L’agro romano e l'”altera forma” di Roma antica
Autori: Lugli Piero Maria
5 edizioni dal 2006
Formato: 21 x 29,7 cm
Legatura: Filorefe
Pagine: 112
Anno edizione: 2006
ISBN: 9788849210309
EAN: 8849210302
UB. INT. : T814E V01d V27b
Contenuto
OPUS/5
Collana de La Sapienza diretta da Roberto Cassetti e Marcello Fagiolo
Comitato scientifico: Emanuela Belfiore, Beatriz Blasco Esquivias, Giovanni Carbonara, Roberto Cassetti, Joseph Connors, Marcello Fagiolo, Francesco Paolo Fiore, Paolo Portoghesi, Franco Purini, Marco Romano, Samir Younés
L’autore, dopo l’esperienza della individuazione degli allineamenti nascosti nella topografia di Roma antica e della ricostruzione della “altera forma urbis” della città, allarga l’orizzonte all'”ager romanus” e ne definisce la storia in relazione al costruirsi nel tempo della Campagna romana, nei suoi limiti e nei suoi caratteri. Delinea così i confini del pomerio urbano della Roma primitiva, costituito dai quinti migli (per lo più segnati da monumenti importanti, come il tempio della dea Dia, quello del dio Terminus o le “fossae Cluiliae”) delle strade che si dipartivano a raggiera da essa, e ne ricostruisce le ragioni (la distanza di cinque miglia corrispondeva al percorso di due ore a piedi dalla città) e le vicende in relazione alle trasformazioni dell’ordinamento agricolo, dopo il lungo abbandono di quello antico e le bonifiche degli anni Trenta; per giungere infine allo sviluppo urbano contemporaneo, che ha definitivamente cambiato il volto della Campagna romana trasformandola in quella che oggi vediamo: una distesa edilizia.
Questo studio approfondisce e sviluppa una scoperta di mio padre, Giuseppe Lugli. Si tratta di un raccordo circolare di strade (in massima parte tutt’oggi percorribili) che unisce i quinti migli delle antiche vie che si dipartivano a raggiera da Roma antica. Esso toccava località importanti situate proprio ai quinti migli: “ad Robigum” sulla via Cassia; il tempio della dea Dia al quinto miglio della via Campana, oggi via della Magliana; il tempio del dio Terminus al quinto miglio della via Laurentina; le “fossae Cluiliae” (ove combatterono gli Orazi e i Curiazi) al quinto miglio della via Appia; il tempio della “fortuna muliebris” al quinto della via Tusculana; etc.
Il raccordo costituiva il limite dell'”ager romanus antiquus” abitato fin dalle sue origini dalle 25 tribù che costituivano la popolazione della città arcaica. Partendo da queste notizie ho ricostruito le ragioni e le vicende del fenomeno (la distanza di 5 miglia corrispondeva al percorso di 2 ore di cammino a piedi dalla città) fino all’inizio degli anni ’60, quando ogni traccia dell’antico ordinamento agricolo del territorio romano fu definitivamente cancellata dallo sviluppo edilizio della città (Tav. IV).
Ritengo di specifico interesse il mio controllo dell’antica miliazione delle strade romane e l’individuazione della sua origine dalle porte delle mura urbane, nonché la narrazione delle vicende sociali ed economiche che produssero il progressivo declino dell’antica struttura agraria della società romana, e infine il calcolo della popolazione di Roma in epoca repubblicana.
Il saggio conclude una trilogia da me dedicata alla topografia di Roma antica e collegata a una prima ricerca svolta nel 1986 nella quale, seguendo un suggerimento di Rodolfo Lanciani (padre degli studi sulla topografia di Roma antica), tentai una ricostruzione grafica di un passo assai ermetico (Lanciani lo definí “duro”) di Gaius Plinius Secundus (il Vecchio) tratto dalla sua Naturalis historia. A queste ricerche seguì uno studio urbanistico dedicato ad alcuni problemi non assolti della famosa pianta marmorea del foro della Pace, la “Forma urbis Romae” (F.U.R.).
Senza la documentazione raccolta per quelle precedenti ricerche non avrei avuto gli elementi per portare avanti questo studio che, pur basandosi su fatti in parte già esplorati da altri, ha rivelato aspetti culturali assai complessi e stratificazioni fenomenologiche che cominciano da molto lontano nella società romana arcaica. Come le due precedenti ricerche anche questa è lo sviluppo di studi già avviati da mio padre. Egli aveva rilevato la necessità di un forte impegno grafico nella ricostruzione topografica delle elaborazioni storico-archeologiche e, ispirandosi a un concetto già espresso dal suo maestro Lanciani, riteneva che per la sua applicazione sul terreno mancano gli elementi per eseguirle con certezza. Il seguente schema dimostrativo può facilitare l’impresa a chi volesse tentarla.
Con la Tavola A che illustra lo schema dimostrativo del Lanciani sull’ordinamento formale di Roma antica, inizia questo studio che conclude la mia trilogia sulla ricostruzione degli aspetti e degli allineamenti nascosti nella topografia della Città eterna.
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