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La Massoneria nelle Due Sicilie
E i "fratelli" meridionali del '700
Autori: Di Castiglione Ruggiero
Volumi in cofanetto
Formato: 17 x 24 cm
Legatura: Cofanetto
Pagine: 2288
Anno edizione: 2014
ISBN: 9788849228908
EAN: 8849228902
UB. INT. : T308F V35f
Contenuto
Volume 1
Alla proto-massoneria di tipo “operativo” si sovrappose nella Napoli del Settecento un istituto, introdotto da mercanti francesi di religione calvinista, che adottò il sistema “speculativo” dei Moderns inglesi. Di conseguenza iniziò, dalla metà del secolo in poi, un aspro conflitto tra le varie potenze latomiche estere per il predominio sulla “fratellanza” meridionale. Austria, Francia, Germania, Inghilterra e Paesi Bassi si affrontarono, senza esclusione di colpi, al fine di ottenere concreti e positivi risultati sull’economia e sulla politica delle Due Sicilie. Un gruppo di coraggiosi “fratelli” riuscí a sottrarsi ad ogni tentativo egemonico costituendo una Gran Loggia Nazionale, orgogliosamente aristocratica, legittimista e spirituale. L’ostilità delle gerarchie ecclesiastiche e le persecuzioni delle autorità poliziesche crearono, quale naturale reazione, in numerosi membri delle varie Obbedienze massoniche del Regno di Napoli e Sicilia un sentimento profondamente anticuriale e antigovernativo. Molti “fratelli” da fedeli realisti si trasformarono in convinti seguaci delle idee rivoluzionarie d’oltralpe, con gravissime ripercussioni di carattere personale e socio-culturale. Lo scontro fu inevitabile e terribile. L’ultima immagine di un secolo pieno di aspirazioni e di illusioni sarà quella dei massoni meridionali che si fronteggeranno gli uni contro gli altri in armi. Il tetro suono della mannaia si sostituirà a quello gioioso delle campane. Le “tenebre” soffocheranno la “luce” e il “chaos” dominerà sull'”Ordo”.
Volume 2: Città di Napoli
Questo volume intende offrire ai lettori un panorama sufficientemente dettagliato dei personaggi che hanno aderito, nel corso del secolo XVIII, alla Libera Muratoria napoletana, affrontando, in particolare, il periodo cosiddetto “aristocratico-militare” (17491775). Tale arco di tempo viene generalmente considerato come l'”età aurea” della massoneria meridionale: dalle sue fila emergeranno, infatti, letterati, scienziati, giuristi e diplomatici di livello europeo. Una classe dirigente che seppe affrontare con dignità e competenza la transizione dal sistema feudale a quello moderno, un passag-gio in armonia con la storia dei paesi cosiddetti “civilizzati”. Un’opera maturata tra le “colonne” dei Templi da individui (dal lat. individuus, “indivisibile”) che, attraverso l’acquisizione di nuove e profonde energie, trovarono la forza di tradurre all’esterno il risultato della loro “iniziazione”. Nata da un antico modello corporativo di tipo socio-economico con una caratterizzazione decisamente spirituale, la massoneria si presenta come una vera e propria scuola di perfezionamento dell’umana conoscenza. Privandoli di ogni residuo di profanità (le cosiddette “scorie”), l’istituzione latomica incoraggia i suoi membri al lavoro a alla ricerca “interiore” con l’applicazione di una severa (ed immutabile) disciplina rituale e l’assimilazione di precise cognizioni, dal linguaggio dei simboli all’insegnamento dei miti. Sono, altresí, valorizzati ed imposti, secondo tempo e luogo, l’importanza della gerarchia iniziatica, l’avanzamento per merito, l’amore per la virtù, l’obbligo del silenzio, la vita in comunità e l’interpreta-zione esoterica di ogni atto dell’essere umano. Essa educa, infine, ogni aderente a valorizzare la potenzialità delle proprie forze individuali al grado più alto, istruendolo a dominare i propri istinti e a sottomettere i fenomeni della natura. Le pagine del pre-sente saggio offrono, pertanto, un tragitto indispensabile e rivelatore della storia della massoneria delle Due Sicilie, attraverso le biografie dei singoli “fratelli”, raccolte, dopo approfondite ricerche dell’Autore, in p a, ha insegnato alla L.U.I.S.S. e all’Università di Studi di Cassino (Frosinone). È autore de ” I segreti della magia”, in collaborazione con Alberto Cesare Ambesi (1972), “A tela ordita Dio mandò il filo” (1975), “Corpus Massonicum” (1 °ediz: 1984; 2°ediz.: 1989; 3″ediz: 2007), “Alle sorgenti della Massoneria” (1988), “Il maestro di Cagliostro: Luigi d’Aquino” (1989), “Domenico Cirillo e la Massoneria olverosi e disagevoli archivi (ancora ric-chi di storia).
