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Progettare per Messina

La variante generale al piano regolatore

Formato: 22 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 96

Anno edizione: 1997

ISBN: 9788874487486

EAN: 8874487487

UB. INT. : T509A V05c V92b

Contenuto

Oggi insegnare e fare ricerca in urbanistica, soltanto per formare architetti ed ingegneri più consapevoli nel campo della pianificazione, sapendo che così non si formano veri pianificatori, ma solo architetti ed ingegneri migliori, non può essere pienamente soddisfacente. La disciplina è cresciuta ed occorre, e la si sta fondando, una scuola specifica.
“Pianificazione territoriale, urbanistica ed ambientale” vuole essere una sede di dibattito autonomo ma che affianchi questo processo, e non è un caso che le si sia voluto attribuire la stessa denominazione di quella che è il nuovo Corso di laurea nell’ambito della riforma degli ordinamenti didattici di Architettura, e probabilmente, in prospettiva, di una nuova facoltà. È una collana aperta a contributi scientifici diversi ma non eterogenei; alla ricerca di strade nuove per il rafforzamento disciplinare ed al confronto fra più voci, culture ed esperienze; ad un percorso formativo nuovo ed articolato.
Una collana completata da una nuova serie di volumi che, come dice il sottotitolo, forniscono agli studiosi “Materiali, strumenti, analisi ed esperienze”. La serie, con volumi di più grande formato rispetto agli altri saggi, si propone di presentare con maggiore ricchezza documentaria realtà, esperienze, approcci culturali che sarebbero di meno agevole lettura se proposti in un formato più ridotto.

L’esperienza della redazione della Variante Generale al PRG di Messina è stata colta come l’occasione per impostare una nuova politica urbanistica e di gestione della città. La formazione dell’ufficio pianificazione e l’avvio dell’informatizzazione a livello territoriale comunale sono sicuramente due aspetti della volontà di cambiamento sentita dall’Amministrazione comunale in ogni sua componente.
La storia recente di Messina, dalla ricostruzione dopo il sisma del 1908, è fatta di piani attuati e non, ma fondamentalmente è segnata dalla politica dell’emergenza e dalle varianti parziali o da ipotesi suggestive indipendenti dalla volontà della città (Ponte sullo Stretto).
Se escludiamo il Piano Borzì, Messina è una città fatta da “idee” appartenenti a Piani diversi, alcuni carichi di immagini riferite alla cultura urbanistica e/o agli scenari politici economici e di sviluppo di quel momento.
Non è e non è stato un esercizio facile, ricomporre forma e piano, tra il percorso delle compatibilità ambientali, sismiche-geomorfologiche, agroforestali che i vincoli legislativi impongono, né tanto meno adeguarsi in senso dinamico ad un impalcato appartenente a esigenze vecchie di un decennio, che spesso non hanno potuto trovare riscontro in una realtà fisicamente trasformata.
Da questo assunto e dalla necessità di coniugare tutte le istanze sentite dalla città, il Piano è stato strutturato individuando dei sistemi di aree che rappresentano lo schema formale al supporto organizzativo della città.
I Sistemi di area, rappresentano la seconda velocità del piano, quella dell’intervento progettuale di intesa. Essi sono allo stesso tempo, settori di intervento, spazi e/o volumi organizzatori e riqualificatori di ambiti di territorio. Hanno una funzione strategica sia per l’attuazione, attraverso i privati e l’imprenditoria, i progetti di finanza che sulla possibilità di mettere in moto quel meccanismo che puntando sulle capacità relazionali innesca catene di effetti corrispondenti ai presupposti di sviluppo urbano.
L’ultimo elemento di riflessione nasce dalla difficoltà nella pratica professionale di restare aderente ai percorsi della ricerca scientifica disciplinare, in un rapporto di coerenza tra l’idea, l’immagine di città e il progetto di Piano in quel districarsi di problemi tecnico-formali, legislativi burocratici che potrebbero fare di un buon Piano un Piano non approvabile e viceversa. Un’occasione per la città e un’occasione di progetto che propone esiti tangibili a principi enunciati, disegna proposte realizzabili a breve, riconduce al Piano urbanistico un momento di confronto con la configurazione spaziale della città e il suo funzionamento.

Francesca Moraci (Messina 1955) architetto, dottore di Ricerca in Pianificazione Territoriale, Master of Science in Economic Policy and Planning presso la Notheastern University di Boston, è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Ambientali e Territoriali della Facoltà di Architettura dell’Università di Reggio Calabria.
Ha svolto attività di ricerca sui temi della Pianificazione Urbana e Territoriale e dell’Ambiente presso l’Università di Reggio Calabria e negli Stati Uniti (Northeastern University, Center for European Economic Studies, Coastal Zone Management Program) ed attività professionale anche come consulente per Enti pubblici.
Dal 1995 è componente nella qualità di urbanista del Consiglio Regionale per la Protezione dei Parchi e delle Riserve Naturali, presso l’Assessorato al Territorio e Ambiente della Regione Sicilia. È autrice di vari articoli e saggi e dei volumi Valutazione di impatto ambientale in aree costiere (Gangemi 1988), Le Analisi per il Piano ambientale (con A. Ziparo, Gangemi 1992).

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