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Identità e differenze nell’architettura del Mediterraneo

Formato: 22 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 274

Anno edizione: 2006

ISBN: 9788849210163

EAN: 8849210167

UB. INT. : T318D T815B V03f

Contenuto

Collana La nuova alleanza: Architettura & Ambiente diretta da Paolo Portoghesi e Rolando Scarano

Il bacino del Mediterraneo, da sempre considerato uno dei più grandi esempi di vivacità culturale, baricentro naturale di tante civiltà costantemente in dialogo tra loro, è oggi un’area dominata dall’assenza di ricerca di nuovi linguaggi che lascia spazio a trasformazioni che non dialogano in alcun modo con il contesto storico e naturale nel quale si inseriscono, e che generano i “non-luoghi” e la mancanza di riconoscibilità di tante periferie metropolitane e della maggior parte dei complessi turistici. Basti pensare ai tanti insediamenti costieri della Spagna, della Francia o delle isole greche, che sradicano gli aspetti più particolari in cambio di ambienti artificiali e totalmente indifferenti al preesistente. I processi di “identificazione” e “orientamento” diventano sempre più difficili, poiché “l’insediamento, quale luogo entro la natura, non esiste più, né esistono i fulcri urbani come luoghi di vita in comune, o gli edifici come sotto-luoghi significativi, capaci di trasmettere sia individualità che appartenenza. Anche il rapporto con la terra e con il cielo è andato perduto. La maggior parte degli edifici moderni esiste in un “nulla” senza alcun rapporto con il paesaggio o con un insieme urbano coerente: una vita astratta, in una specie di spazio matematico-tecnologico, ove a malapena il sopra si differenzia dal sotto” (C. Norberg-Schulz). L’intensità delle modificazioni paesistiche operate negli ultimi decenni, ha determinato un’ulteriore perdita del legame con lo spazio e con il paesaggio, cancellando gli antichi riferimenti e le antiche memorie con il conseguente smarrimento per chi in esse si era identificato. A questa costante perdita di identità, si oppone la sempre più evidente ricerca di radici e certezze, sostenuta dalla necessità di riconoscere e riconoscersi nei luoghi abitati e dalla volontà di sviluppare un senso comune di appartenenza. Ecco dunque l’importanza della ricerca di parametri che permettano di definire le “soglie” entro le quali un ambiente costruito possa essere definito e percepito quale “mediterraneo”, ricerca che potrebbe portare all’elaborazione di nuovi linguaggi architettonici più sensibili ed aperti al dialogo con i contesti culturali e ambientali. Dove ricercare le matrici di questi nuovi linguaggi? Non converrà indagare i caratteri dell’appartenenza alla “matrice mediterranea” nei luoghi della città diffusa, delle campagne in via di urbanizzazione o delle estese periferie, in quanto troppo lontani dal sistema di condizioni che in passato permetteva agli insediamenti di svilupparsi in armonia con il contesto. Perché questi luoghi non subiscano ulteriori trasformazioni di “disurbanizzazione”, tendenti ad un’omologazione del costruito, essi devono acquisire nuovi valori che si ricolleghino a quelli che in passato hanno generato quel particolare “spirito dei luoghi” che definisce la “mediterraneità”. Maggiori sono le possibilità di indagare questi valori nei luoghi “minori”, nei piccoli centri, nelle isole. È infatti nei cosiddetti luoghi marginali che realtà materica – il paesaggio costruito – e vita – intesa come cultura, comportamenti, stati d’animo – restituiscono ancora una visione più vera e sincronica del rapporto uomo-ambiente. L’individuazione di caratteristiche e valori si configura come il necessario presupposto alla prefigurazione di nuove vie di qualificazione e di utilizzo delle risorse dei diversi paesaggi mediterranei, in particolare di quelli in via di omologazione: scoprendo modi di riattribuzione di significati ai segni presenti si potrà infatti ridare spessore alle diverse identità paesaggistiche e architettoniche mediterranee, articolando il nuovo come risposta ad un moderno sistema di bisogni e di valori, che si fondi sull’analisi e sulla comprensione delle dinamiche culturali che lo hanno generato, in una prospettiva di continuità fra passato e presente la cui importanza è oggi troppo spesso ignorata.

Alessandra Scarano (Napoli, 1978) è dottore di ricerca in Composizione Architettonica e collabora attivamente in ricerche nazionali ed europee con il Dipartimento di Progettazione Architettonica e Ambientale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Ha collaborato, inoltre, con il Dipartimento di Conservazione e Storia dell’Architettura e con il Dipartimento Indaco del Politecnico di Milano, nell’ambito di progetti cofinanziati dal Ministero dell’Università e della ricerca scientifica. Opera nel Centro Regionale di Competenza INNOVA per lo sviluppo e il trasferimento dell’innovazione applicata ai beni culturali e ambientali della Regione Campania. Ha pubblicato nella stessa collana il volume Luoghi e architetture del Mediterraneo: viaggiatori alla scoperta del genius loci; ha scritto articoli sulla rivista Abitare la Terra, diretta da Paolo Portoghesi e all’interno di INTBAU (International Network for Traditional Building, Architecture and Urbanism), patrocinato dal principe di Galles e finalizzato allo studio e al supporto dell’ambiente costruito tradizionale. Dal 2002 svolge attività didattica nella facoltà di Architettura di Napoli, ed è attualmente titolare di un contratto per attività didattiche integrative presso il Laboratorio di Progettazione Architettonica.

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