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Sulle tracce dell’Accademia di Antonio Canova e di un bunker

Artisti contemporanei a Roma

Formato: 21 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 160

Anno edizione: 2022

ISBN: 9788849240955

EAN: 9788849240955

UB. INT. : T815C V14e

Contenuto

La scoperta di tracce non ancora esplorate nelle vicende storiche di Palazzo Venezia, uno dei complessi monumentali simbolo di Roma. Tra il 2010 e il 2014 nel corso dei lavori di restauro nella zona dove erano ospitati gli uffici della Soprintendenza del Lazio, attrassero l’attenzione un’iscrizione in latino marezzata dal tempo dedicata a Antonio Canova, e una Sala con lo stesso nome avvincente, Canova. Queste labili orme accesero la fiducia ardente di documentare il tempo in cui il grande scultore diresse tra il 1812 e il 1814 durante il periodo napoleonico, l’Accademia di Belle arti del Regno Italico, e di identificare lo studio dove scolpì Teseo e il Minotauro ora al Victoria and Albert Museum di Londra.
Abitudine moderna è stabilire un nesso tra tutte le cose: i lavori nel “Palazzetto” avevano coinciso con il bicentenario della stessa Accademia. Nella sala Canova, nel cortile principale e nell’antico Viridarium, gli artisti invitati hanno contribuito con opere in funzione di arredo, a rinnovare una officina creativa. Con la brillante scoperta nel 2011 dell’ultimo bunker mussoliniano, questo venne dotato di accesso e illuminotecnica, e i corridoi per raggiungerlo di altri interventi artistici. Citando anche Canova, Ispettore delle Belle Arti dello Stato della Chiesa, a difesa del patrimonio artistico italiano dinanzi a Napoleone. Trasferito l’Ufficio, il lavoro e le indagini condotte facevano rinvenire un unico bandolo, e un valore narrativo in sé e per sé del resoconto. In questo trovare connessioni, ecco pubblicato il libro nella ricorrenza delle celebrazioni canoviane.

ANNA IMPONENTE ha ricoperto nel Ministero della Cultura gli incarichi di Direttore del Polo Museale della Campania; Soprintendente dell’Abruzzo; del Lazio; delle Marche; Direttore di Sezione alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. Si è occupata di valorizzazione di musei e luoghi della cultura dove ha curato mostre innovative sui rapporti tra arte contemporanea, del passato, spiritualità, interdisciplinarietà dei linguaggi. Ha realizzato rassegne di arte italiana con Musei e Accademie di Belle arti in Turchia e in India (1986); in Corea (1994), a Taiwan (1995). Tra le mostre principali: Scultura italiana del XX secolo in Giappone (2001-2002); About Caravaggio Visioni e illusioni contemporanee (2013); Il Cammino delle Certose (2017); Vesuvio quotidiano Vesuvio universale (2019). Tra le mostre cocurate: 36 Ideas from Asia, arte contemporanea del Sudest asiatico (2003); Francesco il Santo (2012); Sculture preziose. Oreficeria sacra nel Lazio dal XIII al XVIII secolo (2015). Ha fondato la rivista Nel Lazio Guida al Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico; la collana di libri e video I luoghi sacri del Lazio. Autrice dei libri: Yamato (1996) Tre esercizi d’arte per Maria Soledad (2021); coautrice di Dialogando con l’artista (2012); Amatrice Forme e immagini del territorio (2015).

GIOVANNA GRUMO, come funzionaria storica dell’arte del Ministero della Cultura ha operato a lungo presso la Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici di Roma e Lazio, poi del Lazio, svolgendo attività di tutela e valorizzazione oltre che di studio delle opere del territorio (soprattutto quelle di area reatina (La pittura del Cinquecento nel Reatino: dipinti su tavola e su tela, Roma 2011; cura di una sezione della mostra dedicata a San Francesco svoltasi a Rieti nel 2012, studi sugli esordi di Cola dell’Amatrice, sulla bottega di Marcantonio Aquili figlio di Antoniazzo Romano). Specializzata nel settore dei disegni e delle stampe, ha lavorato poi all’Istituto Centrale per la Grafica, dove ha fatto parte del gruppo “Progetto Piranesi” nell’ambito del quale ha condotto studi storici e tecnici delle matrici in rame dell’incisore veneto confluiti nei volumi Giambattista Piranesi. Matrici incise 1761- 1765 (Roma 2017) e Matrici incise 1762-1769 (Roma 2020). Per quanto concerne i disegni, si è occupata prevalentemente di artisti genovesi operanti nell’ambito di Luca Cambiaso, in particolare di Bernardo Castello e di suo fratello, il miniatore Giovanni Battista (disegni inediti contenuti in un album della Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis appartenuto alla famiglia Castello).

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