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Rappresentare l’utopia

Viaggio tra le città possibili nell'Europa del Settecento

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 112

Anno edizione:

ISBN: 9788849208115

EAN: 8849208111

UB. INT. : T306C T306F T511b V05e V11i V14d

Contenuto

Per una di quelle contraddizioni che segnano, a volte fatalmente, i percorsi più alti del pensiero, il non-luogo “utopia” ha bisogno della città per prendere corpo e manifestarsi: reclama quella parola antica che, più di ogni altra, invera il luogo, lo definisce e lo tesse, vi insuffla la vita e lo rende abitato. Spesso l’idea stessa di utopia non è che la descrizione di una città immaginata e, altrettanto spesso, rappresentata: e le parole usate sono le stesse dei nostri più consueti racconti urbani, a volte soltanto con qualche enfasi in più; mentre le tecniche del disegno assumono l’espressività cui ci hanno abituato le mappe preziose dei secoli trascorsi, soltanto – ma non sempre – con qualche maggior eccesso della fantasia. Fra i tanti possibili percorsi di riflessione che il pensiero utopico ci consegna – segnatamente per il Settecento – questa ricerca vuol privilegiare, per l’utopia descritta, alcuni tra quegli autori che sono stati anche finissimi letterati, impareggiabili scrittori e che quindi hanno immesso nella narrazione della loro visione fantastica e dell’attenta indagine della società contemporanea, l’arte della prosa, con tutte le armi del linguaggio, gli stili dell’eleganza, le geometrie e le prospettive della composizione colta. Mentre per l’utopia rappresentata si fa avanti, forse inaspettatamente, l’immagine della Firenze sognata dal Granduca Leopoldo: laddove non siano i luoghi e gli edifici a mutare il senso della loro presenza o dei loro rapporti armonici, quanto i rispettivi ruoli raggiunti in una città in cui gli alti valori esistenti possano ancora moltiplicarsi continuamente, quasi intrecciandosi fra loro, superando i confini ingannevoli dello spazio e del tempo.

Silvia Chiara Cusmano, architetto, è dottore di ricerca in Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica presso l’Università di Firenze, dove ha conseguito, tra l’altro, una borsa post dottorato e alcuni assegni di ricerca. È autrice di numerose pubblicazioni, in particolare su alcuni protagonisti dell’architettura tardo barocca tra Siena, Firenze e Roma e sulle trasformazioni del territorio agricolo e della città tra Sette e Ottocento.
Giuseppina Carla Romby, docente di Storia dell’Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze, ha al suo attivo ampi e numerosi studi indirizzati alle tematiche della storia dell’architettura e della città nel periodo compreso tra XIII e XVIII secolo, con particolare riferimento all’area fiorentina e toscana. Ha partecipato, con significativi contributi critici, a convegni e conferenze nazionali e internazionali.

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