Volume 3: Dal legittimismo alla cospirazione
Malgrado uno splendido sole estivo, Napoli si destò, il 27 luglio 1789, sotto una “cappa di piombo”. Le prime sconvolgenti notizie sui moti parigini erano, infatti, pervenute all’attonita corte borbonica che, investita all’improvviso da un lontano evento, era ben consapevole delle inevitabili ripercussioni sul futuro assetto europeo. La possibilità di un imminente coinvolgimento del Regno delle Due Sicilie nel “disegno” rivoluzionario suscitò un vero e proprio senso di panico nel governo. Estirpare alla radice l’innesto delle nuove ideologie eversive, onde evitare il loro attecchimento all’interno della Nazione, divenne il principale obiettivo dell’autorità inquirente. Il nemico da abbattere venne, ben presto, individuato nella massoneria, i cui membri erano, da sempre, aperti alle nuove istanze riformatrici del ‘700. Il real editto del 3 novembre 1789 contro i liberi muratori fu la naturale conclusione di una campagna denigratoria orchestrata da una magistratura e da una polizia asservite al potere centrale, sobillate, tra l’altro, da un clero assetato di rivincita, dopo anni di politica anticuriale. Malgrado il generale risentimento per un provvedimento ingiusto, le logge regolari, in gran parte fedeli alla corona (i Nazionali di Diego Naselli dei principi di Aragona e i Provinciali di Cesare Pignatelli, duca di Rocca Mandolfa e di San Demetrio), furono immediatamente “demolite” dai rispettivi Gran Maestri. Anche le altre logge, le cosiddette spurie (Jerocades, principe di Sansevero, principe di Strongoli, Testaferrata), rispettarono le sovrane disposizioni. L’ordinanza di Ferdinando IV innestò, però, due gravi ed irreversibili processi. Il primo fu quello di respingere una parte dei “fratelli”, già leali servitori dell’ordinamento monarchico, verso posizioni d’intransigente autodifesa, spesso collimanti con lo spirito rivoluzionario e repubblicano d’oltralpe, e il secondo di generare un’incontrollabile dispersione dei singoli massoni verso forme di organizzazione più o meno clandestina (dalle accademie ai salotti culturali, dai cenacoli alle conversazioni). Solo dopo l’arrivo (16 dicembre 1792), nella rada di Napoli, della flotta francese, guidata dal “fratello” Latouche-Tréville, si concretizzò, dapprima nella capitale e poi in provincia, un’effettiva opposizione al regime borbonico. Alcuni giovani massoni sostituirono, sulle ceneri dell’antica istituzione latomica, la loggia con un modello associativo che, importato dalla Francia, era destinato essenzialmente alla lotta politica. Privo di formalità ritualistica e franco da dottrine di carattere iniziatico e spirituale, il club rappresentò un valido strumento cospirativo, i cui membri furono protagonisti dei futuri eventi della storia meridionale, dalla cosiddetta “congiura giacobina” del ’94 alla Repubblica Napoletana del ’99. Ineluttabile sarà l’epilogo di tale metamorfosi (o “profanazione”, secondo i princípi massonici): un “bagno di sangue”, ovvero un icastico “atto di purificazione”.
