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Riparo, conservazione, restauro in Sicilia orientale

O del “diffinitivo assetto” 1860–1902

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 208

Anno edizione: 2002

ISBN: 9788849202601

EAN: 8849202601

UB. INT. : T461G V16f V92e

Contenuto

La disciplina del restauro muove i primi passi in campo archeologico. Nello stesso ambito, nel secondo Ottocento, sembrano maturare significativi ripensamenti sulle finalità dell’azione di conservazione. Ciò accade all’incirca in concomitanza con il varo delle riforme messe a punto dal Ministero della Pubblica Istruzione per il settore della tutela; riforme che separano, di fatto, l’attività archeologica da quella di restauro, ponendo un freno, sotto molti aspetti, alla sperimentazione di quelle istanze conservative che proprio da questo connubio sembrano trarre alimento. La Sicilia orientale è un interessante banco di prova per questi cambiamenti, oltre che per una indiscussa insofferenza politica a qualunque forma di centralizzazione, per la permanenza dei temi della classicità ben oltre la prima metà del secolo; permanenza che condiziona inevitabilmente l’azione di conservazione e contrasta, sotto molti aspetti, con il “revival neomedielvalista” che caratterizza l’azione di tutela nella parte occidentale dell’isola e, più in generale, nell’Italia post-risorgimentale. Nel secondo Ottocento gli effetti di questi orientamenti, per certi versi opposti, sono ben manifesti nell’attività di due personaggi, l’architetto archeologo Francesco Saverio Cavallari e l’architetto Giuseppe Patricolo, ai quali il Ministero affida la tutela dei monumenti siciliani. Il confronto tra i due, non privo di implicazioni di natura politica, culturale e “personale”, oltre che specificatamente disciplinare, propone interessanti spunti di riflessione sulla cultura della tutela in Italia in questi anni e sull’influenza, nell’azione di conservazione, della volontà accentratrice e per certi versi omologante del governo postunitario.

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