20,00 

Acquista anche su

San Pietro. Fotografie dal 1850 ad oggi

Formato: 30 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 128

Anno edizione: 2007

ISBN: 9788849213638

EAN: 8849213638

UB. INT. : T408E T515b V05i V15d V32h

Contenuto

Passeggiare tra le sale di Palazzo Braschi, la settecentesca dimora nobiliare della famiglia di papa Pio VI, volgendo gli occhi da un’antica immagine d’autore all’altra è un po’ come sfogliare un vecchio album di famiglia: lo stupore, la tenerezza e la nostalgia per la Roma che fu sono gli stessi, così come l’emozione di vedere i grandi eventi della storia calati nella realtà quotidiana, umanamente intensa della nostra città.
Lo scenario è quello grandioso che si apre sulla riva destra del Tevere, laddove sorge il polo religioso più importante per Roma e per la cristianità intera: la Basilica di San Pietro con la sua cittadella intrisa d’arte e di fede, da sempre ideale contraltare del Comune di Roma nella guida delle sorti di questa città. In occasione della ricorrenza dei 500 anni dall’avvio della costruzione della basilica moderna, quello scrigno inesauribile di memoria che è l’Archivio Fotografico Comunale ha svelato alcuni degli scatti storici che hanno visto protagonista il complesso vaticano dalle prime sperimentazioni fotografiche della metà dell’Ottocento ai più recenti scatti d’autore dedicati a importanti eventi dei nostri tempi; una parte di questi, catturati dagli obiettivi di alcuni tra i più celebri fotografi del nostro tempo come David Seymour e Mimmo Jodice, provengono anche dall’archivio della celebre agenzia fotogiornalistica Magnum.
Vedutismo, reportage, frammenti di vita quotidiana vivono dunque in immagini di altissima qualità che raccontano con incisività l’importanza monumentale e paesaggistica di un polo di aggregazione politico e religioso unico nel panorama mondiale.
Sono grato al Comitato Nazionale per le celebrazioni del V Centenario della fondazione della Basilica di San Pietro per aver fornito l’occasione e lo stimolo per effettuare una nuova ricognizione nel vastissimo repertorio del nostro Archivio Fotografico, fonte iconografica inesauribile non solo per conoscere la nostra città nelle sue storiche fasi di crescita ed espansione, ma anche per cogliere di Roma lo spirito unico, accogliente, grandioso ed ironico ad un tempo, capace di coniugare con irripetibile disincanto sacro e profano, miseria e nobiltà; di far convivere, in una parola, i grandi eventi della storia di cui l’Urbe è stata – soprattutto al di là del Tevere – impagabile scenario con l’umanità più variegata che attorno alla scala imponente dei monumenti antichi e moderni della città non ha rinunciato a tessere le fila della sua quotidiana esistenza.

Silvio Di Francia
Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma

L’immagine della città di Roma è definitivamente segnata, da quando Michelangelo ne disegnò il profilo, dalla grande cupola che sovrasta la basilica di San Pietro, così come il colonnato berniniano che racchiude la grande piazza antistante, raffigura simbolicamente l’abbraccio della Chiesa non solo verso i fedeli ma per tutti gli uomini che in un modo o nell’altro si dirigono verso di essa.
La cupola michelangiolesca, che non ha eguali al mondo, perfettamente in asse con quella tomba terragna che custodisce le spoglie del Principe degli Apostoli, vera pietra angolare su cui fonda la sua autorità la Chiesa di Roma, sembra riaffermare con l’arditezza della sua architettura lo slancio verso l’alto, ma anche l’affermazione del primato del romano pontefice visivamente rappresentato, fino a non molti anni addietro, dalla tiara che ne riecheggiava le linee.
Il “gran teatro” della piazza, delimitato dallo scenografico colonnato, segnato dal genio di Giovan Lorenzo Bernini, anch’esso unico al mondo, nella sua forma quasi antropomorfica raffigurante come due braccia distese nel gesto dell’accoglienza, ha ospitato gli avvenimenti più importanti, tristi e felici, della storia della basilica e della città, e mai come ai nostri giorni è diventato il luogo dell’incontro di folle sempre più numerose, che si stringono attorno al successore di Pietro.
La cupola e la piazza possiamo dire che sono i due personaggi principali di questa interessante mostra che presenta le immagini fotografiche di uno dei luoghi più celebri del mondo, accomunando foto storiche e rare ad immagini dei nostri giorni. Una mostra che permette di seguire, pur nella apparente ripetitività del tema, le evoluzioni e i cambiamenti non solo ambientali e del paesaggio, ma anche il vissuto sociale e spirituale, evidenziato soprattutto dalle immagini delle celebrazioni e delle varie manifestazioni che hanno avuto nella basilica o nella piazza il luogo privilegiato di svolgimento.
Il Comitato Nazionale, istituito dal Ministero per i Beni e le Attività culturali per celebrare il Quinto centenario della fondazione della nuova basilica vaticana, è grato al Museo di Roma, ed alla sua direttrice Maria Elisa Tittoni, per aver aderito all’invito di iniziare le manifestazioni celebrative proprio dal Museo che più di ogni altro incarna e presenta la storia della città.
La basilica di San Pietro, anche se in senso proprio non può essere considerata la cattedrale di Roma, che come è noto ha sede invece in San Giovanni in Laterano, essendo la chiesa del Papa è diventata a tutti gli effetti, agli occhi non solo del popolo cristiano, la “cattedrale dell’umanità” e certamente anche la più celebre tra le chiese di Roma.
Ad essa è dedicato questo omaggio.

