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Dialoghi con Zavattini

Un uomo di cultura e di umanità nella storia del tempo

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 144

Anno edizione: 2000

ISBN: 9788849200270

EAN: 8849200277

UB. INT. : T313G V21e

Contenuto

N° 33 della collana “Le storie della Storia” fondata da Giuseppe Selvaggi e diretta da Silvio Traversa

Cesare Zavattini stupisce per l’ingegno, la fantasia, l’umanità, l’altruismo, il fervore civile. Sincerità e verità sono i suoi fiori all’occhiello. Fondamentale protagonista del neorealismo cinematografico collaborò con soggetti e sceneggiature con i grandi registi De Sica, Visconti, Blasetti Zavattini è essenziale punto di riferimento della cultura italiana del ventesimo secolo

Francesco Antonio Gisondi, uomo di scuola, inventore e sperimentatore di tecniche educative e didattiche: patrimonio della migliore scuola in azione. Narratore della realtà e scrittore di storie popolari, raccolte tra la gente. Gisondi è biografo di importanti personaggi storici. Poeta dalla composita ispirazione: dal poema ai canti, alle favole, agli epigrammi

Cesare Zavattini, scrittore e sceneggiatore italiano (Luzzara, Reggio Emilia 1902 ­ Roma 1989). Nella prima giovinezza, 1921, presa la licenza liceale, insegnò come supplente nel convitto “Maria Luigia” di Parma. Ed ebbe alunni Attilio Bertolucci e Pietro Bianchi; e amici Ugo Betti e Alessandro Minardi. Fu redattore e direttore di numerosi periodici illustrati. Lavorò per molti anni per il cinema come soggettista e sceneggiatore. Iniziò a collaborare con Mario Camerini e Alessandro Blasetti: “Quattro passi tra le nuvole” (1942). Fu tra i più importanti protagonisti del neorealismo. Partecipò ad oltre centoventi film con spirito innovatore, sempre privo di retorica. Fondamentale fu il legame di amicizia con il regista Vittorio De Sica per il quale scrisse “Sciuscià” (1946), “Ladri di biciclette” (1948), “Miracolo a Milano” (1951), “Umberto D” (1952), che ben rappresentano il dopoguerra: e sono ritenuti capolavori della cinematografia mondiale. Tra i tanti films, con altri registi, si ricorda “Bellissima” (1951) di Luchino Visconti. E ancora con De Sica; “Stazione Termini” (1953),”L’oro di Napoli” (1954),”Giudizio Universale” (1961) Il suo primo libro: “Parlano tanto di me” (1931), rivela un nuovo modo di umorismo. Ebbe subito larga risonanza e quel modo fu largamente imitato. Ha poi pubblicato “I poveri sono matti” (1937), “Io sono il diavolo” (1942), “Totò il buono” (1945), “Ippocrita 1943” (1955). L’umorismo di Zavattini nasce da un senso di pietà per la vita e le cose di tutti i giorni, per la sofferenza dei poveri, per le illusioni e i disagi degli umili; e, insieme, come evasione da questa tenerezza che è sempre vicina a farsi commozione. In seguito tra altri libri scrive: “La notte che ho dato uno schiaffo a Mussolini” (1977). Nel dialetto della sua terra, il luzzarese, compose le poesie di “Stricarm’ in d’na parola” (1973), che ebbero molto successo. Zavattini a ottant’anni esordì come attore e come regista nel film tutto suo “La Veritàaaa”, suo testamento spirituale. Cesare Zavattini è anche pittore originalissimo. Egli iniziò a dipingere sin dal 1938 e da allora in poi non smise mai. Vi sono state molte sue mostre; vinse premi; e le sue opere sono esposte in gallerie nazionali e straniere. Fu continuo il suo pensiero in difesa della pace, ed ebbe sempre gran desiderio di colloquiare con i bambini e i ragazzi, per conoscere la singolarità e la delicatezza dei sentimenti.

Francesco Antonio Gisondi è nato nel 1930 a Minervino Murge (Bari). Ha insegnato a Roma nella scuola primaria per trentacinque anni. Sperimentatore di proprie tecniche didattiche ed educative, ha collaborato a riviste scolastiche: “Riforma della scuola” e “I diritti della scuola”, e ha scritto libri per gli insegnanti, di cui si segnalano: “I ragazzi fanno teatro” (Editori Riuniti, Roma 1976, con prefazione di Zavattini); “Esperienze di educazione linguistica”, Editore Accademia, Roma, 1977; “Messaggio al piede della colomba” ‘Educazione democratica e tecniche didattiche’, con prefazione di Lucio Lombardo Radice, Edizioni ‘Deus et dies’ Roma, 1997. Da anni è attivo nel campo della narrativa, avendo pubblicato: “Storie di Mastro Francesco” e “Nuove storie di Mastro Francesco” (Licinio Cappelli, Bologna 1968 e 1976, “Arcangelo e altri racconti di vita”, “La gondola nella tempesta”, e “In cerca del figlio” (Piero Lacaita editore, Manduria­Roma­Bari 1991­1993­1995), “Odissea popolare: Cento Storie” (Edizioni il Ventaglio, Roma 1993). Diverse le raccolte di poesie: “Il potere e gli umili” (Editore Gabrieli, Roma 1986), “Itinerario” (Piero Lacaita editore, Manduria­Roma­Bari 1988), “Rivelazione, Apocalisse di fine 2° millennio, inizio 3° millennio” (Deus et dies, Roma 1998). Importante è l’impegno storiografico di Gisondi, autore della biografia: “Innocenzo XII, papa Antonio Pignatelli (1615­1700)” (Deus et dies, Roma 1994); e della biografia: “Michele Ruggeri, missionario in Cina e primo singolo europeo” (Spinazzola 1543, Salerno 1606), Editore Jaka Book, Milano 1999.

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