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Ritrovamenti e contesti II

I repertori archeologici delle province di Rieti e Viterbo nelle raccolte del Museo Nazionale Romano

con CD-ROM multimediale solo per edizione cartacea

Formato: 21 x 29,7 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 376

Anno edizione: 2006

ISBN: 9788849210378

EAN: 884921037X

UB. INT. : T304E V05g V16f V27g

Contenuto

A cinque anni di distanza dall’edizione dei dati inventariali relativi ai reperti archeologici provenienti dalla provincia di Roma e conservati nelle raccolte del Museo Nazionale Romano, vede la luce Ritrovamenti e contesti II, che contiene gli esiti
del proseguimento delle indagini estese alle province di Rieti e Viterbo.
Come si può facilmente intuire, i materiali sono numericamente molto inferiori,
ma la ricerca ha comunque prodotto interessanti risultati riservando piacevoli sorprese
e piccole grandi soddisfazioni: “ritrovare” un pregevole bronzetto dimenticato
in una cassa o poter ripercorrere le vicende storiche legate a rilievi marmorei,
ne sono un esempio.

La sempre proficua collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio
e la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Roma, ampiamente sperimentata
e consolidata nel tempo, ha permesso, una volta di più, di interagire a largo raggio
per facilitare la conoscenza e gli studi sul territorio laziale. Si è lavorato insieme per raggiungere il comune obiettivo di mettere a disposizione un ulteriore strumento di consultazione, reso ancor più agevole dalla presenza di un CD, che correda l’opera e che consente una veloce ricerca incrociata tra oggetto, provenienza, numero di inventario e datazione. Frequentemente accade che le realtà locali abbiano perso la memoria
di importanti ritrovamenti effettuati nel passato, solo perché, da anni, i reperti giacciono dimenticati nei depositi di un grande museo; l’operazione svolta vuole essere, dunque, un contributo per tentare una “ricostruzione storica” che consenta di riportare agli onori un patrimonio archeologico in grado, spesso, di identificare e connotare con maggiore precisione ambiti territoriali a volte vasti, ma unici nelle singole specificità.

Il nostro passato, il nostro futuro

Marmi, bronzi, gioielli, monete, ceramiche: tremila reperti archeologici rinvenuti nelle province di Rieti e Viterbo entrano a far parte ora di una catalogazione che conta già gli oltre 13.500 reperti rinvenuti nell’area della provincia romana. Un patrimonio probabilmente ineguagliabile, se si considera che i circa sedicimila reperti catalogati fino a ora riguardano solo tre delle cinque province laziali. Se ancora si avesse qualche dubbio che il territorio laziale si presenti come uno dei più ricchi di testimonianze dell’antichità e che i popoli che lo hanno abitato siano testimoni di una forte appartenenza al territorio, questa ampia catalogazione di reperti ne è la riprova. Questo volume (che segue temporalmente la pubblicazione del primo volume di “Ritrovamenti e contesti” dedicato alla repertazione effettuata nell’area romana) è il frutto di un lavoro di lunga lena nel quale si sta cimentando ormai da molti anni una delle aree di intervento del nostro assessorato, l’area valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale. Qui si dà conto dei ritrovamenti effettuati nel reatino e nel viterbese. Ampia è l’epoca a cui i ritrovamenti fanno riferimento: si va da reperti della protostoria fino all’età postantica. Ogni pezzo ha un nome e cognome, un luogo di ritrovamento, una datazione che lo colloca nel cammino della civiltà. Insomma, non solo una possibilità in più di conoscere la storia, ma anche un prezioso strumento per studiosi; e per un pubblico più disimpegnato la testimonianza dei diversi modi in cui ogni popolo ha vissuto la propria epoca. Detto ciò, e dato il giusto merito a chi ha lavorato a questa preziosa ricerca, resta il compito nostro, politico: come può essere valorizzato al meglio il patrimonio che viene via via portato alla luce? Certo, il modo attuale non è, mi pare, quello più consono a una fruizione ottimale. Gli oltre 13.500 reperti del territorio romano si trovano ora, in gran parte, nei magazzini del Museo nazionale romano. Mi chiedo se non sia possibile consentire la fruizione di questo enorme patrimonio non solo a fini di ricerca ma anche a vantaggio dei cittadini, ovviamente in forme nuove, essendo pressoché impossibile rendere “visibile” materialmente tutto questo ben di Dio. Insomma, per usare una parola difficile ma efficace, l’obiettivo nostro dovrà essere quello di “ricontestualizzare” la materia, utilizzando a pieno le nuove opportunità tecnologiche. Non entro ora nel merito dei possibili (e affascinanti) sviluppi che potrebbe avere questa prospettiva, sia negli ambiti locali sia nel sistema regionale. Certo è che il portale del nostro assessorato dovrà essere lo strumento principale per avviare una operazione di questo genere. Noi sappiamo che la valorizzazione del nostro patrimonio di beni culturali è fonte di sviluppo territoriale e di ricchezza e in questa direzione cerchiamo dunque di impegnare le nostre risorse. Sarebbe auspicabile che anche le politiche nazionali si volgessero a questo obiettivo e che gli organi dello Stato, invertendo la direzione di marcia degli ultimi anni, mostrassero maggiore sensibilità e decidessero di mettere a disposizione maggiori risorse in questo campo decisivo per il nostro Paese.

Giulia Rodano
Assessore alla cultura, spettacolo e sport
Regione Lazio

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