Volume 4: Le Province
Le prime testimonianze latomiche nel Regno delle Due Sicilie risalgono al periodo della dominazione austriaca per iniziativa della Grand Lodge of England, che reclutò, al riguardo, il noto musicista lucchese Francesco Xaverio Geminiani (1687-1762), considerato generalmente come il primo libero muratore italiano («iniziato» all’estero). L’11 maggio 1728 le autorità massoniche di Londra emisero, a suo nome, una deputation (un mandato) per la costituzione, in Napoli, di una loggia dal titolo «Perfetta Unione». Ignoriamo se le «colonne» di tale «officina» furono effettivamente «innalzate» oppure siano rimaste confinate in un progetto mai realizzato. Di certo bisognerà attendere all’incirca 15 anni per trovare traccia di una regolare loggia installata nella capitale duosiciliana. La massoneria meridionale si sviluppò, dopo la prima metà del ‘700, per l’intero territorio regnicolo, erigendo Templi in tutte le principali città, spesso coinvolgendo nella sua opera di proselitismo anche centri di remota periferia. Si calcola che, tra gli anni ’80 e ’90 del secolo XVIII, il numero delle logge nel mezzogiorno d’Italia era ben superiore alle 120 unità con migliaia di entusiasti adepti. Dopo i volumi sulla città di Napoli (II e III) e sulla Sicilia (V), le pagine del presente testo intendono illustrare un fenomeno che, malgrado ripetute condanne pontificie e governative, attecchí in profondità anche nelle estreme province (Terra di Lavoro, Molise, Abruzzi, Puglie, Basilicata e Calabria), soffermando la propria attenzione sui principali esponenti delle locali logge, in gran parte «dimenticati» o «ignorati», ma degni di essere ricordati come custodi di un’antica sapienza mediterranea e come antesignani di un risorgimento nazionale.
Volume 5: La Sicilia
Una fallace immagine di una Sicilia selvaggia ed incivile, stereotipo di una letteratura straniera inclina ad ottenere facili ed efficaci effetti divulgativi, ha relegato l’estremo lembo del Mezzogiorno d’Italia a semplice appendice europea dell’Africa. La grande difficoltà di accesso, attraverso le impervie Calabrie, all’isola mediterranea ha precluso, nel corso del Settecento, artisti, uomini di lettere, antiquari e giovani rampolli dell’aristocrazia del vecchio continente dal prolungare, lungo la penisola, il proprio itinerario di erudizione, concludendolo a Roma e, per i più impavidi, a Napoli. Le rovine di Pompei, Ercolano e Paestum e l’attività vulcanica dei Campi Flegrei e del Vesuvio limitano, infatti, l’estrema tappa del Grand Tour, riservandola in ogni caso a rari eletti. L’unica via percorribile per visitare la Sicilia è, per lo più, quella del mare e, malgrado imbarcazioni precarie, minacce di pirateria e rischi di burrasche, molti forestieri sbarcano nei porti insulari per affrontare una vera e propria avventura. Scortati dai «campieri», antiche figure di guardie del corpo, attraversano pianure e colline in lunghe carovane, sopportando un penoso tragitto sul dorso di muli e di cavalli, pernottando in «fondaci», conventi o, godendo della rinomata ospitalità locale, in palazzi signorili, accomunati dal quotidiano timore di spiacevoli incontri con un brigantaggio, frutto più di fantasia che di realtà. A lato di una società senza dubbio arretrata, conforme nel vecchio continente a numerosi altri esempi, spicca, all’interno di una vuota aristocrazia d’impronta feudale, una nuova generazione, intelligente e colta, pronta ad aprirsi all’emergenti idee del «secolo dei lumi». Attraverso gli scambi commerciali, i soggiorni all’estero, la lettura di gazzette e di libri, la corrispondenza epistolare, le relazioni con diplomatici, militari, mercanti e viaggiatori stranieri, anche i siciliani s’aprono, superando le circostanti acque del Mediterraneo, ad una Europa in pieno rinnovamento. Un ciclo storico sta per concludersi ed un altro è pronto a sostituirlo. Tra i protagonisti del «passaggio» non è estranea l’opera della massoneria speculativa. Un contesto che vede, anche in Sicilia, le locali logge contribuire, attraverso i propri membri, al generale processo di modernizzazione. Le biografie dei singoli «fratelli», più o meno noti, colmano con il presente volume una lacuna, frutto spesso di uno stolto pregiudizio oppure di una premeditata censura.
