Il ciclo del mais nell’economia somala

L’agricoltura e le diverse figure sociali che in essa operano sono chiamate a svolgere un ruolo di primo piano nella ricerca di soluzione ai tanti e gravosi problemi che caratterizzano la maggior parte dei Paesi africani. Contro la diffusa quanto erronea opinione che il settore sia statico e invariante, profonde trasformazioni e processi di adattamento al mutato quadro economico e sociale, nazionale ed internazionale, hanno luogo.
Nel caso della Somalia, l’evoluzione della coltivazione del mais, da coltura circoscritta e di scarso peso nel periodo precoloniale alla centralità assunta nella produzione e nel consumo attuale, si presta ad una ricognizione dei nodi fondamentali del settore agricolo. Dai mutamenti intervenuti nel paesaggio della realtà coloniale e quella che segue all’indipendenza politica, alla crescente importanza dell’agricoltura in senso stretto rispetto alla tradizionale prevalenza del comparto pastorale, alla diffusione di nuove tecniche e logiche produttive, nonché all’affermarsi di nuove figure sociali, l’analisi delle modalità di produzione e distribuzione del mais, “nuovo pane della Somalia”, consente – data la sua attuale generalizzazione colturale – non solo una lettura delle strutture e caratteri delle unità produttive agricole, ma anche, più complessivamente, dell’economia del Paese e del difficile processo di diffusione dell’innovazione.

Adriano Varotti, insegna Sociologia urbana e rurale, presso la Facoltà di Architettura di Venezia. Studioso dei problemi di mutamento sociale nel mondo agricolo nei Paesi a maggior sviluppo, ai quali ha dedicato numerosi saggi, da circa un decennio collabora con l’Università Nazionale Somala e, nell’ambito di questa collaborazione, si è dedicato allo studio delle trasformazioni che riguardano il settore agricolo nel contesto africano e somalo in particolare. Ha in corso una ricerca sulle nuove caratteristiche del mercato del lavoro agricolo in Somalia.