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Tipologie e forme dell’abitare a Roma
Gli echi dell'antico nell'architettura del primo novecento
A cura di: Benedetti Simona
Formato: 21 x 29,7 cm
Legatura: Cofanetto
Pagine: 576
Anno edizione: 2023
ISBN: 9788849246278
EAN: 9788849246278
UB. INT. : T500P
Contenuto
2 volumi in cofanetto
9788849245936 Forme dell’abitare a Roma. Echi dell’antico nell’architettura del primo Novecento
Il volume raccoglie gli interventi presentati da numerosi studiosi italiani e stranieri al convegno dal titolo: Forme dell’abitare a Roma. Gli echi dell’antico nell’architettura del primo Novecento, svoltosi a Roma nel novembre 2021; iniziativa parte del progetto di ricerca finanziato dall’Università degli Studi di Roma “Sapienza”, coordinato da Simona Benedetti del Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura. Il convegno ha approfondito e indagato svariate tematiche finora afferenti ad ambiti disciplinari diversi, coinvolgendo archeologi, storici dell’architettura, architetti, in un dibattito trasversale che ha tentato di comprendere meglio le ricadute dell’interesse per l’Antico nell’architettura abitativa dei primi decenni del Novecento, produzione definibile criticamente come esito dell’«Altra modernità» italiana. Tra i contributi sono presenti anche saggi dedicati ad architetture e ambiti territoriali non romani che testimoniano l’analoga influenza dell’Antico nella formulazione progettuale delle nuove sperimentazioni costruttive novecentesche.
Il dibattito italiano post-unitario si coagulò attorno alla definizione di uno ‘stile nazionale’. E se per i palazzi del potere si privilegiò il monumentalismo, nell’edilizia i progettisti poterono agire con libertà, conciliando le novità internazionali con la tradizione locale. Ad esempio, l’archeologismo sospinto dagli scavi condotti ad Ostia Antica da Guido Calza e Italo Gismondi ebbe significative ricadute, poiché le insulae imperiali sembravano anticipare a tutti gli effetti gli edifici intensivi moderni. Fu perciò l’architettura popolare a testare possibilità espressive innovative: una sperimentazione ripercorribile attraverso l’attività dell’Istituto per le Case Popolari di Roma il quale, istituito nel 1903 per provvedere ai bisogni delle classi meno abbienti, operò con disinvoltura fino al secondo conflitto mondiale. Al di là degli episodi più noti, il volume indaga quindi i quartieri meno conosciuti, ampliando quell’orizzonte critico dell’«altra modernità» al cui successo collaborarono tanto Gustavo Giovannoni, Marcello Piacentini e Alberto Calza Bini, quanto Innocenzo Costantini, Innocenzo Sabbatini e Camillo Palmerini.
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