Archeologia urbana e progetto di architettura

I processi di evoluzione urbana, nelle città dotate di rilevante patrimonio archeologico, hanno assunto negli ultimi decenni caratteri peculiari in relazione all’entità e alla significatività delle preesistenze antiche, nonché all’importanza delle iniziative di trasformazione. E ciò, sia nel caso di presenze archeologiche esposte e condizionanti l’assetto ambientale e architettonico della città o del territorio storico o naturale; sia nel caso di strutture interrate, riemerse più o meno fortuitamente e traumaticamente, a seguito di interventi di scavo. In ogni caso, oggi la “cultura del progetto” presuppone un atteggiamento di particolare attenzione ai valori storici e agli aspetti evolutivi, morfogenetici e simbolici, dei contesti esistenti; specialmente per quelli conformatisi in un lungo arco temporale. Per quanto concerne la conservazione dei valori e la trasformazione dei contesti, la natura e la misura degli interventi sull’archeologia – sia di tipo reintegrativo, di “liberazione” e talora di de-restauro, sia di tipo radicalmente alternativo/innovativo – divengono pertanto oggetto di particolare attenzione metodologica e di ricerca interpretativa, da esperirsi di volta in volta e “caso per caso”, concordemente con gli organi preposti alla gestione urbanistica e di tutela ambientale. Ma è alla strategia del progetto, inteso anche e soprattutto come riproposizione architettonica del luogo, che deve essere, in definitiva, affidata la scelta di programma che agisce sull’assetto formale dei contesti. Progetto, quindi, come necessaria fase di nuove sintesi e di rilancio qualitativo e come momento di decisione che si disloca nel processo evolutivo della storia urbana.