico degli Archivi Gerardo
Dottori di Perugia. È giornalista-pubblicista iscritto all’Ordine. Ha diretto la rivista di arte contemporanea
“Contemporart” (Modena). Ha curato numerose mostre sul futurismo e pubblicato nel 2015 il saggio “Contro ogni reazione”. Enrico Prampolini. teorico e promotore artistico, Lantana, Roma. Il suo ultimo libro, dal titolo Dannati Romantici. Da Géricault a Ligabue, è uscito nel 2021 per la casa editrice Fabrizio Fabbri Editore, Perugia.
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