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Quaderni del Master 1. Architettura Storia Progetto
A cura di: Mancini Francesco Maria, Pietrolucci Marco
Autori: Cellini Francesco, Gasparrini Carlo, Represa Ignacio, Pignatti Lorenzo, Capriulo Chiara, De Angelis Adriana, Delicato Francesca, Martella Federica, Pietrolucci Marco, Possenti Chiara, Tognela Christian N., Manieri Elia Mario
Formato: 24 x 30 cm
Legatura: Filorefe
Pagine: 64
Anno edizione: 2007
ISBN: 9788849212051
EAN: 8849212054
UB. INT. : T515B V05e
Contenuto
Direttrice della Collana Maria Margarita Segarra Lagunes
Il materiale critico e progettuale contenuto in questa pubblicazione documenta alcune fasi di un’esperienza di studio post-universitario inconsueta e sperimentale: quella proposta da un Master in cui si miscelano, confrontandosi, sovrapponendosi, integrandosi, ingredienti che invece nella didattica di architettura sono e sono stati (quasi) sempre separati.
Oggi infatti, in tutti i correnti ordinamenti universitari, la storia e la riflessione sulle ragioni dell’architettura e sui suoi esiti sono trattate come un sistema a sé, disciplinarmente arroccato su predefiniti standards culturali; d’altra parte anche il progetto tende ora ad esser collocato in una sorta di mondo autonomo e frettolosamente specifico, chiamando di volta in volta in causa, nell’approssimativa definizione di questa specificità, o gli aspetti più pratici e professionali del mestiere, ovvero la proposizione di diversi e talora labili sistemi di riferimento teorico.
Qui invece, nel Master, le due cose, progetto di architettura e storia dell’architettura (e storia del progetto ecc.) stanno assieme, forse in una relazione tendenziale e problematica, talvolta più di tensione che di accordo, ma certo senza pasticci: pasticci che certamente consisterebbero nel pretendere di sottomettere la prassi del progetto all’autorità della storiografia e della teoria (la critica operativa), ovvero nel pensare possibile un’attività professionale e artistica del tutto autoreferente, arrogante, irruente e, come spesso oggi si vorrebbe, libera da ogni responsabilità.
Nella filosofia del Master è invece limpida l’idea dell’apertura, della ricerca e del confronto; c’è la consapevolezza che le più vitali strutture di una cultura attiva risiedano proprio nelle infinite relazioni incrociate del fare col già fatto e del pensare col già pensato, e che queste relazioni debbano essere scrupolosamente analizzate e delicatamente preservate dal dogmatismo, proprio per la loro intrinseca mutevolezza e fragilità.
Applicare tutto ciò alla didattica chiede ai docenti ed agli allievi una particolare disponibilità a confrontare con pazienza molti e spesso dissonanti punti di vista; chiede di cimentarsi con diversi tipi di esperienza critica, analitica e progettuale; chiede poi di allargare il proprio campo visivo e conoscitivo al reale spazio del dibattito architettonico contemporaneo, che è da tempo, ed indiscutibilmente, internazionale e chiede di farlo con lucidità. La dinamica globale della cultura specifica è, infatti, dietro la patina omogenea dei suoi fenomeni più noti, abbastanza frammentaria, contraddittoria, a-sistematica; è un assieme incoerente di valori, energie e ritmi (alcuni anche lenti e deboli, come sono ora quelli della produzione italiana, altri urgenti e vivaci), su cui rimisurare tutto: opportunità, spazi, interazioni, rilanci, sconfitte, eredità culturali, patrimoni critici.
Ecco quindi la ragione delle varie peculiarità del Master, e prima di tutte, della sua natura binaria, realizzata dall’interazione di un modulo italiano con un modulo estero, svolto presso varie e qualificate università consorziate (Valladolid e Waterloo, per l’anno oggetto di questa pubblicazione, e oggi anche Granada e Porto); ecco ancora la ragione della stessa struttura dialogica e interattiva dei moduli, italiani ed esteri, organizzati secondo una serrata alternanza di corsi distinti per tema e taglio, di conferenze, tenute da molti progettisti e personalità della cultura mondiale, e di attività, di workshops progettuali e di tesi critiche.
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