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Roma. Esquilino 1870-1911

…e nel centro del progettato quartiere una vastissima piazza…

Formato: 22 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 304

Anno edizione: 2019

ISBN: 9788849238013

EAN: 9788849238013

UB. INT. : T800a V31d

Contenuto

L’Esquilino è un “quartiere” di Roma geometricamente definito, a maglia regolare, realizzato ex novo sui colli orientali della città dopo il 1870, in un territorio di ben più antica frequentazione umana, le cui prime tracce risalgono alla Roma arcaica dell’ottavo secolo a.C, fornendo così un eccezionale esempio di stratificazione storica plurisecolare. Nella storia dell’Esquilino moderno, dal 1870 ad oggi, è possibile individuare più fasi di formazione: una fase iniziale durante la quale il nuovo “quartiere” viene progettato per segnare il passaggio tra la Roma pontificia e la Roma italiana, rielaborando di fatto quanto già avviato durante il pontificato di Pio IX; tale fase, di cui tratta il presente saggio, travalica nel secolo XX sino agli anni che vedono al governo della città, in Campidoglio, Ernesto Nathan, il primo sindaco veramente laico della città dopo Luigi Pianciani; una seconda fase di assestamento in cui l’Esquilino, ridimensionato nei suoi confini amministrativi, vivendo gli anni della Grande Guerra prima, il regime fascista e l’esperienza bellica dopo, definisce e completa la maglia del suo tessuto socio-economico ed urbanistico giungendo sino agli anni Sessanta del secolo scorso, contrassegnati dal boom economico nazionale; una terza ed ultima fase, infine, ancora in atto, in cui l’Esquilino, multietnico e multiculturale, viene vissuto come zona di confine svolgendo un suo ruolo di cerniera tra una Roma ormai città-metropoli europea e le periferie povere del mondo, come una “grande porta urbana” attraverso cui ci si interscambia con le aree centrali della città. In questa lettura della formazione dell’Esquilino moderno, molto spazio viene dedicato a piazza Vittorio Emanuele II – che l’Esquilino “evoca, rappresenta e rimanda” – e che costituisce a tutti gli effetti la polarità di riferimento privilegiato, il baricentro da cui si originano quei virtuali cerchi concentrici di storia che si sono dipanati in successione temporale nel corso dei circa 150 anni di storia nazionale, a partire da quel 20 settembre 1870 in cui i bersaglieri del generale Cadorna penetrarono in Roma attraverso la breccia di Porta Pia per fare della città dei papi la capitale del nuovo Stato italiano.

Carmelo G. Severino, architetto ed urbanista, già dirigente presso il Comune di Roma, svolge attività di ricerca nel campo dei fenomeni territoriali privilegiando le analisi storiche dei processi formativi delle realtà urbane. Ha insegnato Storia della città e del territorio presso la Facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni”. Oltre a decine di articoli e saggi in riviste di settore e volumi collettanei, ha pubblicato Crotone nella collana editoriale Le città nella storia d’Italia (Laterza 1988), Città d’Europa (Rubbettino 2004) e, per i nostri tipi, Enna. La città al centro (1996), Capri: il segno ed il senso (1996), Roma mosaico urbano: il Pigneto fuori Porta Maggiore (2005), San Severo. Città di Puglia (2007), Crotone. Da Polis a città di Calabria (2011). Nell’anno 2000 ha ottenuto il Premio della Cultura “Sezione Storia locale” attribuito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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