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Una prefazione alla morale
Traduzioni di Fabrizio Buttà
A cura di: Buttà Giuseppe
Autori: Lippmann Walter
Formato: 13,5 x 21 cm
Legatura: Rilegato
Pagine: 272
Anno edizione: 2012
ISBN: 9788849223293
EAN: 8849223293
UB. INT. : T426H V36c V35e
Contenuto
Collana «Nuovo Millennio» n.22
«La disistima in cui i moralisti oggi sono caduti è dovuta al loro fallimento nel capire che, in un epoca come l’attuale, la funzione del moralista non è di esortare gli uomini ad essere buoni ma di spiegare quale sia il bene… Gli acidi della modernità stanno dissolvendo gli usi e le sanzioni ai quali gli uomini erano abituati. Il moralista, pertanto, non può comandare. Egli può persuadere soltanto e, per persuadere, deve dimostrare che il bene è la vitalità vittoriosa e il male una vitalità sconfitta …. Il moralista è irrilevante, se non intrigante e pericoloso, a meno che… non [dia] una rappresentazione realistica delle scelte che l’esperienza indicherebbe come desiderabili… egli deve aiutare a comprendere i problemi dell’aggiustamento alla realtà… come gli uomini debbano riformare i propri desideri … Se facesse ciò, egli non avrebbe bisogno di chiamare la polizia né di evocare la paura dell’inferno… In un’età in cui il costume è dissolto e l’autorità è in crisi, la religione dello spirito non è soltanto un modello di vita… il suo principio è quello di ‘civilizzare’ le passioni rendendole armoniose e serene… Nel regno dello spirito… non vi sono ricompense future per i mali del presente. Il male deve essere superato ora e la felicità raggiunta ora, perché il regno di Dio è dentro di te».
Walter Lippmann (New York, 1889-1974) giornalista e filosofo, si formò con George Santayana, William James e Graham Wallas. Nel 1913, Lippmann, Herbert Croly e Walter Weyl fondarono la rivista The New Republic; nel 1917, consigliere del Presidente Wilson, contribuì alla definizione dei Quattordici punti. In seguito, molto del suo impegno fu dedicato alla politica internazionale che analizzò, dal 1931 al 1963, nella rubrica Today and Tomorrow dell’Herald Tribune di New York. La sua opera politico-filosofica è tutta dedicata alla conciliazione delle tensioni tra libertà e democrazia in una società complessa. Tra le sue opere: A Preface to Politics (1913); Public Opinion (1922; trad. it. 1946); The Phantom Public (1925); U.S. Foreign Policy (1937; trad. it., 1946); The Good Society (1937; trad. it., 1945); U.S. War Aims (1944; trad. it., 1946); The Public Philosophy (1955; trad. it., 1957).
Giuseppe Buttà, storico delle dottrine politiche, si è occupato prevalentemente di storia del pensiero politico americano. Tra le sue opere: John Adams e gl’inizi del costituzionalismo americano (1988); Democrazia e Federalismo. John C. Calhoun (1988); Scienza e politica in Arthur F. Bentley (1993); William H. Rehnquist. ‘Judicial review’, ‘new federalism’ e nuovi diritti (2009).
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