Fuori commercio

Artemisia Sanchez

Tragedia di amori e potere nel Settecento calabrese - Nota critica di Antonio Piromalli

Formato: 17 x 24 cm

Legatura:

Pagine:

Anno edizione:

ISBN: 9788849200706

EAN: 8849200706

UB. INT. : R

Contenuto

N° 38 della collana “Le storie della Storia” fondata da Giuseppe Selvaggi e diretta da Silvio Traversa

Nella primavera del 1785, dopo il “gran terremoto”, a Seminara nella Calabria più avanzata, un sacerdote e nobile viene ferito a morte. Vendetta reazionaria e, anche, d’amore? Don Angelo Falvetti pur uomo di chiesa lascia una “vedova segreta”, bellissima. È Artemisia Sanchez, al centro
del racconto storico e insieme immaginato. Sacrilegio e redenzione per amore sono sullo sfondo di una società che si rinnova.
Siamo, anche nel Sud, alle soglie della Civiltà industriale.

Santo Gioffré è un medico. È uomo politico, in atto alla guida di un assessorato alla cultura. Con questo libro, come già per le sue pubblicazioni scientifiche e di ricerca storica, è scrittore. Per indicare la sua capacità di rendere la storia come evento sempre attuale nel progresso umano si riferisce un episodio della sua ricerca. Da un bassorilievo d’epoca, che rappresenta l’Imperatore Carlo V accolto in trionfo a Seminara, città dello scrittore, ricostruisce in vivo un “corteo storico”, che è diventato annuale evento popolare. La storia è così racconto.

Un sigillo di autenticità per questo primo libro narrativo di Santo Gioffrè viene posto dall’attenzione su di esso di Antonio Piromalli. Ossia di uno storico della letteratura del Novecento, nella premessa dell’intero arco dei secoli scorsi, e poeta, che al testo di ogni genere, per ritenerlo vivente, chiede convergenza di commozione e di pensiero tra il valore letterario puro e la nervatura sociale. In questo libro, testimoniato dal grande critico, la vocazione di tale convergenza è evidente. Lo scrittore è medico. È operativo nella politica della sua terra. Quale medico sente la necessità di stabilire l’unità tra ciò che è corpo e ciò che chiamiamo spiritualità. Nel corale di un testo come questo la spiritualità è la lotta popolare che fa da sfondo all’azione, sia pure impersonata da minoranze intellettuali. Come sempre.
Gioffrè rievoca un dramma ma con tutta la carica negativa di godimento del potere e le sue liete parentesi. La storia d’amore di Don Angelo e di Artemisia ci appartiene, ma con le riserve di una vittoria di classe su quel Settecento ancora in catene. Sul racconto sovrasta il destino. L’intreccio inarrestabile ­ con l’Angelo Nero che spinge personaggi ed azioni sino al sacrilegio e al ricatto del forte, e l’Angelo Bianco che tutto resuscita nel riscatto dell’amore assoluto ­ diventa una unità tra il Bene e il Male coesistenti nella natura. Sino al risveglio. Taluni momenti e paesaggi notturni come la corsa di un prete-nobile ridotto all’osso umano dalla passione ­ don Angelo alla ricerca del letto di Artemisia ­ sono pagine forti nella naturalità della letteratura calabrese. Però qui si vuole sottolineare al lettore la qualità dello scrittore che condanna il sorpruso sociale, ma insieme apre la strada alla redenzione civica. La capacità dello scrittore si allarga, così, alla sua presenza politica nella vita quotidiana, con proiezione sul domani: quando i futuri Artemisia e Don Angelo potranno vivere i loro destini nella comprensione della libertà. L’avallo di Piromalli conforta tale lettura del primo romanzo di Gioffrè.
Giuseppe Selvaggi

Santo Gioffré è nato nel 1954 a Seminara città di ispirazione delle sue ricerche storiche e della sua narrativa. È medico, e come tale autore di pubblicazioni scientifiche. È Aiuto Ostretico presso la divisione di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Palmi. L’iter dei suoi studi, dopo le elementari, ha inizio nel Seminario Vescovile di Mileto, ove resta solo per il primo anno delle scuole medie. Poi torna a Seminara. Quindi, a Palmi frequenta il Liceo Classico “Nicola Pizi”. Si è laureato all’Università di Messina. Tale complessa esperienza lo rende attivo, sempre nella sua Calabria, in una parallela vita politica, sin da quando aveva dodici anni. In atto è Assessore ai Beni ed alle Attività Culturali e alla Protezione Civile della Provincia di Reggio Calabria. In precedenza era stato più volte eletto consigliere al Comune di Seminara e, dal 1994, due volte Consigliere provinciale nel collegio Seminara-Delianova. La vita di Santo Gioffré resta sempre legata quale storico alla memoria della sua terra nativa e, quale politico, al futuro del sud italiano. Tra le pubblicazioni storiche va ricordato “Gli Spinelli e le Nobili Famiglie di Seminara”, sullo sfondo del “terribile flagello” del terremoto del 1783. Alla sua passione di ricercatore si deve il ritrovamento della lapide marmorea, ora nella Basilica della Madonna Nera, citata da Tommaso Aceti nel suo commentario dell’opera di Barrio sulla Calabria (1737). Da un bassorilievo del 1574 Gioffré ha tratto ispirazione per il Corteo Storico che rievoca l’entrata trionfale di Carlo V a Seminara. Il Corteo è diventato un evento annuale, dando alla storia un senso attuale, com’è in tutto l’attivismo di questo scrittore.

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