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Il colore del mare

Romanzo di un viaggio mentale

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 256

Anno edizione: 1999

ISBN: 9788874489701

EAN: 8874489706

UB. INT. : T805B V21c

Contenuto

N° 24 della collana “Le storie della Storia” fondata da Giuseppe Selvaggi e diretta da Silvio Traversa

Un romanzo in cui la femminilità si scontra con se stessa. Il titolo nel suo apparente senso di quiete nasconde lo scontro dell’esistere simboleggiato da un colore inesistente, com’è quello del mare, cangiante come la nostra quotidianità. Una scrittura che ha assorbito le grandi lezioni della narrativa internazionale riuscendo a narrare in unità rivolte e progetti della società di oggi.

Anna Maria Fabiano giunge a questo suo primo romanzo “Il colore del mare” dopo esperienze multiple anche teatrali. Il suo avvio letterario parte da uno studio pedagogico su “La Montagna Incantata” di Thomas Mann, segnando così il suo successivo cammino su tematiche tra realtà e incanto. Vive nella nativa Calabria, tra insegnamento, famiglia e lavoro letterario. La sua casa è in campagna, nell’Hinterland cosentino. Tra gli amici, molti cani.

Non si anticipa nemmeno per accenni la trama di questo romanzo, da leggere con le ansie interiori e le curiosità dell’esistere. Il primo rigo pare annunciare un romanzo persino con sorprese del “giallo”, tutto urbano con una città che può essere New York come un villaggio dell’anima. Tutto realtà l’ultima frase che può concludere una trama di eros mistico. Meglio di misticismo del corpo, che significa nuova civiltà del corpo. Anna Maria Fabiano, che si impone con questo libro nella narrativa della sua generazione, ha voluto scrivere e far rivivere le cose, appena accennate, in un insieme inseparabile. Ha scritto un romanzo di polivalenze continue, in cui convergono strutture e soluzioni di una genetica antichissima eppure tutta avveniristica. È la sacralità del femminile. La Mater-Amante viene riproposta allo specchio di una dualità che sviluppa un gioco narrante in cui una Lei ­ l’infinito autoritratto di ogni scrittore che sia leale ­ è un’altra Lei, sì che i personaggi nel dramma dello scontro sono anche una unità. L’intreccio del libro si gioca su una verità che alla fine diventa nostra. Anna Maria Fabiano universalizza sentimenti e verità pur aspre. Rivolta e tradizione, parallelo di guerra e pace, sono sfondo costante di un narrare coraggioso. Il sottofondo culturale viene rielaborato con autonomie di linguaggio e di passaggi narranti, rivelando attenzione di intelligenza verso la grande narrativa moderna. Con sullo sfondo il buco azzurro di Freud. Tutto, però, si acquieta in un “colore del mare” che siamo noi, nella festa della vita. Colore senza colore e tutto colori tanto da sembrare inesistente. In questo “colore del mare” auguriamo al lettore un “naufragar dolce”, pur se il mare-vita è tempesta. Come nella trama di questo romanzo.
Giuseppe Selvaggi

Anna Maria Fabiano nasce a Soveria Mannelli, nella Presila. Trascorre l’infanzia a Torino dove il padre Pietro, pioniere dell’insegnamento agrario moderno, dirige l’Istituto professionale per l’agricoltura. La campagna resterà tema dominante nella vita della scrittrice quando, prima come maestra elementare e poi come docente di italiano e storia nelle scuole superiori, dividerà il suo impegno tra insegnamento e ricerche estese al teatro sperimentale popolare per ragazzi. A Zumpano vive in una casa di campagna dell’Hinterland cosentino. Molti cani sono tra i suoi amici. In adesione ad una scelta di vita la sua tesi di laurea, al Magistero di Roma, è stata su “La Montagna Incantata” di Thomas Mann, con una successiva rielaborazione per la rivista “Studi di storia dell’educazione”. Indicativo della sua complessa personalità è il titolo di un Recital “Il diritto di sognare”. L’attività letteraria inizia da giovanissima. Del ’74 è la raccolta di poesie “Solitudine”. È anche autrice di testi teatrali, tra cui “Amare non è un sogno”, su Chiara e Francesco d’Assisi. Di Anna Maria Fabiano il relatore della sua tesi manniana, Fabrizio Ravaglioli, sottolinea la capacità di una “rilettura critica personalissima”.

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