Volume 6: Appendici. Indici generali
Ruggiero di Castiglione
…grazie di cuore del Suo ultimo volume, che rinnova il piacere di una erudizione per nulla gretta, che, se Lei è un dilettante, fa onore al dilettantismo; e dico ciò a prescindere dalla indiscutibile utilità, per quelli che Lei definisce “accademici” e “veri storici”, della grande messe di informazioni che Lei prodiga nelle Sue pagine» (21 febbraio 2010).
Giuseppe Galasso, Storico e uomo politico
«…l’Autore, instancabile lettore, studioso di essoterismo e di simbologia, che non si definisce storico di professione, ma lo è certo per vocazione, continua un amorevole arduo percorso intrapreso anni fa: la raccolta di testimonianze sulle biografie (1620 pia o meno complete) di “fratelli” meridionali illustri o meno noti o del tutto sconosciuti, per restituirli alla memoria non solo della famiglia massonica» (marzo 2011).
Elvira Chiosi, Università degli Studi Federico II di Napoli
«…preziosissimo per chiunque voglia studiare la storia del Mezzogiorno, oltre che naturalmente della massoneria» (11 dicembre 2004). «straordinario e imprescindibile repertorio biografico» (maggio 2010).
Francesco Barra, Università degli Studi di Salerno
«…grazie per l’importante volume …per l’abbondanza di informazioni archivistiche su cui è fondato …è un’opera che in futuro sarà punto di riferimento obbligatorio» (13 marzo 2008).
Jose A. Ferrer Benimeli, Universidad de Zaragoza (Espana)
«…al termine della lettura, Le scrivo per esprimerLe in maniera non rituale il grandissimo interesse che ha suscitato in me la scoperta di tanta documentazione … che non conoscevo e che mi aiuta a comprendere meglio fenomeni culturali ed editoriali settecenteschi che avevo solo tangenzialmente intercettato. Trovo che il metodo da Lei seguito, quello cioè di porre in primo piano gli uomini e le esperienza individuali che compongono quest’ ampio mosaico, sia estremamente persuasivo e consenta finalmente di capire in che consistesse veramente la vita delle logge …» (6 giugno 2011).
Antonio Trampus Università Ca’ Foscari di Venezia
Ruggiero di Castiglione è nato a Napoli nel 1940. Pubblicista, ha insegnato alla L.U.I.S.S. e all’Università di Studi di Cassino (Frosinone). È Autore de «I segreti della magia» in collaborazione con Alberto Cesare Ambesi (1972), «A tela ordita Dio mandò il filo» (1975), «Corpus Massonicum» a ediz.: 1984; 2° ediz.: 1989; 3° ediz.: 2007), «Alle sorgenti della Massoneria» (1988), «Il maestro di Cagliostro: Luigi d’Aquino» 1° ediz.: 1989; 2° ediz. ampliata ed aggiornata: in preparazione), «Domenico Cirillo e la Massoneria di fine ‘700 a Napoli» (1990), «Una villa massonica nella Napoli del ‘700» (1996), «La Pietatella: appunti per un percorso iniziatico-alchemico nella cappella Sansevero di Napoli» (1999), i cinque volumi de «La Massoneria delle Due Sicilie e i “fratelli” meridionali del ‘700» (vol. I – 1° ediz.: 2006; 2° ediz.: 2008; vol. II – 2008; vol. III – 2010; vol. IV – 2013; e vol. V – 2011) e «Napoli, la Spina, il Santo Sepolcro e la Sindone» (2012). Già direttore responsabile del periodico di cultura e arte varia «L’Incontro delle genti», ha collaborato con molti periodici come «Arcana», «Hiram», «il Grande Ponte» e «Tradizione».
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