Giovanni Morello
Presidente Comitato Nazionale per le celebrazioni del
V Centenario della fondazione della Basilica di San Pietro

Con questo Album fotografico dedicato a San Pietro non si è voluto fare opera di documentazione artistico architettonica del complesso monumentale della basilica e della piazza di San Pietro ma proporre un viaggio nel tempo creando un suggestivo legame fra le immagini fotografiche consegnateci dal passato e quelle offerte dalla contemporaneità.
A lungo la fotografia è stata considerata una mera tecnica, rivolta a fornire informazioni su un luogo in un dato momento storico senza riconoscerle né ispirazione o riflessione d’artista ed in questo senso destinata ad essere considerata una valida fonte per la ricerca storica.
Su questa base teorica si fonda la ricca collezione dell’Archivio Fotografico Comunale che, in occasione delle celebrazioni del quinto centenario della fabbrica di San Pietro, ha voluto presentare le fotografie relative a San Pietro secondo un itinerario visivo che, ripercorrendo idealmente il cammino dei pellegrini o dei viaggiatori, conduce alla grandiosa monumentalità del luogo e ne esemplifica la vita quotidiana o la solenni ricorrenze della vita della Chiesa.
Questo straordinario ed apparentemente immutabile luogo nel corso degli anni si è offerto all’obiettivo dei fotografi da diverse e molteplici prospettive che di volta in volta ne hanno messo in risalto particolari effetti di luce e di atmosfere o ne hanno colto la spettacolare dimensione in rapporto ai mutamenti di assetto urbanistico, basti pensare alla grandiosa veduta di Robert Eaton con la spina dei Borghi o alle nuove suggestioni visive suscitate dall’apertura di via della Conciliazione nelle immagini di Oscar Savio o di Mario Cresci.
Nella silente immensità della fotografia di Tommaso Cuccioni del 1865 sembrano riecheggiare le parole di Matilde Serao “ nella vastità della piazza, solitaria, deserta, che ascende verso la chiesa le due fontane zampillanti sembravano due pennacchi bianchi, e l’obelisco di mezzo un bastoncello; e intorno era tutta una bagnatura lieve, un umidiccio di acque quasi trapelanti a fior di suolo; un silenzio di luogo disabitato”; a questa atmosfera sospesa si contrappongono le immagini delle moltitudini di fedeli di ieri e di oggi che in occasione delle benedizioni o delle cerimonie papali hanno animato ed animano il grande invaso della piazza.
Le preziose immagini stereoscopiche conducono invece nel cuore stesso della Basilica, consentendo di riprovare quel fascino arcano ben descritto da Henry James nel suo romanzo “The portrait of a Lady”: “ the first time she found herself beneath the far- arching dome and saw the light drizzle down through the air thickened with incense and with the reflections of marble and gilt, of mosaic and bronze, her conception of greatness rose and dizzily rose”.
Nella continuità dei riti e delle funzioni religiose la fotografia immette un forte elemento di discontinuità registrando il mutare e l’avvicendarsi della componente umana nel maestoso scenario di San Pietro: dalle carrozze che riempiono la grande piazza nelle foto del XIX secolo dei fratelli D’Alessandri fino alle folle variegate e colorate degli ultimi anni.
Analoga discontinuità si registra nella documentazione fotografica della vivace vita quotidiana che nello scorrere del tempo si è sempre svolta all’ombra di quello che i romani affettuosamente chiamavano e chiamano “il Cupolone”, elemento peraltro quasi topico di molte vedute panoramiche della città.
Nella varietà di angolature, effetti atmosferici, situazioni e avvenimenti San Pietro si offre sempre diverso pur nella sua unicità, rendendo sempre attuali le parole di Alphonse de Lamartine: “Saint-Pierre est l’oeuvre d’une pensée, d’une religion, de l’humanité tout entière à une époque du monde! Ce n’est plus là un édifice destiné à contenir un vil peuple. C’est un temple destiné à contenir toute la philosophie, toutes les prières, toute la grandeur, toute la pensée de l’homme. Les murs semblent s’élever et s’agrandir, non plus à la proportion d’un peuple, mais à la proportion de Dieu.”

Maria Elisa Tittoni
Direttore Museo di Roma

Parole chiave

Condividi su