Leonor

N° 49 della collana “Le storie della Storia” fondata da Giuseppe Selvaggi e diretta da Silvio Traversa

In amore, lealtà e verità sono legate alla meditazione o al decisionismo nel possesso reciproco in corpo ed anima? Risponde con realismo e insieme carica romantica questo primo romanzo di un autore della generazione trentenne. La semplicità del linguaggio è in linea comunicativa con un pubblico che riconquista la letteratura tramite la civiltà visiva della narrazione con immagini. La freschezza di questo libro, primo romanzo giovane di Diego Galdino, è nella vergine genuinità del narrante. Freschezza è anche bellezza quando il racconto si impone creando nel lettore la voglia di sentirsi protagonista. Nel caso, protagonista di un fulminante e anche fortunato amore. Cioè: il libro si legge anche non trovandovi analisi dell’amore, e sull’amore, che alla fine risultano fuorvianti dal fenomeno “amore”. Tecniche e soluzioni risentono di una mente, e di un gusto, ormai in tensione con un narrare imposto dal racconto televisivo: che non è un raccontare facile, pur se facili arrivano le soluzioni.

Diego Galdino di giorno è un giovane barman a Roma, sua città nativa (Costellazione Leone 1971). Di notte dopo aver rimboccato le coperte alle sue due bambine si rifugia nel suo «grande sogno» di scrittore. Intorno i libri e gli oggetti d’arte della sua passione per l’antiquariato. Sono le caratteristiche della gioventù d’oggi tra la necessità della vita quotidiana e la volontà di realizzarsi secondo se stessi.