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Anno edizione: 2018
ISBN: 9788849236910
EAN: 9788849236910
UB. INT. : T460E V14a
Contenuto
Catalogo della Mostra aperta a Roma presso il Museo di Roma, Palazzo Braschi dal 08 dicembre 2018 al 17 febbraio 2019
[…] il Papa in Campidoglio. Questo è un ritorno; Noi non siamo forestieri qui dentro; quante memorie, quanti monumenti lo dicono! Ma quale ritorno? Qua venne, circa un secolo fa, Pio XI; ma quanto diversamente. Noi non abbiamo più alcuna sovranità temporale da affermare quassù. Conserviamo di essa il ricordo storico, come quello d’una secolare, legittima e, per molti versi, provvida istituzione di tempi passati; ma oggi non abbiamo per essa alcun rimpianto, né alcuna nostalgia, né tanto meno alcuna segreta velleità rivendicatrice. Però, anche se un’altra minuscola sovranità temporale, quasi più simbolica che effettiva, Ci qualifica nei vostri riguardi liberi e indipendenti, non Ci mancano i titoli per appartenere al popolo di Roma; e Noi volentieri Ci sentiamo fieri ed onorati di far Nostra la professione di San Paolo, come quella d’un’eccellente umana dignità: civis Romanus, cittadino romano: teniamo anche Noi a proclamarci tali.Sono, queste, le parole pronunciate da Paolo VI in occasione della sua visita in Campidoglio, il 16 aprile 1966, la prima da parte di un papa da quel 1870 che segnò, con la Breccia di Porta Pia, la caduta dello Stato Pontificio e la fine del potere temporale dei pontefici. Eletto papa nel 1963, Giovanni Battista Montini aveva già avuto occasione, prima di quella storica visita, di salire al Campidoglio, nel 1962 quando, ancora cardinale, era responsabile della diocesi di Milano. Erano i tempi dell’avvio del Concilio Vaticano II, voluto e indetto dal suo predecessore, Giovanni XXIII, e chiuso dallo stesso Paolo VI nel 1965. Ci piace, allora, nell’accogliere una mostra a lui dedicata negli spazi del Museo di Roma, sito tra i più rappresentativi della Roma papalina, considerarla come una sua “terza visita” alla Casa della municipalità cittadina, consapevoli della portata determinante del suo pontificato in quella preziosa opera di ricucitura tra Stato e Chiesa che non erano riusciti a porre in essere, in modo pieno, né il Concordato del 1929, né l’apertura di via della Conciliazione in occasione del Giubileo del 1950. Molto invece, in tale direzione, si deve proprio alla profonda sensibilità, umana e culturale, di questo papa che ha reso possibile il ritorno di un Pontefice sul Campidoglio e che ha individuato, nell’arte, il tramite diretto e universale per ricondurre sulla via del dialogo il confronto sui grandi temi di Dio, dell’Uomo e della Bellezza. Un dialogo possibile, e portatore di ricchezza, solo se mette sullo stesso piano i suoi interlocutori e, soprattutto, se non impone canoni fissi e prestabiliti di espressione, ma lascia al libero sentire dell’artista contemporaneo, con la sua capacità creatrice, la via per arrivare al Verbo. E alla conseguente sua rappresentazione sensibile.
Claudio Parisi Presicce
Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali ad interim
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