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San Venanzio a Camerino

Firmitas e venustas nella ricostruzione di Luigi Poletti (1836-1875)

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 272

Anno edizione: 2023

ISBN: 9788849245844

EAN: 9788849245844

UB. INT. : T406E V55c

Contenuto

Collana Antico/Futuro diretta da Claudio Varagnoli

Questo libro tratta la vicenda costruttiva della basilica di San Venanzio a Camerino, un monumento densamente stratificato sito nell’entroterra dello Stato Pontificio: territorio ad elevata pericolosità sismica caratterizzato da continue riscritture del proprio patrimonio, e dunque scenario di un dibattito purtroppo sempre attuale sul destino dell’esistente e sul ruolo del restauro. Tra le tante riscritture che la fabbrica di San Venanzio ha subito c’è quella, decisiva per l’entità dei lavori e per l’autorità dei committenti e progettisti, successiva al terremoto del 1799 e alla scelta di ricostruirla in stile neoclassico chiamando a supporto architetti del calibro di Benedetto Piernicoli e Luigi Poletti.
L’aggiunta di un portico in facciata, già presente nel progetto di Piernicoli del 1802, è una transazione tra passato e presente cui Poletti darà esito nel tentativo di rivedere la fabbrica secondo il gusto dell’epoca e al contempo conservarne il frammento ritenuto più rappresentativo della facies originaria e maggiormente collegabile con la venerazione del Santo eponimo. Secondo una modalità assai ricorrente nella revisione ottocentesca delle fabbriche medievali, dallo stesso Poletti sperimentata con successo in più occasioni, il pronao neoclassico è di fatto una sorta di diaframma monumentale dell’antico prospetto, conservato a guisa di reliquia che sembra anticipare e promettere quelle del martire conservate nella cripta. Estremi spaziali, la facciata e la cripta, tra i quali non c’è però spazio nella fabbrica per altre transazioni, posto che l’esigenza di guadagnarne principi di firmitas e venustas nuovi, dunque adeguati ai tempi, ai gusti e alle circostanze ne comportano la quasi completa ricostruzione a danno soprattutto delle aggiunte barocche, ma ad alimento, paradossalmente, di un palinsesto architettonico che il libro ripropone alla luce di nuove conoscenze e certezze sui valori del patrimonio e le sue istanze di tutela.

ROSSELLA DE CADILHAC è Professore associato per il ssd Icar/19 (Restauro), in servizio presso il dipartimento ArCoD del Politecnico di Bari. È titolare del Laboratorio di Restauro architettonico al IV anno del Corso di Laurea Magistrale in Architettura. Insegna Strumenti conoscitivi per lo studio del patrimonio al III anno del medesimo CdLM e Teoria del Restauro presso la Scuola di Specializzazione in “Beni Architettonici e del Paesaggio”. È componente del Collegio dei docenti nel DR Progetto per il patrimonio: conoscenza, tradizione e innovazione e nel DR Ingegneria per la sostenibilità e la sicurezza delle costruzioni civili e industriali presso il Politecnico di Bari.
Svolge attività scientifica volta all’approfondimento di questioni teoretiche, allo studio di aspetti storici, materiali e tecnici dell’architettura tradizionale, all’analisi stratigrafica per lo studio del patrimonio
costruito. Ha pubblicato saggi, capitoli di libri e contributi in atti di convegni nazionali e internazionali sulla tutela, la conservazione e il restauro del patrimonio architettonico, con particolare riguardo alle architetture degli ordini mendicanti, alle opere fortificate e ai luoghi dell’abbandono.
È responsabile scientifico di ricerche sulla conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico pugliese nell’ambito di convenzioni con il Segretariato Regionale del MiC per la Puglia e con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bari.

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