Il problema della guerra giusta e l’art. 266 C.P.

Un macabro fantasma si aggira ancora, purtroppo, per le scene tormentate del nostro pianeta. Questo spettro, vuoto di reali sentimenti, ha devastato l’altro ieri il Vietnam e l’Afganistan, ieri il Golfo, oggi, a due passi da Casa nostra, la Jugoslavia.
Questo ancestrale, incomprensibile residuo del passato, tuttavia può talora essere imprescindibilmente ed eccezionalmente necessario a regolare interessi contrastanti e patologici rapporti tra gli uomini.
Quando il ricorso alla guerra è giusto?
Come si concilia la guerra con i principi di pace sanciti dall’O.N.U. e con il congeniale art. 11 della nostra Costituzione?…

Pasquale Eugenio Filastò è nato a Sinopoli (R.C.) il 6 febbraio 1917. ha compiuto gli studi classici a Vibo Valentia e quelli universitari, in giurisprudenza, a Firenze, dove ha avuto per maestri due dei più autentici scienziati del diritto del secondo novecento: Raoul Alberto Frosali e Salvatore Romano, che ha sempre rimpianto e venerato ed ha compiuto una breve pratica forense presso un altro giurista insigne e principe del Foro, l’Avv. Giulio Paoli.
Combattente nel secondo conflitto mondiale, prima nell’esercito, poi nella divisione partigiana «Potente», poi nelle ricostituite divisioni regolari. Decorato, invalido di guerra. Nell’Albo degli Avvocati di Firenze dal 1945. Ha per molti anni insegnato nell’Università di Firenze.